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Netflix e audio spaziale: accoppiata vincente

netflix febbraio

L’audio spaziale, sia esso lo Spatial Audio di Apple o il 360 Reality Audio di Sony, si sta diffondendo sempre di più sia in ambito musicale (dove però continua a convincerci poco), sia in ambito video, dove invece l’apertura spaziale partendo da una semplice traccia in stereo ha molto più senso e risulta molto più efficace. Abbiamo già parlato in termini assolutamente positivi dell’esperienza del Dolby Atmos con le AirPods Pro e oggi vogliamo approfondire l’audio spaziale di Netflix, lanciato già in piccolo la scorsa estate ed estesosi da inizio mese a molti più contenuti (circa 700 tra film e serie TV). Per trovare quelli compatibili, basta scrivere nel campo di ricerca di Netflix “audio spaziale” e veder comparire una lista decisamente lunga e in continuo aggiornamento.

L’audio spaziale è un’aggiunta gratuita a chi già è iscritto al piano Premium di Netflix (il più costoso con i suoi 17,99 euro al mese), che dà già accesso al 4K-HDR. Non bisogna quindi spendere nulla in più per sfruttarlo e, cosa ancora più importante, non necessita di hardware particolare visto che funziona su qualsiasi dispositivo come TV, PC, smartphone e tablet sia tramite cuffia, sia sfruttando gli speaker integrati. Il suo scopo, come già accennato, è portare l’ascolto di tracce audio che normalmente ascolteremmo in stereo a un’esperienza sonora più ricca e coinvolgente… più “spaziale” insomma.

Per riuscire in questo suo intento, Netflix si è appoggiata al formato Ambeo 2-Channel Spatial Audio sviluppato da Sennheiser, che ha il non facile compito imitare l’effetto dei diffusori surround partendo da un semplice setup stereo. I possessori di un account Premium non dovranno fare nulla di particolare per abilitare l’audio spaziale, che viene infatti attivato di default sui titoli che lo prevedono andando a sostituire la tradizionale traccia stereo.


Ecco il logo Audio Spaziale a cui dovete fare caso

Per essere però sicuri che l’audio spaziale sia attivato, dovete vedere sull’app Netflix del vostro dispositivo (o su un browser web sul sito Netflix) il logo Audio Spaziale nella scheda con le informazioni del film o della serie TV che supporta il nuovo formato. Per creare una traccia con audio spaziale, i tecnici di post-produzione possono utilizzare il rendering Ambeo per applicare vari gradi di “spazializzazione” alle parti componenti del mix complessivo (i cosiddetti stem).

In questo modo, alcuni elementi del mix possono essere “spazializzati”, mentre altri (ad esempio i dialoghi) possono essere lasciati inalterati per preservarne l’intelligibilità. Bisogna subito specificare che a chi guarda i contenuti di Netflix utilizzando una soundbar o un impianto multicanale l’arrivo dell’audio spaziale non interessa affatto, visto che si tratta sempre e comunque di una “simulazione” a partire da un contenuto stereo che non si sogna nemmeno di rivaleggiare, in termini di dettaglio e coinvolgimento spaziale, con quanto offerto da una soluzione audio hardware come appunto una soundbar o un sistema con ricevitore AV e un set di diffusori.

È, se mai, un’aggiunta che può far piacere a chi guarda i contenuti di Netflix sfruttando l’audio integrato del TV, di un laptop o di uno smartphone; tutti dispositivi che, a parte qualche rarissimo caso, non offrono un’esperienza audio particolarmente coinvolgente e che invece, con l’audio spaziale, possono migliorare questo aspetto della fruizione di un contenuto sulla piattaforma streaming per eccellenza.

La quantità di contenuti ascoltabili con l’audio spaziale di Netflix è notevole

Ma alla prova dei fatti come si sente l’audio spaziale di Netflix? Abbiamo effettuato qualche test utilizzando gli speaker interni di un TV OLED LG CX da 65’’, un paio di cuffie cablate (Grado SR225) e un paio di AirPods Max collegate al TV via Bluetooth. La cosa fondamentale per sfruttare l’audio spaziale è impostare l’audio del dispositivo di visione in modo che esca in stereo. Questo ha significato (nel mio caso) disabilitare dalle impostazione del TV il Dolby Atmos e l’HDMI ARC come metodo di uscita audio e abilitare, a turno, gli speaker interni del TV, le cuffie cablate e infine il Bluetooth.

In questo modo ho sempre visto il logo Audio Spaziale comparire nella scheda dei contenuti che lo supportano, mentre se si mantiene l’uscita HDMI ARC e il Dolby Atmos il logo non compare e l’audio spaziale non può essere riprodotto, proprio perché Netflix adotta di default il mix multicanale in presenza di tracce in Dolby Atmos o in 5.1.

Una volta impostato il tutto e dopo essere stato certo di uscire dal TV con un segnale audio in semplice stereo, ho ascoltato tramite l’app di YouTube la demo di Netflix che vi proponiamo qui sotto per testare l’effetto dell’audio spaziale in alcune sequenze della quarta stagione di Stranger Things e del film 6 Underground. Passando dall’audio “normale” in stereo a quello in audio spaziale, mi sono accorto della differenza solo nella clip di Stranger Things, dove le voci e il passaggio circolare dei ragazzi sui pattini risultano molto più aperti e “orizzontali” con l’audio spaziale, contribuendo a creare un coinvolgimento che nella versione solo stereo è invece molto più limitato.

Molto dipende comunque dalla distanza di visione dal TV (conviene non essere troppo lontani dallo schermo) e in ogni caso, riascoltando le stesse clip con le due cuffie, il coinvolgimento è ancora più marcato come era logico aspettarsi. Anche nella sequenza del combattimento nel giardino contro i due soldati nel film Project Adam l’audio spaziale ampia effettivamente il palcoscenico sonoro, pur mantenendo le voci sempre ben al centro della scena e non limitandosi ad aggiungere un po’ di ambiente, sensazione che si ha invece spesso quando si ascolta musica nei vari formati “spaziali” citati all’inizio dell’articolo.

In generale siamo rimasti soddisfatti dall’audio spaziale di Netflix, che non funziona sempre così bene come negli esempi appena citati ma che, in linea di massima, aggiunge qualcosa senza stravolgere nulla. Resta il fatto che lo Spatial Audio di Apple con le AirPods Max e gli altri auricolari compatibili è ancora più efficace, grazie soprattutto a un eccellente effetto di head-tracking che fa immergere ancora di più nell’azione e che suggerisce ancora meglio la sensazione di surround e coinvolgimento.

Contando comunque che l’audio spaziale di Netflix non costa nulla agli abbonati Premium e non richiede hardware apposito, non possiamo che promuoverlo e anche se queste simulazioni “spaziali” non vi sono mai andate troppo a genio il consiglio è di provarlo, meglio ancora se in cuffia.

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