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La terminologia dell’Alta Fedeltà: comprendere l’incomprensibile

Avvicinarsi ad un contesto poco conosciuto, soprattutto se basato su contenuti tecnici notevolmente complessi come l’Alta Fedeltà, può indurre il neofita a ritenere che determinati aspetti siano praticamente sovrapponibili quando invece, pur condivisi, si riferiscono a contesti diversi sebbene identificati dai medesimi termini.

A tale proposito è sufficiente riferirsi a due tra i sostantivi maggiormente frequentati in ambito Alta Fedeltà: watt (W) e decibel (dB), due grandezze indifferentemente associate ad amplificatori, diffusori nonché a determinati contesti come le dimensioni di un ambiente oppure alla distanza d’ascolto.

James WATT: a lui si deve la denominazione della conosciuta unità di misura della potenza

 

Tecnicamente parlando, infatti, pur essendo questi valori riferibili in senso generale ai citati dispositivi di riproduzione oppure ad altri ambiti – ed anche qui occorre distinguere cosa esattamente facciano pur essendo definibili tali – non è affatto univoco il loro uso, nel senso che malgrado si tratti delle stesse grandezze diverso è il riferimento.

In merito ai watt, ad esempio, non è infrequente nei neofiti la convinzione che i diffusori “abbiano” una certa quantità di potenza piuttosto che “sopportarla”, questo poiché nelle caratteristiche tecniche fornite dal costruttore la potenza sopportata, appunto, è espressa in watt.


Idem dicasi per la risposta in frequenza, sempre dichiarata dei dispositivi audio onde far comprendere quali siano le prerogative di una data elettronica, la cui ampiezza solitamente descrive virtualmente le prestazioni esprimibili almeno su carta, perché poi le cose molto spesso stanno diversamente.

In ogni caso, al fine di fornire un utile strumento di riferimento ai lettori – non necessariamente neofiti quindi – abbiamo pensato di argomentare un po’ quelli che sono i termini e gli acronimi maggiormente utilizzati in Alta Fedeltà, soprattutto allo scopo di chiarire come questi, come già evidenziato potenzialmente sovrapponibili, non necessariamente debbano essere interpretati e considerati nel medesimo modo.

DATI DI TARGA DELLE ELETTRONICHE AUDIO: l’apparenza inganna

Le caratteristiche tecniche solitamente dichiarate dai costruttori, circoscrivono in un ambito abbastanza comune i valori ritenuti utili al fine di poter formulare un giudizio sul prodotto – ne più ne meno che quello che è possibile leggere nei volantini dei vari negozi di elettronica in riferimento ai cellulari – poche e circostanziate notizie che permettono di inquadrare il prodotto nell’immediato.

Solitamente poi, approfondendo meglio, si scopre che determinate caratteristiche non fanno per noi oppure sono ridondanti oppure ancora – il che è pure peggio – si riferiscono ad un prodotto oramai invecchiato, il che determina il favorevole prezzo.

Per sovrapposizione quindi, anche in ambito Alta Fedeltà occorre una certa attenzione nell’inquadrare bene quelli che sono i valori a noi effettivamente utili ai fini di una scelta adeguata.

La classica morsettiera posta alle spalle di un amplificatore: notare il selettore di impedenza

 

Un amplificatore che fornisca 30 w/ch su 8 Ohm non ha nulla in comune con un diffusore che sopporti la medesima potenza ed abbia identica impedenza; nel primo caso ci si riferisce alla potenza in watt che il suddetto amplificatore fornisce su una data impedenza, nel secondo alla potenza – usualmente RMS – che i diffusori possono sopportare senza rompersi. questo a prescindere dalla loro impedenza.

Ed abbiamo appena incontrato un acronimo piuttosto frequentato in questa passione – Root Mean Square – che indica il valore medio di potenza che il diffusore gestisce senza problemi oppure, l’amplificatore produce in assenza di distorsione eccessivamente elevata.

L’integrato valvolare LINE MAGNETIC LM211ia: 15/32 watt/che a seconda della configurazione a Triodo oppure in Ultralineare

 

Medesimo discorso può poi essere fatto con la RF – un ambito nel quale sono grandi le differenze tra i due dispositivi – malgrado entrambi siano in grado di gestire porzioni di banda audio più o meno ampie, quella dell’amplificatore sarà alquanto diversa da quella riferibile ad un diffusore, basta osservare i grafici a parità di risposta, laddove questi ultimi manifestano variazioni molto più evidenti rispetto all’amplificatore.

Che a sua volta avrà comportamenti differenziati in base all’impedenza dei diffusori, che dovesse essere alquanto bassa e concentrata  a frequenze particolarmente energetiche, darà filo da torcere all’ampli ove questo non sia ben equipaggiato dal punto di vista dell’alimentazione.

Diffusori a tromba Klipschorn: tra i maggiormente efficienti sul mercato (105dB/1w/1m)

 

Altro discorso riguarda il valore di efficienza esprimibile da un diffusore – solitamente espresso in dB – che fornisce una parziale idea del livello cui un’elettroacustica può spingersi con un semplice watt alla distanza di un metro, distanza alla quale è appunto misurato tale valore; diffusori dichiarati per 100dB/1w/1m – in confronto ad esemplari dati per 90dB/1w/1m – suoneranno tre volte più forti, situazione che depone per un sostanzioso risparmio nei confronti della potenza occorrente per gestirli; minore potenza e minore costo vanno solitamente a braccetto.

Chiaramente abbiamo esaminato solo una piccola parte dei molti termini afferenti all’HiFi, ciò malgrado, quelli esaminati rappresentano un po’ la base di quanto è possibile incontrare lungo il percorso di questa bella passione, teneteli d’occhio e difficilmente prenderete grossi abbagli.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

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