Rinviato più volte nell’ultimo anno e mezzo, Black Widow è approdato nei cinema lo scorso 7 luglio. Insieme ad un vero e proprio assalto
Dopo un anno e tre mesi di permanenza nel “congelatore” – l’uscita inizialmente era prevista per aprile 2020, saltata poi più volte a causa del malefico virus cinese – Walt Disney ha sbrinato il kolossal Marvel Black Widow, mandandolo in sala worldwide lo scorso mercoledì 7 luglio. Noi eravamo presenti al day one in due strutture sul territorio per monitorare la situazione – sia tecnica che di pubblico – trattandosi della prima grossa uscita post pandemica. Di seguito vi riportiamo quanto abbiamo avuto modo di osservare.
Dal punto di vista artistico, Black Widow ricalca l’usuale tipologia di film Marvel, centrato questa volta sul passato e sulla chiusura del ciclo narrativo per il personaggio di Natasha Romanoff (Scarlett Johansson). Piazzato nello slot temporale che va dalla fine di Civil War all’inizio di Infinity War, il film prosegue sui classici binari della spy story – similmente a Captain America the Winter Soldier – introducendo comprimari funzionali ai titoli venturi (vedasi l’erede del personaggio, qui interpretato da Florence Pugh) e strizzando l’occhio alle serie TV su Disney+.
Nonostante on line si faccia a gara nel trovare sottesi e/o significati nascosti – sociali o di denuncia come da moda imperante – il film rimane un semplice cinecomic, certamente molto ben realizzato, ma pur sempre limitato – dalla tipologia – nella sua genesi e nel suo svolgimento. E anche gli spunti innovativi, cui la Marvel ci aveva (troppo) ben abituato, cominciano oramai a mostrare il fiatone, demandando il sostegno del film alle – oramai – inflazionate citazioni dei bei tempi che furono.
Tecnicamente la resa è di prim’ordine: noi abbiamo visionato Black Widow con una macchina Sony 4K – pur essendo il DCP un 2K – ed un audio Dolby Atmos. La fotografia alterna momenti “vivaci” ad altri leggermente desaturati – contestualmente l’ambientazione temporale – tutti comunque ben dettagliati e con un contrasto notevole. Gli engine Sony, del resto, sono celebri per l’elevata qualità offerta al pari della manutenzione ordinaria richiesta onde tenerla costante nel tempo. Molto interessante scoprire quanto in più, in termini di differenziazione cromatica, sarà in grado di apportare l’HDR.
Su lato audio poco vi è da dire. Sebbene l’impianto dinamico non sia aggressivo come in altri casi – vedasi Godzilla vs Kong, anche lui riproposto in sala in questi giorni – il canale LFE lavora adeguatamente, mentre il mix riesce a piazzare alcuni effetti Atmos davvero notevoli. Da ascoltare le acrobazie dell’elicottero tra le montagne innevate e – soprattutto – il concitato finale, con uno dei migliori virtuosismi a 360 gradi si siano mai sentiti. Tutte features che in home video – fisico o streaming che sia – non si sentiranno mai, date le inevitabili limitazioni nell’hardware audio.
Il punto centrale del tutto – ad ogni modo – rimane l’elevato afflusso di spettatori che abbiamo riscontrato. Nel solo primo giorno di programmazione, un mercoledi feriale – pure estivo – alla prima rappresentazione si sono presentate più di 60 persone. Nella struttura che si monitora abitualmente, in 5 sale comprese nella fascia 17.30 – 19.30, abbiamo registrato 500 presenze solo per Black Widow. Presenze raddoppiate poi negli spettacoli serali. Una tendenza confermata a livello nazionale con i dati diffusi il giorno successivo, nei quali si riscontra un incasso totale di quasi 600 mila euro: di fatto il nuovo record da quando le sale sono state riaperte.
Chiariamo che, comunque, rispetto i numeri pre pandemia, gli incassi sono ben inferiori. Tuttavia va tenuto conto del contingentamento dei posti e del periodo estivo in corso, storicamente non favorevole al cinema. Almeno in Italia. Dalle stime è abbastanza certo si supererà, abbondantemente, il milione di euro già entro il week end. Questo “assalto” alle sale ci conferma fondamentalmente due cose. La prima che il cinema è vivo e vegeto – almeno per certa tipologia di film – ed il riscontro su grande schermo permane intatto. La seconda, come già avevamo analizzato in un nostro articolo, che se certi film sono stati rimandati più volte, un valido motivo esiste.
Dati alla mano, incassi come questi – pur inferiori alla situazione normale – non esiste streaming e/o accesso VIP che li ripeta. E su prodotti costati centinaia di milioni di euro la differenza non è da poco, come invece molti improvvisati CEO sostengono sui social. Non si può nemmeno escludere che, posto la situazione sanitaria non precipiti di nuovo e gli incassi proseguano su questa scia anche coi prossimi Shang-Chi e Venom 2, si inizino a vedere “transumanze” al contrario, con prodotti che da Disney+ finiscono in sala. Del resto il “richiamo” d’urgenza di Bob Iger al capezzale della dirigenza Disney – dal vago retrogusto di “tutela coatta” – non appare, in tal senso, casuale.
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