Intrattenimento digitale e promozioni sono ormai una coppia che va a braccetto nell’era della tecnologia e del risparmio. Mai come in questi tempi, caratterizzati da una forte vocazione dell’utenza verso l’innovazione, le aziende del settore riorganizzano la modulazione dell’offerta e le proprie campagne di marketing strategico, per distinguersi dai competitors ma soprattutto per convincere un pubblico attento, informato ed esigente.
Ormai chi naviga nel web alla ricerca di una piattaforma di tv in streaming calibrata sui propri gusti, chi cerca un particolare tipo di videogame o consolle oppure chi vuole giocare a distanza, non ha che da scegliere tra gli infiniti risultati dei motori di ricerca, da cui fioccano offerte di ogni tipo.
Gli utenti più critici e diffidenti hanno anche a disposizione i siti di comparazione dei prezzi e quelli che aggregano le offerte: in poche parole, non è semplice convincerli e far sì che i claim e gli annunci promozionali facciano da cartina di tornasole per la scelta finale di acquisto o di iscrizione al servizio.
Il tempo medio speso online dagli italiani per l’intrattenimento, pari al 20,4 per cento del totale trascorso su Internet (dati del rapporto Comscore 2022), è dopotutto il chiaro segnale di una utenza che accede con assiduità ai contenuti, che ha una buona preparazione tecnologica e che sa destreggiarsi tra le diverse proposte.
Di fronte a questo tipo di trend e atteggiamento di consumo dei servizi di digital entertainment, è chiaro che le offerte standard non bastano più, poiché non si basano su una personalizzazione e sull’esclusività del contenuto, il vero valore aggiunto di quella che viene concepita come un’esperienza ludica, più che come un semplice servizio. La risposta degli operatori del settore non si è però lasciata attendere, anche perché la concorrenza è sempre alle porte per il rilancio.
Uno degli strumenti in assoluto più usati per incrociare bisogni e aspettative – non solo economiche e di risparmio – del nuovo utente digitale è il bonus, ovvero un extra rispetto all’oggetto di consumo, proprio come nel marketing tradizionale. L’esempio più classico sono i minuti e i giga extra delle compagnie telefoniche, che ora peraltro sono diventate delle vere e proprie piattaforme di intrattenimento, integrando anche servizi di streaming musicale e audiovisivo e app di svago.
Il bonus come estensione del servizio è tipico anche dell’offerta dei giganti dello streaming, dove a fare la parte del leone sono le “combo”, ovvero quei pacchetti “ritagliati” su misura sull’utente con la formula: “se ti abboni, questo è gratis per te”. Come si è notato il bonus assume forme diverse in base al settore: un campo dove si utilizza molto, sotto forma di credito extra, è anche quello del betting a distanza, e qui i concessionari li indirizzano ai vari tipi di scommettitori, che possono essere più o meno esperti: in pratica c’è un bonus scommesse di benvenuto per i neofiti, uno sul primo deposito per chi apre un conto, uno sui depositi successivi per chi decide di continuare sulla piattaforma e così via con la targhettizzazione dell’offerta.
Quando però gli utenti non sono variegati, e hanno già le idee ben chiare, poiché particolarmente appassionati di un certo settore oppure collezionisti, il bonus come contenuto aggiuntivo ha la caratteristica dell’esclusività, e punta sul fattore “ricercatezza”, ovvero su un surplus che sappia rendere unica, se non irrinunciabile, l’esperienza di acquisto.
Nel mondo dei videogiochi, – un settore ad alto coinvolgimento dell’utente, visto che, secondo il report “IIdea”, si gioca in media 8,7 ore a settimana, per un mercato in ascesa del 3 per cento all’anno – i bonus più ricercati sono quelli sul pre-ordine di un titolo prossimo al debutto, e magari attesissimo dai fan: il meccanismo di funzionamento è semplice perché, se prenota in anticipo l’acquisto del videogame, il giocatore si assicura come beneficio extra un gadget introvabile, un’estensione esclusiva, un aggiornamento gratuito, e così via. Le saghe videoludiche però, generano anche un approccio al gioco fatto di assiduità e costanza nel tempo: non è raro, infatti, che le serie storiche di videogames, giunte a più edizioni e reboot, vengano addirittura rilasciate dalle case madri in abbonamento mensile, con benefit aggiuntivi e contenuti premium.
Attraverso queste tecniche il marketing delle aziende, che ovviamente ha l’obiettivo di incrementare le vendite, riesce a conquistare punti di vantaggio sulla concorrenza e insieme a proporre bonus e extra a basso costo ma ad alto gradimento di pubblico: un binomio vincente, questo, che viene spesso applicato anche in ambito cinematografico, quando ad esempio le case di produzione e di distribuzione rilasciano in commercio le versioni digital e home video di una pellicola con l’aggiunta di minuti extra (curiosità, interviste, scene tagliate) oppure di cofanetti in limited edition.
Fin qui si è parlato di modalità promozionali utilizzate in settori “classici” del digital entertainment, sebbene sempre al passo con le ultime tendenze. Ma, a proposito di new trend, l’ultima frontiera del marketing innovativo d’impresa ora vede come protagonisti anche i social influencer, e anche in questo caso i contenuti extra la fanno da padrona: negli Stati Uniti infatti, Instagram ha di recente lanciato un servizio in abbonamento che permetterà ai follower di ottenere un badge per accedere ai video esclusivi dei propri creator preferiti. È proprio il caso di dirlo, dunque: settore che vai, bonus che trovi.
foto in apertura: da JESHOOTS.COM su Unsplash
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