Paramount Global e Peacock Comcast avrebbero discusso la possibilità di combinare i rispettivi servizi in un’unica piattaforma streaming sul modello di SkyShowtime
Secondo un articolo del 16 febbraio del Wall Street Journal, che cita persone che hanno familiarità con la questione, Paramount Global e Peacock Comcast hanno discusso la possibilità di combinare i rispettivi servizi in un’unica piattaforma streaming. Questa (per ora solo ipotetica) fusione tra Paramount+ e Peacock ricorda SkyShowtime, un servizio di streaming che include servizi come Peacock, Showtime, Paramount+, Sky e Nickelodeon e che è attualmente offerto in 22 mercati europei (non in Italia però).
Secondo l’articolo del WSJ, un’applicazione di streaming congiunta Paramount+/Peacock potrebbe far risparmiare notevolmente i costi alle due società e offrire ai clienti una maggiore possibilità di scelta, soprattutto per quanto riguarda gli sport in diretta. Al momento Peacock, seppur con contenuti diversi da quelli dell’offerta negli USA, è disponibile gratuitamente in Italia solo per gli abbonati di Sky e Now, mentre Paramount+ costa 7,99 euro al mese (primi 7 giorni gratuiti per i nuovi abbonati), ma se avete un abbonamento a Sky Cinema potete abbonarvi gratuitamente.
Comcast e Paramount non hanno fin qui smentito o confermato queste voci, che si aggiungono a quelle secondo cui Shari Redstone, presidente di Paramount Global, starebbe valutando la possibilità di vendere la società. La notizia fa inoltre seguito a un altro articolo del WSJ dello scorso dicembre secondo il quale Paramount e Apple erano in trattativa per unire le rispettive piattaforme di streaming.
La tendenza al bundling (unire diversi servizi in un’unica piattaforma e quindi in un unico abbonamento) arriva mentre, anche in Italia, i prezzi dei servizi di streaming sono aumentati costantemente nell’ultimo anno, interessando praticamente tutte le principali piattaforme (Netflix, Apple TV+, Disney+). Allo stesso tempo sono però arrivati anche piani in abbonamento con pubblicità meno costosi e ormai, viste le evidenti difficoltà che hanno i big dell’intrattenimento nel ricavare profitti dalle loro piattaforme streaming, sembra essere questo il modo più immediato ed efficace sia per attirare nuovi abbonati, sia per avere introiti assicurati dagli spot pubblicitari.
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