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1949-1983: 8 amplificatori stereo da non dimenticare

amplificatori stereo

Abbiamo raccolto otto degli amplificatori stereo più iconici di sempre che, guarda caso, sono stati anche i primi prodotti di altrettanti celebri brand hi-fi

È il cuore pulsante del vostro sistema hi-fi e ignorare la sua rilevanza sonora nella vostra configurazione sarebbe da folli. Diversi produttori hi-fi di lunga data e altamente considerati per i loro prodotti hanno mosso i primi passi quando una o due persone condividevano un obiettivo comune: portare sul mercato un amplificatore stereo che fosse meglio di qualsiasi cosa stesse attualmente alimentando il loro sistema hi-fi. I seguenti nove amplificatori sono i frutti del loro lavoro.

Naim NAP 200 (1973)

Una volta che il geniale Julian Vereker scelse di passare dalla costruzione delle proprie auto alla costruzione dei propri amplificatori e diffusori (per la Capital Radio di Londra) alla fine degli anni ’60, Naim Audio divenne ufficialmente realtà nel 1973. Con Julian e Shirley Clarke come registi, Naim Audio fece uscire nello stesso ano il suo primo prodotto consumer per uso domestico: l’amplificatore di potenza NAP 200.

Vereker progettò originariamente il NAP 200 nel 1971 e, sebbene i suoi discendenti differiscano notevolmente da questo capostipite (la gamma ha continuato a evolversi con prodotti come l’eccellente NAP 100 fino ad oggi), Naim insegue ancora gli stessi obiettivi di quasi mezzo secolo fa, ovvero raffinatezza, ritmo e timing.


Cyrus One (1984)

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Il Mission Cyrus One (quando ancora Cyrus faceva parte di Mission) era un amplificatore particolarmente mirato agli audiofili nonostante il suo prezzo economico. Non aveva controlli di tono o bilanciamento e offriva molti ingressi per le sorgenti audio esterne. I primi esemplari avevano un case in plastica per eliminare gli effetti di distorsione della corrente, ma le versioni successive passarono a un case in metallo fuso, decisamente sofisticato per un amplificatore economico.

Questa primissima versione del Cyrus One (qui invece c’è l’ultima) comunicava un preciso palcoscenico, ma era anche in grado di gestire dettagli di basso livello che altri amplificatori non riuscivano a rendere in modo così ordinato. Combinate quel suono con la superba qualità costruttiva e avrete un amplificatore le cui prestazioni potevano competere con opzioni ben più costose.

Cambridge Audio P40 (1968)

Il primo prodotto in assoluto di Cambridge Audio, l’amplificatore integrato P40, è stato anche il primo amplificatore in assoluto a utilizzare un trasformatore toroidale, una innovazione significativa all’epoca. In questi giorni è un componente standard all’interno di amplificatori di fascia alta, segno che ciò che l’azienda britannica introdusse nel 1968 ha funzionato decisamente bene. Il successore del P40 arrivò pochi anni dopo nel 1970 con il P50, un amplificatore molto più potente con un controllo del volume attivo unico. Tuttavia, uno sguardo alle abilità sul P40 ci fa capire che si tratta di un amplificatore di debutto sbalorditivo.

A&R A60 (1976)

Amplification & Recording Cambridge è stata fondata nel 1976. Ora conosciuta con un moniker molto più intuitivo (Arcam), l’azienda ha basato il suo successo sul suo primo amplificatore, l’A60. All’inizio degli anni ’80 questo amplificatore integrato slimline costava 190 sterline ed era considerato l’amplificatore per il mercato medio, paragonabile alla combinazione pre/finale Crimson 510/520 dal prezzo molto simile. Si è rivelato essere l’aggiornamento ideale per chi voleva qualcosa di più potente e raffinato rispetto a un campione assoluto dell’entry level come il NAD 3020.

L’A&R A60 era un’unità con una discreta gamma di ingressi a livello di linea più uno stadio phono MM più che valido (non certo una sorpresa considerando che il vinile era ancora il supporto dominante di quegli anni). I controlli di tono erano sottili nella loro azione e come tali a volte potevano rivelarsi utili quando qualsiasi kit di accompagnamento non era abbastanza bilanciato. L’A60 aveva anche un interruttore del filtro che progressivamente tagliava le frequenze superiori a 7,5 kHz nel tentativo di ridurre il sibilo di un sintonizzatore o l’impatto di un “pop” proveniente dal disco in vinile.

NAD 3020 (1978)

Una potenza di 20 W per canale era tutt’altro che sconvolgente, ma, a 85 sterline, il 3020 poteva pilotare i diffusori meglio di quasi tutti i suoi concorrenti. L’amplificatore 3020 ha messo tra l’altro NAD sulla mappa dei produttori hi-fi di primo piano tale è stato il suo impatto sul mercato di allora. Parliamo infatti dell’amplificatore hi-fi più venduto della storia. Aveva un equilibrio liscio e corposo, offrendo un suono coerente che si sposava alla grande con alcuni dei diffusori meno raffinati del tempo. Il culto generato dal 3020 presso gli appassionati fu così grande che nel 2013, circa 35 anni dopo il suo debutto, NAD propose il D 3020 riscuotendo ancora una volta un grande apprezzamento di critica e pubblico.

Burmester 777 (1977)

Come musicista, Dieter Burmester (fondatore di Burmester Audiosystem) ha sempre voluto che il suo sistema audio riproducesse la musica nel modo più naturale e puro possibile ed è stato il malfunzionamento di un preamplificatore difettoso che lo ha portato a modellare il primo prodotto Burmester. I preamplificatori sul mercato non erano stati in grado di soddisfare le elevate esigenze di Dieter, che quindi si contruì il suo (il Burmester 777 appunto) ricorrendo anche a parti di macchinari medicali.

Secondo l’azienda, il 777 (così chiamato perché arrivò sul mercato nel settimo mese del 1977) rimane oggi un elemento chiave dei prodotti Burmester, che nel 2007 ha anche realizzato una nuova versione (il preamplificatore Burmester 077) per festeggiare il 30esimo anniversario. Ai tempi, se potevate permettervelo, era un acquisto da fare a occhi chiusi.

McIntosh 50W-1 (1949)

L’amplificatore nella foto è il 50W2 (due pezzi che formano un amplificatore mono da 50W per canale), ovvero il quarto amplificatore di McIntosh realizzato nel 1951. Perché non vi mostriamo l’originale 50W-1? Semplicemente perché le fotografie componenti hi-fi di 71 anni fa sono piuttosto difficili da reperire.

Nel 1946 Frank McIntosh, consulente di design per emittenti televisive, assunse Gordon Gow per aiutarlo a progettare un amplificatore ad alta potenza e bassa distorsione per i suoi clienti. Questo amplificatore sarebbe poi diventato il mitico il 50W-1 e, giusto per farvi capire la sua importanza, comprendeva il primo circuito brevettato di McIntosh (Unity Coupled Circuit) utilizzato ancora oggi nei prodotti dell’azienda americana.

Audiolab 8000A (1983)

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L’Audiolab 8000A ha suscitato grande scalpore nei primi anni ’80. Certo, oggi assomiglia molto a una scatola anonima e grigia con molte manopole, ma ai tempi offriva un suono e funzionalità eccellenti, inclusi controlli di bassi e alti, un controllo di bilanciamento stereo e un selettore di registrazione separato. E il suono era fluido, con molta presenza e dettagli.

Audiolab fu fondata nel 1983 da Philip Swift e Derek Scotland, guadagnando rapidamente consensi in tutto il mondo nello stesso anno proprio con l’8000A, un amplificatore stereo integrato che era sia un naturale passo avanti rispetto ai modelli economici dell’epoca, sia un classico componente hi-fi. Grazie alla sua struttura e alle sue caratteristiche, l’8000A offriva anche un ottimo rapporto qualità-prezzo.

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