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Soundbase: non le ricorda più nessuno, ma guai a sottovalutarle

soundbase

In voga fino a qualche anno fa, oggi le soundbase sono quasi scomparse dal mercato, ma in certi casi possono rivelarsi molto più valide e pratiche delle soundbar

Ve le ricordate le soundbase? Erano speaker ideati appositamente per essere messi sotto i TV ed erano un’alternativa molto interessante alle classiche soundbar. Parlo al passato perché, nonostante siano ancora sul mercato, le soundbase hanno perso molto appeal rispetto a solo due o tre anni fa e sono state fagocitate dalle soundbar nel fornire un audio superiore a quello integrato nei TV.

Le soundbase si contraddistinguono per dimensioni più generose delle soundbar soprattutto come profondità e ciò ha permesso di inserire al loro interno driver più grandi (subwoofer compresi) rispetto a quelli che troviamo mediamente in soundbar nella stessa fascia di prezzo. Inoltre, cosa a cui non si pensa spesso, alcune soundbar sono troppo alte e, se posizionate di fronte al TV, possono nascondere una parte dello schermo, cosa che non succede invece con le soundbase.

Soundbase

Anche con le soundbase bisogna però fare attenzione ad alcuni particolari. Il primo è che lo stand del vostro TV deve appoggiare completamente sulla superfice della soundbase. Alcuni TV hanno un supporto centrale piuttosto piccolo, altri più grandi e altri ancora hanno i classici “piedini” a sinistra e destra. In quest’ultimo caso è quindi difficile che una soundbase sia talmente lunga da comprendere interamente il TV, soprattutto se questo è di grandi dimensioni. Il secondo parametro a cui fare attenzione è il peso massimo che la soundbase può sopportare. In realtà però, a meno che non abbiate un TV superiore ai 77’’, non dovreste avere particolari problemi, visto che la maggior parte delle soundbase può sopportare pesi dai 35 ai 40 Kg.


Un altro limite delle soundbase è che al momento, a differenza delle soundbar, non esistono sul mercato modelli di fascia premium o particolarmente evoluti (scordatevi ad esempio una soundbase Dolby Atmos). Questo perché si tratta di prodotti che non sono mai davvero esplosi a livello commerciale e anche i produttori, che comunque comprendono nomi importanti come Denon, Sonos, Panasonic, Sony e Cambridge Audio, non hanno mai investito in modelli di fascia alta. Eppure, a parità di prezzo, una soundbase può dare più soddisfazioni di una soundbar e se avete un TV con un supporto molto basso ed è quasi impossibile farci stare di fronte una soundbar, una soundbase può rivelarsi provvidenziale.

Di seguito vi riportiamo i tre modelli più interessanti sul mercato.

Canton DM60 – Circa 500 euro 

Questa soundbase a 2.1 canali da 200W (la stessa potenza della più grande e costosa DM100) presenta varie modalità di ascolto insieme alla nuova impostazione Musica, incluse Voce per aumentare la chiarezza dei dialoghi, Hotel per impostare i livelli massimi di volume, Eco per prestazioni a risparmio energetico e un’impostazione regolabile della sincronizzazione labiale. Al suo interno troviamo due woofer da 100mm, due midrange da 50mm e due tweeter da 19mm.

Il supporto al Bluetooth aptX è affiancato da ingressi ottici, coassiali e da un input AUX da 3,5 mm per il collegamento di lettori Blu-ray, TV, lettori musicali portatili e simili (spiace invece, anche in questo caso l’assenza dell’HDMI). Esteticamente, sarebbe difficile individuare le differenze tra la DM60 e la precedente DM55. Troviamo infatti lo stesso telecomando piccolo ed essenziale, i driver rivolti verso il basso e la parte superiore lucida, che secondo Canton può supportare televisori fino a 40 kg.

Sonos PlayBase – 699 euro 

Sul sito Sonos non è più disponibile, ma la PlayBase, uscita sul mercato quattro anni fa, si può trovare online abbastanza facilmente. Il design della PlayBase è estremamente semplice ed essenziale, ma anche molto solido, tanto che questa base sonora supporta un peso fino a 35 Kg senza mostrare il minimo segno di cedimento. Se poi il design è super minimale, con solo un tasto fisico (per il pairing) e un paio di tasti sensibili al tocco per la riproduzione e il controllo del volume, non mancano alcuni gustosi dettagli, come i 43.000 forellini in cinque diverse misure che servono a regolare il flusso d’aria tra le diverse sezioni dello speaker.

I dieci altoparlanti al suo interno (sei midwoofer e tre tweeter più un woofer) ricreano infatti una scena estremamente precisa ed estesa orizzontalmente, seppur venga a mancare un autentico effetto surround tipico di sistemi multicanale. La riproduzione musicale è restituita con un ottimo dettaglio e con una resa dinamica e brillante e, in generale, si apprezzano particolarmente il sound corposo e “pesante” che la PlayBase è in grado di restituire.

Tenete però conto che non c’è l’HDMI ma solo un ingresso ottico, ma di contro si possono abbinare in modalità wireless gli speaker Sonos Play:1, Play:3 o Play:5 e utilizzarli come surround destro e sinistro, in modo da ottenere una configurazione 5.0. Volete anche il .1? Basta aggiungere il Sonos Sub e il gioco è fatto.

Teufel Cinedeck Surround Set: 999 euro 

Teufel la chiama Cinedeck, ma sempre di soundbase si tratta. Questo set da 999 euro comprende la Cinedeck e i diffusori surround wireless Effekt, la cui presenza permette di ottenere un sistema a 5.0 canali. L’interno della soundbase è occupato da 9 driver ad alte prestazioni (tra cui due woofer da 130mm), con un vero canale centrale per la migliore intelligibilità del parlato possibile e otto amplificatori di potenza per volumi che Teufel definisce come adatti in ambienti fino a 25 m² (parliamo di 220W di potenza totale in classe D).

La tecnologia Dynamore Ultra sfrutta due driver side-firing per un suono surround virtuale e non mancano Bluetooth aptX, uscita HDMI-ARC, line-in, ingresso digitale ottico e funzione scheda audio USB. La Teufel Cinedeck è compatibile con tracce in DTS e Dolby digital, è lunga 80 cm e pesa circa 11 Kg. Se invece gli speaker surround non vi interessano, il prezzo della sola soundbase è di 649 euro.

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