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Open earbuds: la nuova frontiera degli auricolari true wireless

open earbuds

Non avete mai sopportato gli auricolari tradizionali per la loro scomodità e la sensazione di esclusione dal mondo esterno? Gli open earbuds potrebbero fare al caso vostro

Se vi diciamo Sony LinkBuds WF-L900, Huawei FreeClip e Bose Ultra Open Earbuds, vi viene in mente qualcosa? Forse no, eppure si tratta di tre degli open earbuds (auricolari aperti) più rappresentativi di questo nuovo piccolo settore del mercato dell’audio in portabilità. A differenza degli auricolari true wireless tradizionali, che possono essere più o meno “intrusivi” nelle nostre orecchie e risultare quindi più o meno fastidiosi, gli open earbuds non sono progettati per inserirsi nel condotto uditivo delle nostre orecchie ma si applicano in prossimità dell’apertura del condotto uditivo, che rimane così quasi del tutto aperto.

L’auricolare “col buco” di Sony è quello più intrusivo dei tre modelli

Un’idea che, a prima vista, può ricordare quella degli auricolari a conduzione ossea (come vedremo dopo, si tratta però di una cosa completamente diversa) e che, soprattutto, punta a superare due dei limiti più comuni dei modelli true wireless tradizionali. Ci riferiamo sia alla già citata comodità di utilizzo, sia al fatto che con questi modelli è possibile sentire tutto quello che ci sta attorno anche mentre ascoltiamo musica, proprio perché il condotto uditivo rimane libero.

I FreeClip di Huawei sembrano dei veri e proprio gioielli

Un altro vantaggio si può individuare a livello igienico (non inserendo niente nel condotto uditivo, non ci sono rischi di infezioni batteriche o di spingere troppo in profondità il cerume), mentre come principali limiti segnaliamo l’assenza di un sistema di cancellazione del rumore, che per molti rappresenta un must irrinunciabile quando si parla di auricolari wireless, e un’impronta sonora meno dettagliata e corposa, proprio perché il particolare design degli open earbuds non può assicurare il dinamismo e il “punch” dei modelli più tradizionali.


I Bose sono frenati da un prezzo davvero impegnativo

Se poi non volete avere proprio nulla sulle orecchie, non rimane che affidarsi agli auricolari a conduzione ossea, che trasmettono l’audio sotto forma di vibrazioni attraverso l’osso temporale bypassando completamente il timpano. Si tratta quindi di auricolari votati alla massima comodità e trasparenza, ma la loro conduzione sonora è talmente “lontana” dall’orecchio che musicalmente parlando non abbiamo mai provato auricolari a conduzione ossea in grado di restituire la stessa esperienza audio di auricolari tradizionali (anche di medio livello).

Tornando ai tre modelli accennati in apertura, ognuno di essi ha scelto un approccio al design aperto un po’ particolare (i LinkBuds sono ad esempio quelli un po’ più “intrusivi”), ma tutti esprimono bene questo nuovo concept. I Sony, che risalgono a ormai due anni fa, si trovano online a partire da 99 euro (quasi metà del prezzo di listino), mentre i Huawei partono da 179 euro e i Bose arrivano addirittura a 349 euro. Se non altro sono tre diverse fasce di prezzo che permettono un minimo di scelta e se da un lato i Bose sono davvero costosi per la qualità audio che offrono e i Huawei possono risultare fin troppo “estremi” a livello di design, i Sony potrebbero essere un buon punto di partenza per chi vuole sperimentare gli open earbuds senza spendere troppo.

Parliamo infatti di un modello che se da un lato è estremamente comodo e offre un suono bilanciato e naturale, dall’altro pecca un po’ troppo in dinamica e gamma bassa e non eccelle nemmeno a livello di controlli e funzionalità. In ogni caso, Sony dovrebbe portare presto sul mercato un modello di seconda generazione di cui però non sappiamo ancora nulla. Se però la qualità audio dovesse migliorare in modo significativo, quasi quasi ci facciamo un pensierino.

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