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Diritto alla riparazione in UE: consumatori più tutelati e riparazioni meno costose

Il Parlamento europeo ha adottato una direttiva sul diritto alla riparazione che renderà più semplice per i consumatori riparare i propri dispositivi. Ecco cosa cambierà nei prossimi anni

Con l’obiettivo di realizzare un modello di economia circolare entro il 2050 nel quadro del Patto Verde europeo (la tabella di marcia dell’UE per raggiungere la neutralità climatica per il 2050), nei giorni scorsi il Parlamento europeo ha approvato la riforma del regolamento sul cosiddetto “diritto alla riparazione”. Il progetto di questa disposizione mira a incoraggiare un consumo più sostenibile facilitando la riparazione di beni difettosi, riducendo i rifiuti e sostenendo il settore delle riparazioni.

“Il diritto alla riparazione per i consumatori diventa finalmente realtà. Riparare i prodotti sarà più semplice e conveniente rispetto all’acquisto di nuovi prodotti più costosi. Questo rappresenta un traguardo importante per il Parlamento e dimostra il suo impegno a supportare i consumatori nel combattere il cambiamento climatico”, ha dichiarato a margine dell’annuncio il relatore del Parlamento, René Repasi (S&D, DE).

Secondo un’indagine del 2020 di Eurobarometro, il 77% dei consumatori dell’UE preferirebbe riparare i propri beni piuttosto che acquistarne di nuovi, ma poi finisce per sostituirli o scartarli a causa degli elevati costi delle riparazioni e della mancanza di servizi forniti.


Un altro ostacolo a un consumo più sostenibile è l’obsolescenza. Alcuni prodotti sono progettati per guastarsi dopo un certo tempo di utilizzo e, in molti casi, i componenti dei dispositivi sono assemblati in modo tale da non poter essere rimossi e sostituiti. Bisogna poi considerare che l’elettronica è la fonte di rifiuti che cresce più rapidamente nell’UE e che le riparazioni di dispositivi elettronici costituirebbero un beneficio per l’ambiente, portando a una riduzione dell’uso delle risorse, a minori emissioni di gas serra e a un minor consumo di energia.

In questo scenario, il Parlamento ha presentato una serie di proposte alla Commissione europea, con lo scopo di rendere le riparazioni periodiche, convenienti e facili da effettuare. Ecco come:

diritto riparazione

  • I venditori saranno obbligati a dare priorità alla riparazione durante il periodo di garanzia legale, se questa è più conveniente o uguale in termini di costo rispetto alla sostituzione di un bene
  • La riparazione deve essere offerta a un prezzo “ragionevole”, in modo tale che i consumatori non siano intenzionalmente dissuasi dal richiederla
  • La garanzia legale sarà di un anno a seguito della riparazione del prodotto
  • I consumatori avranno il diritto di richiedere la riparazione di prodotti quali lavatrici, aspirapolveri e smartphone anche dopo la scadenza della garanzia. L’elenco delle categorie di prodotti idonei alla riparazione potrà essere esteso nel tempo.
  • Durante il periodo di riparazione dovrà essere offerta la possibilità di noleggiare un dispositivo sostitutivo
  • Qualora un dispositivo risultasse irreparabile, ai consumatori dovrà essere offerta la possibilità di acquistare un’unità ricondizionata come alternativa
  • Per facilitare la ricerca dei centri di riparazione più vicini, verrà lanciata una piattaforma europea con sezioni dedicate ad ogni Paese
  • Saranno forniti incentivi affinché i consumatori scelgano di riparare invece di sostituire i prodotti o di ricevere un dispositivo sostitutivo per la durata della riparazione
  • I produttori saranno obbligati a fornire informazioni trasparenti su manutenzione e riparazioni nonché a garantire aggiornamenti del software per un periodo minimo
  • L’assicurazione che i prodotti siano durevoli, facili da riparare e contengano parti rimovibili e sostituibili
  • Ai consumatori dovranno essere fornite tutte le informazioni sulla riparabilità dei dispositivi, in modo da poter valutare e confrontare i diversi servizi di riparazione
  • Le aziende tech non potranno impedire che le officine indipendenti utilizzino parti stampate in 3D o di seconda mano per le riparazioni, né potranno rifiutarsi di riparare un dispositivo che in passato è stato già riparato da soggetti di terze parti

Una volta che la direttiva sarà stata formalmente approvata anche dal Consiglio e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale. Ci vorrà insomma un po’ di tempo perché questi 12 punti programmatici diventino realtà e inizino a cambiare le nostre abitudini di utilizzo e di acquisto di prodotti. Si tratta in ogni caso di un passo avanti importante e positivo nei confronti dei consumatori e decisamente più negativo per i produttori, che puntano proprio su un ciclo di aggiornamento dei loro dispositivi il più breve possibile (l’esatto contrario di quello a cui mira la nuova direttiva).

C’è chi però non è rimasto del tutto soddisfatto. Pur applaudendo in generale le nuove disposizioni, il gruppo Right To Repair Europe, che rappresenta più di 130 organizzazioni, ha affermato che ci sono formule poco chiare (cosa si intende, ad esempio, per “prezzo ragionevole” dei pezzi di ricambio?) e opportunità mancate. La lista dei prodotti interessati sarebbe potuta essere più ampia in quanto a categorie e mancano dalla direttiva i prodotti acquistati dalle aziende (B2B) e per il settore industriale, visto che almeno per il momento si parla solo di beni venduti a utenti consumer. La lista dei prodotti interessati, che potrà comunque essere ampliata nei prossimi 12 mesi, comprende lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, frigoriferi, TV, monitor, aspirapolvere, server e storage dati, smartphone e tablet.

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