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L’importanza del Pathos

Secondo il pensiero greco, il termine Pathos si riferisce alla parte irrazionale dell’animo umano, quella più emozionale, svincolata dai limiti imposti dal raziocinio ed in grado di farci soffrire o coinvolgere emotivamente in un evento. Sapete bene che l’audio ed il video – maggiormente quando uniti tra loro – sembra si rafforzino a vicenda, una positiva sinergia che ci consente di vivere con maggiore intensità le emozioni dell’evento cui stiamo assistendo.

 

IL PATHOS: OVVERO L’IMPORTANZA DEL DETTAGLIO

Senza voler fare alcuna accademia relativamente alla filosofia posta alla base del pensiero greco e di tutto ciò che gli ruota attorno, incluse le interpretazioni di molti studiosi – uno su tutti Martin Heidegger – occorre sottolineare come il parlare e l’ascoltare siano intimamente collegati.

Potrebbe sembrare un’affermazione ovvia ma non lo è, poiché potremmo sentire qualcuno che parla senza prestare la minima attenzione a ciò che dice.


Da più parti avrete certamente sentito che sentire ed ascoltare non sono esattamente equivalenti; al pari della differenza tra guardare ed osservare, ascoltare richiede attenzione ai dettagli, quei dettagli che sono alla base della differenza tra i due verbi.

Non per nulla esistono detti che vogliono che siano “i dettagli a fare la differenza” oppure che “il diavolo si nasconde nei dettagli” oppure ancora – come sosteneva Nietzsche – come possa “un dettaglio, un particolare, oscurare l’intero crescendo a sue spese“. Ma talvolta i dettagli non si vedono, sono suggeriti, oppure trovano la loro ragione di vita nel fatto che chi ascolta un brano musicale possa individuarli e goderne.

Il Pathos è uno di questi.

IL PATHOS: QUALCUNO SA COME SIA FATTO?

Se dovessimo descriverne la forma, la prima cosa da fare sarebbe sfruttare una metafora.

Non è rotondo ne quadrato, non possiede una morfologia assimilabile a qualcosa di noto, è impalpabile, immateriale, etereo. Eppure, malgrado questo essere-non-essere (nulla a che vedere con l’amletico dubbio) riesce a farci sentire oltre il semplice ascolto, è l’elemento in grado di creare una potente connessione emotiva che ci avvicina all’artista nel momento della composizione.

Nel video poi, la cosa assume aspetti fondamentali: una colonna sonora ben fatta è in grado di sottolineare in maniera finanche prepotente l’azione.

A tal proposito, rammento un film francese del 2002 scritto e diretto da Gaspar Noè – dal titolo Irréversible – molto ben interpretato da Vincent Cassel insieme alla nostra Monica Bellucci nel quale – durante l’alquanto nota scena dello stupro – è stata volutamente inserita una (piuttosto fastidiosa) frequenza a 30 Hz proprio al fine di generare uno stato di ansia nello spettatore, qualcosa che aiutasse a vivere meglio la particolare situazione sperimentata dall’attrice.  Non sono molti a saperlo – probabilmente i cinefili ne saranno a conoscenza – ma mediamente parlando la cosa non è così nota ne è stata reclamizzata più di tanto, ma tant’è.

Vogliamo parlare di uno dei film dove la colonna sonora è intimamente collegata all’azione? Il Cavaliere oscuro ad esempio? Anche in questo caso la parte emozionale maggiormente ansiogena – e non si tratta affatto di un caso – è affidata alle basse frequenze.

Ne deriva che un sistema audio di qualità è in grado di aumentare il realismo di ciò che vediamo e quindi – per sovrapposizione – incrementare la parte emotivamente coinvolta nella visione aumentando il pathos.

E allora perché castrarsi?

MIGLIORARE L’AUDIO DEL VIDEO

Non è cosa nuova che molti televisori, pur dotati di un display in grado di fornire prestazioni eccellenti – davvero incredibili in certi casi – siano purtroppo gravati da prestazioni audio al limite dello sgradevole, qualcosa che potenzialmente distrugge quanto di buono fornisca la prestazione visiva.

Soprattutto i modelli di minori dimensioni (32-40″) sembrano essere quelli in cui la parte audio è oltremodo scarsa: io stesso sono stato costretto a prendere una soundbar tanto penosa era la riproduzione di un TV Samsung da 32″ da me recentemente acquistato, ma posso assicurarvi che a fronte di una prestazione video molto più elevata del precedente modello, la parte audio è quasi imbarazzante.

Ed in effetti, da quando la riproduzione audio del suddetto TV è stata affidata alla soundbar il coinvolgimento emotivo è notevolmente aumentato, prova che un bel suono ha la sua importanza, non c’è nulla da fare.

A parte questo tipo di dispositivi, è possibile in ogni caso sfruttare il nostro sistema ad alta fedeltà per il video con facilità ottenendo in ogni caso ottime prestazioni.

Anche un semplice sistema 2.0 può dare ampia soddisfazione relativamente all’audio del TV

Il semplice collegamento via cavo dell’uscita di linea del TV (solitamente attestata su connettori RCA) ottiene di riprodurre il segnale audio attraverso qualsiasi impianto Hi-Fi, ma è anche possibile collegare nello stesso modo l’uscita cuffia tramite apposito cavetto – jack da 3.5 mm/RCA – oppure, nel caso il vostro ampli possieda un ingresso digitale, attraverso il collegamento ottico di cui qualsiasi TV è dotato.

Tutti sistemi che consentono di sfruttare quello che già avete in casa!

Come al solito, ottimi ascolti!!!

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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