L’introduzione di formati come il Dolby Vision IQ e l’HDR10+ Adaptive ha fatto rivalutare l’efficacia dei sensori di luce ambientale nei TV. Ecco come funzionano e se servono davvero
Un aspetto poco noto dei TV da qualche anno a questa parte è il sensore di luce ambientale, un componente che ai suoi esordi provocava più danni che altro alla qualità video del televisore ma che ultimamente, complici anche funzioni come il Dolby Vision IQ, può tornare più utile di quanto si pensi. La presenza del sensore viene quasi sempre menzionata nelle specifiche tecniche di un televisore, ma a volte non succede e potreste scoprire proprio leggendo questo articolo che avete in casa un TV con un sensore di luce ambientale di cui ignoravate completamente l’esistenza.
Ma a cosa serve un sensore simile a bordo di un TV? Se siete soliti vedere il vostro televisore al buio o comunque in un ambiente con pochissima luce ambientale, la sua utilità è pressoché nulla, soprattutto dopo che avete impostato (o calibrato) l’immagine a vostro piacimento. Se però l’ambiente di visione è particolarmente luminoso (banalmente anche quando guardate il TV in pieno giorno in una stanza non oscurata), ecco che il sensore può portare qualche beneficio, sempre che nel frattempo non abbiate già impostato un setup per le visioni “al buio” e uno distinto per quelle diurne.
In un ambiente con molta luce ambientale, il sensore ha lo scopo di aumentare automaticamente la luminosità del TV e di regolare di conseguenza la temperatura dei colori, riconoscendo appunto la quantità di luce ambientale. Si tratta, essenzialmente, di un piccolo aiuto per gli utenti meno esperti e poco avvezzi con le impostazioni video di un TV che, senza toccare nulla, possono contare su un “boost” automatico della qualità video in ambienti molto luminosi.
In queste condizioni, infatti, un TV può apparire poco luminoso e con un impatto visivo o, nel peggiore dei casi, con scene scure impastate o al limite del comprensibile. Un ottimizzatore di luce ambientale ben implementato come quello a bordo dei TV OLED LG C2, C3, G2 e G3 o dei Panasonic LZ1500 e serie successive non agirà quando le luci sono spente, ma aumenterà la luminosità quando le luci si accendono e regolerà delicatamente i colori per contrastare la temperatura della luce nell’ambiente, che può essere artificiale (lampadine) o naturale (luce del sole).
Per questo motivo, se state guardando il TV immersi nel buio e attivando il sensore di luce ambientale notate comunque un cambiamento nei colori o nella luminosità dello schermo, significa che il sensore non è implementato al meglio, visto che al buio il suo intervento dovrebbe essere nullo. Possono esserci inoltre casi in cui, accendendo all’improvviso la luce nella stanza, l’immagine diventa all’improvviso troppo scura (il sensore non sta captando bene la luce esterna), o troppo chiara e con colori “sparati” ed eccessivamente vividi, il che significa che il sensore sta compensando eccessivamente le condizioni di illuminazione.
Non tutti i TV con sensori simili funzionano insomma nello stesso modo e non è un caso se poco sopra abbiamo citato solo modelli recenti e top di gamma, in quanto quelli più economici o con qualche anno alle spalle non sono altrettanto efficaci nell’implementare questa regolazione automatica.
La presenza di sensori di luce ambientale ha ripreso un nuovo slancio dopo l’arrivo all’inizio del 2020 del Dolby Vision IQ, versione avanzata del Dolby Vision che al di là degli slogan marketing volti a catturare l’attenzione dell’appassionato ha in effetti parecchia sostanza da offrire, andando ad agire sull’equalizzazione dinamica dell’immagine in Dolby Vision tramite appunto i sensori luce presenti nel TV. Essenzialmente, il Dolby Vision IQ, oltre a interpretare i metadati dinamici del segnale Dolby Vision, li mette in correlazione con quanto recepito dal sensore di luminosità, con un adattamento automatico rispetto all’intensità della luce esterna ogni singola volta che c’è una variazione.
Panasonic è stato tra i primi produttori a offrire TV dotati di Dolby Vision IQ sull’intera gamma OLED, così come LG, che ha esteso la presenza della funzione anche su modelli Nanocell, mentre Samsung, che non ha mai supportato il Dolby Vision nei suoi TV, propone dal 2021 una funzione estremamente simile con l’HDR-10+ Adaptive. Tra le piccole differenze tra i due formati, il Dolby Vision IQ identifica il genere di contenuto e passa a un preset appropriato per regolare meglio la qualità dell’immagine, oltre a impostare una temperatura di colore adatta in base al contenuto della scena, cose che invece l’HDR10+ Adaptive non offre.
Oggi, a oltre tre anni dalla sua introduzione, il Dolby Vision IQ è diffuso su molti più modelli e, al tempo stesso, la qualità dei sensori a bordo dei TV è aumentata, rendendo questo binomio piuttosto efficace, sebbene gli utenti più esperti continuino a considerarlo un “gimmick” poco utile. Provare non costa comunque niente e se non siete utenti particolarmente esperti e avete un TV recente di fascia alta, l’efficacia di questi sensori potrebbe sorprendervi in positivo.
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