Il cult fracassone 1941 di Spielberg del 1979 è ora incluso nell’edizione Koch Media su Blu-ray, assieme alla ‘strana coppia’ Always e Sugarland Express
In 1941 gli Stati Uniti sono appena stati risucchiati nel secondo conflitto mondiale. A pochi giorni dall’attacco a Pearl Harbor lo stato della California è in preda a isteria: esercito e civili in subbuglio, un sottomarino giapponese vorrebbe colpire Hollywood ma senza strumenti di navigazione è smarrito a ridosso della costa. C’è chi non aspetta altro che di partecipare a una gara di ballo e chi vede il nemico ovunque come il capitano “Wild” Bill Kelso (John Belushi), al comando di un caccia P-40. Con l’arrivo della notte la follia collettiva prende il sopravvento quando un aereo civile malamente pilotato dal capitano Loomis (Tim Matheson) si addentra per Los Angeles, preso per un velivolo giapponese e inseguito da Kelso, mentre ogni soldato della locale guarnigione cerca di colpire entrambi pensando a un’invasione.
Dopo il successo di Incontri ravvicinati e Lo squalo il regista portò in scena la commedia bellica 1941, opera corale realizzata in epoca lontana dal CGI che richiese molteplici sforzi tra modellini in scala, matte shot e reali scenografie imponendo il budget stellare di 35 milioni di dollari (circa 134 milioni di oggi). Una spesa altrettanto colossale che fu superata per follia produttiva solo l’anno successivo con i 44 milioni di dollari per I cancelli del cielo. Similmente al western di Cimino, che addirittura riuscì a mandare a gambe all’aria la United Artist, anche il film di Spielberg fu un flop ai botteghini salvandosi per il successo nel resto del mondo, che non aveva risentito della gigantesca presa in giro dell’esercito americano in epoca post Vietnam. Il film fu successivamente riconsiderato in TV e Home Video anche grazie alla revisione al montaggio col Director’s Cut che passava la durata da 118′ a 146′ minuti, diventando cult.
Meravigliosamente fracassona e con un cast di cui si fatica a tenere il conto l’opera è stata pubblicata in alcune edizioni poco speciali per l’Italia, con le Blu-ray sempre facenti capo al trasferimento da pellicola del 2015. L’edizione Pulp, la Universal e ora la Koch Media sono tutte legate allo stesso materiale, chi il film lo conosce bene dovrebbe essere in grado altrettanto bene di ritrovare da subito gli stessi micro movimenti sconnessi dei titoli di testa. L’aspect ratio come sempre 2.39:1 (1920 x 1080/23.97p), codifica AVC/MPEG-4 su BD-50. All’alba del 2020 sorprende che ancora non si sia pensato di ripartire da un restauro integrale per giungere a un master 4K nativo, possibilmente a metadati dinamici.
Al solito qui ritroviamo la complessa cinematografia di William Fraker, i passaggi a basso contrasto nelle sequenze con le didascalie in superimpose, grana poco prominente tra il negativo 100 ASA e il probabile impiego di filtri di riduzione del rumore. La situazione tende a flettere ulteriormente passando al Director’s Cut, benché i neri restino abbastanza convincenti all’interno di una ricca palette cromatica.
Peggio va per l’audio DTS-HD Master Audio 2.0 canali italiano (16 bit) con alcuni frammenti mancanti del doppiaggio dell’epoca e dialoghi in originale sottotitolati nell’estesa. Traccia affatto dinamica e coinvolgente che all’ascolto tramite i diffusori anteriori dell’impianto HT mostra ulteriormente il fianco. Migliore l’originale inglese DTS-HD Master Audio 5.1 (16 bit), di resa molto buona ma non così efficace come ci si aspetterebbe, per giunta penalizzata dalla scelta di non riproporre il flusso 24 bit del disco statunitense. Nessun extra, ricordando il documentario di 101′ minuti e i circa 9′ minuti di scene tagliate sempre nel Blu-ray USA.
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