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AFmusica: Jimmy Cobb – Jazz in the Key of Blue

Quando nel lontano 1959 l’immenso Miles Davis dava alle stampe Kind of Blue, il capolavoro che qualunque appassionato di jazz annovera nella sua collezione per quanto piccola essa sia, lui c’era. Era il batterista di quell’opera, un lavoro che avrebbe rivoluzionato l’assioma modale del jazz.

 

JIMMY COBB – JAZZ IN THE KEY OF BLUE – IL DISCO: parlare di un musicista che ha partecipato alla registrazione di un disco epocale – e non solo quello – non è semplice, se non altro per quell’aura di sacralità che circonda chi ha vissuto attivamente e fatto concretamente la storia della musica.

L’opera cui mi riferisco – circa la quale potete leggere la nostra recensione qui – rappresenta un profondo solco nel tempo, per certi versi ne segna prepotentemente un momento, quasi un incidente probatorio in grado di cristallizzare un evento inserendolo in un periodo storico e cronologico ad imperitura memoria.

Questo disco, il cui titolo rimanda abbastanza esplicitamente al seminale lavoro di Davis, presenta un quartetto composto da veri e propri maestri dello strumento, musicisti che in questo caso si trovano in un letterale stato di grazia.


Alla tromba Roy Hargrove, Russel Malone alla chitarra, John Webber al contrabbasso (già in attivo col Cobb’s Mob, l’omonimo quintetto) ed il nostro alla batteria; c’è n’è parecchia di carne al fuoco quindi.

Roy Hargrove in azione: il grandissimo trombettista ci ha prematuramente nel 2018

 

Il disco è morbido – definibile d’atmosfera – ed a parte una composizione di Cobb, la scelta ha attinto dal meglio del songbook americano (Berlin, Porter e Mercer tra gli altri) e tutti i brani sono liricamente interpretati in modo davvero accattivante.

JIMMY COBB – JAZZ IN THE KEY OF BLUE – QUALITÀ SONORA: se l’ho fatta breve con l’introduzione, non lo sarò altrettanto nella descrizione tecnica di questo eccellente lavoro, ed ho degli ottimi motivi.

L’azienda è nota per la qualità delle sue incisioni, fin da tempi insospettabili beneficiarie di una maniacale cura tecnica, aspetti che derivano da una determinata filosofia che CHESKY RECORDS sembra prediligere: la registrazione in ambienti naturali piuttosto che all’interno di uno studio.

Questo rende l’evento molto più vivo, palpabilmente più realistico.

Altro non trascurabile dettaglio, sta nell’uso di un singolo microfono di altissima qualità disposto esattamente davanti agli artisti, un dispositivo in grado di raccogliere tutte le informazioni sonore senza dover successivamente intervenire per bilanciare i livelli degli strumenti.

Oltre a questo, l’uso di elettroniche proprietarie di cui alcune facenti uso di valvole, dona alla registrazione quelle caratteristiche di morbidezza tanto apprezzate dagli appassionati.

Ecco quindi che gli strumenti diventano quasi tangibili, connotati da un realismo davvero elevatissimo, disposti in uno spazio ampio e profondo e perfettamente miscelati tra loro, anche grazie alla descritta tecnica di ripresa, oggettivamente in grado di preservare meglio i piani sonori.

La tromba di Hargrove – in realtà si tratta di un flicorno soprano – è quanto mai lirica, densa e pastosa, rende la melodia veramente irresistibile. Malone e la sua chitarra dal tono ovattato risuona splendidamente nell’ambiente, sostenendo e rifinendo con delicati dettagli tutti i brani. Molto ben ripreso il contrabbasso, le cui risonanze hanno modo di estendersi in tutte le direzioni favorendo il decadimento, quel lieve allungamento che lo rende ancora più realistico.

Resta la batteria di Cobb, per la maggior parte accarezzata con le spazzole, la cui tipica sonorità è assolutamente verosimile a quanto riscontrabile dal vivo, non scherzo, incredibilmente realistiche.

Una recente immagine di Cobb, scomparso nel 2020 alla veneranda età di 91 anni

 

L’incessante lavoro svolto sul rullante – la cui pelle è sabbiata, ne sono assolutamente certo data la sonorità – è perfettamente reso senza inopportune sovraesposizioni, morbido come può esserlo un rullante e giustamente risonante; perfetti gli altri tamburi, fusto e pelle in bella (leggi giusta) evidenza. Piatti al loro posto, ovvero non troppo sollecitati, complice anche il genere che non lo ri-chiede di certo.

JIMMY COBB – JAZZ IN THE KEY OF BLUE – QUALE EDIZIONE SCEGLIERE: edito su etichetta CHESKY RECORDS, la presente opera è reperibile esclusivamente su CD oppure CD/SACD ibrido. L’ascolto è stato effettuato con entrambi gli strati e quello SACD – seppure di poco data l’elevatissima qualità generale del prodotto – aggiunge una lieve spazialità in più al palcoscenico oltre ad un’aumentata veridicità degli strumenti. In ogni caso andrete sul velluto…

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

 

AFmusica, la rubrica di AFdigitale che porta all’attenzione del pubblico audiofilo la migliore musica pubblicata nel nostro paese e non solo. Alle etichette discografiche “all’ascolto”: contattateci a info@mbeditore.it per la recensione delle vostre opere.

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