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Amazon Echo Link Amp: delusione cocente

Echo Link Amp

In attesa che arrivi anche dalle nostre parti, l’Echo Link Amp è un amplificatore stereo con tanti difetti e pochi pregi. Qui Amazon ha davvero toppato

L’hi-fi è improvvisamente diventato nuovamente un termine di moda, con i grandi nomi della tecnologia che ora corteggiano i fan del bel sentire come mai prima. Sonos, che ha trascorso la maggior parte degli ultimi 10 anni a proporre speaker wireless molto “hipster”, è recentemente tornato alle sue radici con l’amplificatore streaming Sonos Amp. Allo stesso modo, dopo aver iniziato con gli smart speaker Echo che hanno dato la priorità più ad Alexa che non alla qualità audio, Amazon si è concentrata più su questo secondo aspetto per la sua ultima generazione di Echo.

Amazon ha ora anche due componenti “hi-fi” se così si possono definire: l‘Echo Link, che è possibile aggiungere a un amplificatore esistente, e l’Echo Link Amp oggetto di questa recensione, progettato per alimentare qualsiasi coppia di diffusori passivi. Sulla carta Echo Link Amp ha un che di irresistibile visto che costa meno della metà di Sonos Amp e oltre 100 euro in meno del più vecchio Connect: Amp. C’è però un piccolo problema: non suona per niente come un componente hi-fi.

Prima di continuare con la recensione, va detto che questo nuovo nato nella line-up di dispositivi Echo non è ancora disponibile in Italia (non c’è nemmeno in pre-order) ma solo negli USA. Arriverà comunque in Gran Bretagna a inizio maggio e in Germania a fine mese al prezzo di 299 euro e sarà quindi più semplice procurarsene uno nel caso foste interessati. Non direttamente dallo store britannico o tedesco di Amazon ma tramite i noti metodi come Forward2me, che molti appassionati di Apple avranno certamente utilizzato per farsi spedire dall’Inghilterra l’Home Pod alla sua uscita in UK lo scorso anno.


Costruzione

L’Echo Link Amp è sorprendentemente anonimo, tanto che non esiste nemmeno un logo per identificarlo come prodotto Amazon. La finitura nera opaca è interrotta solo da una manopola del volume nera, circondata da 10 LED bianchi che indicano il livello del volume. C’è anche una presa per cuffia da 3,5 mm in basso a destra, ma per il resto l’Echo Link Amp è quasi completamente disadorno. Il pannello superiore è coperto da grate per consentire la fuoriuscita dell’aria, mentre la parte posteriore ospita tutte le altre connessioni.

È una strana mossa per Amazon lanciare un prodotto così anonimo. Anche se potrebbe suggerire fiducia nella qualità del suono, vi aspettereste che Amazon faccia sentire i suoi clienti almeno un po’ speciali. Sfortunatamente non immaginiamo alcun acquirente di Echo Link Amp che lo sarà: questo dispositivo infatti non ispirerà lo stesso interesse e ammirazione degli altri device Echo.

Caratteristiche

Il Link Amp approccia lo streaming musicale allo stesso modo dei diffusori Echo. L’installazione iniziale è semplice e gestita dall’app Alexa, ma per lo streaming effettivo l’app è piuttosto limitata e non intuitiva. Non c’è modo di cercare la musica su più servizi, per esempio, e non c’è modo di aggiungere tracce a una coda di ascolto.

Se usate Spotify non c’è problema, visto che potete semplicemente usare l’app Spotify e selezionare l’Echo Link Amp come destinazione per la vostra musica. Anche gli utenti di Amazon Music troveranno questa app utile, anche se manca anche la possibilità di creare code musicali al volo quando il Link Amp è scelto come destinazione.

Gli abbonati ad altri servizi non avranno la stessa fortuna. L’Echo Link Amp supporta Apple Music, ma non può essere selezionato come dispositivo di riproduzione a causa della mancanza del supporto AirPlay. È accessibile solo tramite l’app Alexa, mentre i servizi più orientati alla qualità come Tidal e Qobuz non sono supportati. La radio Internet è disponibile tramite TuneIn e c’è anche Deezer.

Manca invece il supporto per UPNP, che rende l’accesso ai vostri brani digitali meno semplice di quanto dovrebbe essere. È possibile affidarsi al lettore multimediale Plex, che però non è supportato da tutti i dispositivi di archiviazione di rete e può essere poco intuitivo su quelli che lo supportano, sebbene sia possibile trarre vantaggio dal controllo vocale basato su Alexa.

Su questo versante il Link Amp non ha microfoni incorporati e quindi non è un dispositivo Alexa a pieno titolo. Può essere però facilmente incorporato in un setup Alexa collegandolo a un Echo Dot e impostando le due unità come un unico “gruppo”, con il Link Amp come dispositivo di output. Provate a chiedere “Alexa, fammi ascoltare David Bowie” e la musica del Duca Bianco inizierà automaticamente a suonare dai diffusori collegati al Link Amp.

Potete anche impostare Link Amp da solo in una casa che contiene già dispositivi Alexa. In questo caso basta emettere il comando allo smart speaker Alexa di turno e specificare il Link Amp (rinominato in base a dove si trova in casa) come destinazione. Ad esempio potete dire “Alexa, fammi ascoltare David Bowie nel salotto” nel caso abbiate nominato il Link Amp come “salotto”.

Il primo di questi percorsi è chiaramente il più liscio e semplice e non a caso è anche quello che Amazon sta incoraggiando attraverso un bundle a prezzo ridotto con Link Amp e Echo Dot (329 euro su Amazon.de). È un peccato però che il Link Amp non abbia una presa USB per alimentare un Echo Dot. A parte la mancanza di prese USB, Link Amp ha una buona selezione di connessioni, con ingressi e uscite analogici coassiali, ottici e RCA, oltre a un’uscita cuffie e una coppia di terminali per diffusori passivi. Abbiamo provato un discreto numero di diffusori durante i test, dagli ATC SCM50 di riferimento a quelli più economici come ad esempio gli eccellenti Elac Debut B5.2. Il Link Amp supporta il Bluetooth anche se Amazon non ha rivelato ulteriori specifiche, confermando solo che è conforme al formato A2DP.

Non c’è modo di cambiare manualmente gli ingressi sul dispositivo stesso o nell’app. Link Amp utilizza infatti la commutazione automatica basata su una rigida gerarchia che va dallo streaming al Bluetooth, quindi ottico, coassiale e, infine, RCA. Anche se questa mancanza di controllo diretto da parte dell’utente potrebbe essere irritante, si rivela tutt’altro che problematica durante i test.

Qualità audio

Se è vero che ci sono alcuni limiti nell’usabilità del Link Amp, i veri problemi iniziano quando si comincia ad ascoltarlo. Fin dall’inizio ci accoglie infatti una resa noiosa, disordinata e con davvero poco da offrire in termini di dinamica sia nei saliscendi più tumultuosi, sia soprattutto nei cambiamenti di basso livello più sottili e sfumati.

In The Funeral dei Band Of Horses, anche se l’apertura tranquilla non è malaccio (ma va anche detto che non c’è molto da sbagliare), il Link Amp fatica a offrire al meglio l’eterea qualità della voce e c’è anche una mancanza di ampiezza e spaziosità a livello di soundstage; il brano non “calcia” quando dovrebbe e la prima nota dell’inciso, che dovrebbe avere un certo impatto sonoro ed emotivo, è fin troppo morbida. A conti fatti la combinazione di timing deludente, mancanza di peso e dinamiche quasi inesistenti deruba la musica del dramma e dell’eccitazione.

Passiamo a Ether dei Mogwai, un brano molto emotivo costruito attorno a un lento accumulo di crescendo che però, riprodotto attraverso l’Echo Link Amp, è dinamicamente piatto. Man mano che più strumenti vengono aggiunti all’ensemble, la presentazione diventa più disordinata e meno coerente. Tenere traccia delle singole fila strumentali è infruttuoso e lo è anche ricavare un po’ di eccitazione ed emozione.

Ascoltato con qualsiasi altro amplificatore hi-fi, anche se non di qualità eccelsa, questo stesso brano è corposo, aperto e suggestivo. Ci sono dinamiche sfumate di basso livello per ogni nota e una progressione dinamica ben delineata. Dire che il Link Amp è al di sotto di quello standard è quasi un eufemismo. Passiamo poi a No Captain di Lane 8 e la mancanza di corpo nella voce è evidente; è come ascoltare qualcuno che sussurra rumorosamente e non che usa la sua voce piena.

Ascoltando qualsiasi tipo di musica tramite l’Echo Link Amp, si ha insomma la sensazione fastidiosa di perdere qualcosa, sia che si tratti di punch ritmico, eccitazione dinamica, spaziosità atmosferica o corpo tonale. La cosa migliore che possiamo dire del sound è che non è “offensivo” (non è infatti aspro o brillante o fastidioso), anche se per molti aspetti una resa così inerte è di per sé offensiva.

Verdetto

Potrebbe sembrare che siamo stati fin troppo critici nei confronti di un prodotto che sembra avere un buon rapporto qualità-prezzo rispetto ai suoi diretti rivali, ma non si tratta del costo. I componenti hi-fi di qualsiasi prezzo dovrebbero avere una conoscenza di base della musica, una comprensione fondamentale del ritmo, del tono e della dinamica. Diversi speaker wireless anche da 150-200 euro riescono a gestire questi aspetti in modo comunque dignitoso, ma non l’Amazon Echo Link Amp.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
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Sommario

In attesa che arrivi anche dalle nostre parti, l’Echo Link Amp è un amplificatore stereo con tanti difetti e pochi pregi. Qui Amazon ha davvero toppato.

Pro
Più conveniente degli ampli rivali

Contro
Design anonimo
Sound piatto e senza vita
Supporto dell’app limitato

Scheda tecnica
Potenza: 2x60W
Risposta in frequenza: 20Hz – 20kHz +0/-1dB
Ingressi: ottico, coassiale, RCA
Uscite: subwoofer, ottica, coassiale, RCA, cuffie
Connettività: Ethernet, Wi-Fi n dual-band, Bluetooth (A2DP)
Supporto hi-res: no
Dimensioni: 9 x 22 x 24cm
Prezzo: 299 euro
Sito del produttore: www.amazon.it

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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