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Una Reference Mode per combattere l’effetto soap opera sui TV?

Se come noi odiate l’effetto soap opera, la mossa di alcuni registi per un inserire un Reference Mode a bordo dei TV non può che suonare come una grande idea.

I registi Christopher Nolan, Paul Thomas Anderson e Jonathan Mostow hanno lanciato l’idea di una sorta di Modalità di riferimento (Reference Mode) standardizzata da includere nei televisori. Hanno contattato per questo i principali produttori di TV tramite la UHD Alliance e stanno anche contattando altri registi attraverso la Directors Guild of America (DGA), che rappresenta gli interessi dei registi cinematografici e televisivi.

La loro principale lamentela con i moderni televisori, e quindi il motivo di questa loro iniziativa, è l’interpolazione del movimento (detta anche smoothing) che calcola e inserisce frame artificiali nel flusso video. Questo può rendere le immagini in movimento più nitide, ma rende anche i film e le serie TV con un aspetto artificiale che conosciamo tristemente anche come “effetto soap opera”. E lo conosciamo bene perché, di default, la prima modalità video selezionata quando accendiamo per la prima volta un nuovo TV presenta proprio questo effetto, piacevole per alcuni ma odiato da una gran parte degli appassionati di cinema… e Home Cinema.

Questo perché l’interpolazione del movimento non è utilizzata nel cinema e i registi vogliono che i produttori di TV smettano di usarla come opzione predefinita per i film. La Reference Mode proposta dai tre registi assicurerebbe che l’interpolazione del movimento sia comunque presente tra le impostazioni dei TV ma disattivata di default, sebbene la Directors Guild of America DGA stia anche tastando il terreno con i registi per sapere se preferiscano stabilire per questa modalità anche altri requisiti in termini di colore, luminosità, livelli di nero e bilanciamento del bianco.


reference mode
Il regista Christopher Nolan

Non è comunque la prima volta che alcuni registi e altri personaggi influenti in quel di Hollywood cercano di combattere l’effetto soap opera, visto che già lo scorso anno James Gunn, Rian Johnson, Christopher McQuarrie, Christopher Miller e Tom Cruise avevano chiesto ai produttori di TV di disattivare di default questo effetto.

Appelli che non sono comunque serviti a nulla visti i risultati odierni che vediamo sui TV più recenti, anche perché sono gli stessi produttori che spingono e sviluppano questi sistemi di interpolazione del movimento. Nomi importanti come Sony, Dolby e Technicolor sostengono da anni di voler riproporre la visione di un regista nel modo più fedele possibile sui TV, per poi permettere l’inserimento di questo effetto nelle impostazioni del televisore (anche in quelle dedicate espressamente ai film).

Magari questo nuovo appello avrà più successo di quelli precedenti (Christopher Nolan e Paul Thomas Anderson sono d’altronde due dei cineasti più influenti degli ultimi anni), anche finora i timidi e pochi tentativi di girare film oltre i 24fps (e più precisamente a 60 fps) come Lo Hobbit e Billy Lynn – Un Giorno da eroe non sembrano aver portato tanta fortuna ai sostenitori dell’HFR (High Frame Rate).

Continuiamo insomma a vivere (almeno per quanto riguarda i film) nel mondo dei 24 fps e in effetti disabilitare di default l’effetto soap opera sarebbe solo una cosa buona e giusta, anche perché l’utente medio e meno esperto potrebbe non sapere immediatamente come eliminare questa resa così “falsa” e artificiosa, che poi è quella che si vede quasi sempre nei centri commerciali assieme alla modalità “vivida” con contrasto, colori e luminosità sparati al massimo (ma questa è un’altra storia).

Sarebbe poi curioso vedere quali benefici, oltre all’assenza di smoothing, questa eventuale Reference Mode potrebbe portare in termini di qualità video. Perché se è vero che già oggi tra modalità Technicolor, Netflix, Dolby Vision, HDR10+ e il neonato bollino IMAX Enhanced è un fiorire di personalizzazioni visive con un occhio alla qualità, sapere Nolan, Anderson e altri registi di primissimo piano (almeno speriamo) coinvolti direttamente nello sviluppo di una modalità “cinefila” ad hoc ci mette già l’acquolina in bocca.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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