Il coinvolgente thriller The Game arriva finalmente in Blu-ray, confezionato su misura da Universal per il mercato italiano. Ottimo il video è c’è anche l’audio lossless.
Nicholas Van Orton è un ricchissimo e spietato uomo dell’alta finanza, un personaggio che ricorda molto da vicino Gekko di Wall Street sempre interpretato da Michael Douglas, che pensa solo agli affari e si è allontanato dalla ex-moglie e da ogni tipo di rapporto umano informale. Il giorno del suo compleanno, Nicholas riceve dal fratello (Sean Penn) un misterioso regalo: una tessera che gli permette di partecipare a un gioco “confezionato su misura per ogni partecipante” di cui non si conosce né l’obbiettivo né le regole, ma che il fratello assicura essere un’esperienza elettrizzante.
Incuriosito, Nicholas si reca alla sede della CRS, l’azienda organizzatrice del gioco, ma dopo essersi sottoposto a una serie di test fisici e psicologici, la partecipazione gli viene negata. Eppure, di lì a poco, una serie di inquietanti eventi iniziano a turbare la vita dell’uomo d’affari, che viene a trovarsi al centro di quello che si delinea ora dopo ora come un incubo: gli agenti della CRS sembrano ovunque e Nicholas si ritrova al centro di un complotto che mette in pericolo la sua vita e il suo impero finanziario.
Girato dopo lo straordinario Seven, The Game vede David Fincher impegnato nuovamente nel riscrivere le regole del classico thriller, costruendo su un personaggio in prima battuta sgradevole e antipatico un meccanismo a orologeria di progressiva immedesimazione, mettendoci nella stessa condizione del protagonista di non potersi fidare di nessuno, instillando tensione e paranoia minuto dopo minuto. Se la costruzione e l’escalation della tensione risultano perfette è merito anche del cast perfettamente in parte, dell’atmosfera cupa ma realistica e delle reazioni credibili dei personaggi.
Solo il finale, che al tempo dell’uscita poteva apparire geniale, dopo i tanti film “con agnizione finale” che si sono susseguiti negli anni recenti, ora appare un po’ troppo forzato e meno convincente rispetto ad altri della filmografia di Fincher, ma i brividi provati durante la corsa valgono comunque il prezzo del biglietto.
VIDEO
The Game era “fermo” all’edizione DVD Cecchi Gori del 1998: pur se tutto sommato dignitosa, la pellicola di Fincher “gridava vendetta” nel vedersi negata una trasposizione HD e il passaggio dei diritti a Universal ha consentito la realizzazione di una (abbastanza rara per un titolo di catalogo) edizione localizzata realizzata ad hoc per il nostro paese. L’autoring è quindi stato realizzato in Italia da 64biz partendo dallo stesso master della prestigiosa edizione americana Criterion, dalla quale riportiamo l’origine dei materiali:
“Supervised by director of photography Harris Savides and approved by director David Fincher, this new digital transfer was created in 2K resolution on a Northlight film scanner from the original camera negative“.
La resa su schermo fa subito dimenticare il vetusto DVD di The Game grazie a un’immagine squisitamente cinematografica, con una grana molto fine e mai invadente (ad esclusione dei brevi flashback che sono volutamente molto rovinati e confusi per scelta stilistica). Il dettaglio in tutte le zone del quadro è molto pronunciato e sugli sfondi o in secondo piano in molte scene emergono dettagli che erano “inghiottiti” dall’oscurità nella versione standard definition e anche il croma è alquanto diverso in molte scene, ripristinando la resa secondo il volere dei realizzatori.
La temperatura del colore è molto variabile: si passa da ambienti cittadini molto freddi con luci tendenti al blu ad altri momenti più caldi dagli incarnati leggermente più naturali. Ulteriore nota positiva, l’encoding generoso che ha portato il bit-rate video a livelli superiori della suddetta edizione Criterion, sfruttando per larga parte lo spazio a disposizione sul BD-50.
AUDIO
Trattandosi di un’edizione realizzata in Italia e per l’Italia non sussistono le usuali logiche Universal che relegano il doppiaggio italiano al semplice DTS half-rate e infatti nel disco troviamo la nostra lingua in DTS-HD Master Audio 5.1, la stessa codifica riservata all’inglese. Purtroppo a parità di codifica la resa non è affatto identica, con la nostra traccia che non riesce ad andare oltre una resa più che discreta ma non regge il confronto con la più vigorosa e dinamica versione originale.
Il mix 5.1 ha ormai un po’ di anni sulle spalle e non era dei più precisi a livello di posizionamento degli effetti sui diffusori e tracciamento dei panning, tuttavia il coinvolgimento generale è buono e tale da contribuire notevolmente ad aumentare il livello di tensione (complice il sottilmente inquietante motivo di pianoforte che accompagna molte scene). La resa è più che soddisfacente a patto di non paragonare l’impatto e la precisione con una traccia di ultima generazione. Ottima in entrambi gli idiomi la resa dei dialoghi.
EXTRA
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