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Master cinematografico e master musicale

Continuiamo l’approfondimento sulla nascita dell’home Entertainment chiarendo alcuni concetti basilari indispensabili per comprendere appieno il fenomeno. Che differenza c’è tra un master cinematografico e uno musicale?

Abbiamo visto come George Lucas, con il sistema THX, abbia stabilito delle regole generali per costituire impianti audio-video che potessero ricreare in casa il master come era stato realizzato in fase di costruzione in sala di registrazione. Tutto questo è stato possibile perché le condizioni di elaborazione del master cinematografico e la sua riproduzione sono comuni e riproducibili nella maggioranza degli ambienti domestici. Questo a condizione che si installi correttamente l’impianto audio-video nella propria sala home theater.

 

Il Master musicale

Chiunque ascolti musica con un impianto HiFi stereofonico, si sarà accorto della grande differenza esistente tra un disco o CD e l’altro, spesso perfino tra un brano e l’altro dello stesso disco! A che cosa è dovuto tutto ciò? Al fatto che nella registrazione musicale non esiste uno standard di riferimento. Mi spiego: l’unico elemento che accomuna le registrazioni stereofoniche… é la presenza dei due canali!

L’ingegnere del suono, infatti, ha totale libertà di “creare” un missaggio (arrivando perfino ad usare 48 canali!), purché il risultato finale venga ricondotto ai due canali, e quindi isola ogni singolo strumento o voce e gli dà il “peso e colore” (come viene chiamato in sala di registrazione) che ritiene più opportuno secondo la sua creatività.


protools Mix
Schermata di controllo delle tracce di un mix ProTools

A questo si aggiunge una pratica molto frequente negli ultimi decenni: quella di costruire il disco a “pezzi”, usando diversi studi di registrazione (per esempio cominciare a Milano e poi fare gli ultimi ritocchi negli studi di Londra ecc.). I musicisti stessi, parlando della musica pop/rock ad esempio, suonano in “tempi” diversi. Esempio, lunedì si registra la base ritmica, mercoledì il solista con la base in cuffia aggiunge la voce, i fiati il venerdì e avanti così, fino “all’incollaggio” finale.

Steven Wilson studio
Steven Wilson mentre registra delle take di chitarra direttamente in sala regia

Talvolta la registrazione di un brano avviene in luoghi e momenti completamenti diversi per ciascuno degli strumenti in esso presenti, e lo stesso può valere per le successive fasi di missaggio e mastering.

Quanto sopra descritto fa chiaramente capire come ci possa essere differenza tra un brano e l’altro di uno stesso disco.

Alpha Omega studio
Alpha Omega studio – Como

Un altro elemento ancora più influente che determina la differenza tra un disco e l’altro è l’equalizzazione delle frequenze. In linea teorica, le basse frequenze (la cassa della batteria, basso elettrico, organo, timpani), le medie frequenze (voce), le alte frequenze (violini, i piatti della batteria), dovrebbero essere riprodotti con lo stesso equilibrio, cioè nessun elemento dovrebbe sovrastare gli altri in modo che il missaggio finale sia un tutt’uno armonico.

Questo in teoria, in pratica l’ingegnere del suono deve decidere : quante basse frequenze? Quante medie? Quante alte frequenze?

mastering
Sessione di mastering per ottimizzare l’equalizzazione (Eleven Mastering studio)

Ricordo a questo proposito una registrazione a cui ho partecipato come executive producer per una incisione di musica classica in cui, alla fine della registrazione di un pezzo, i musicisti in camera di regia chiedevano ognuno di alzare il volume del proprio strumento (una richiesta tutt’altro che infrequente). E’ difficile per un ingegnere del suono accontentare tante prime donne senza sacrificare la qualità del risultato finale!

orchestra recording

Chi conosce e ascolta musica classica distingue facilmente una registrazione di musica sinfonica Karayan/Deutsche Grammofon da una registrazione Solti/Decca. Leggera sulle basse e aperta sulle alte la prima, e decisamente solida sulle basse e meno presente sulle alte la seconda. Esempi se ne possono fare all’infinito, ma penso di avere chiarito il concetto.

recording orchestra morricone
sessione di registrazione orchestrale con Ennio Morricone

Ulteriore elemento di diversificazione tra i dischi è rappresentato dai diversi monitor da studio presenti nelle sale di registrazione. Chi adora le JBL, chi le Tannoy, chi PMC, B&W, chi non rinuncerebbe alle Genelec attive ecc.

A questo si aggiungono le mode (anche nel mercato professionale esistono le mode!), come le piccole Yamaha NS10 lanciate da Michael Jackson, o le Auratone ancora più piccole.

studio recording

In ultimo, il dilemma forse più grande per un ingegnere del suono : questo missaggio lo ottimizzo perché si senta bene su impianti milionari o in macchina? Con gli auricolari e lo smartphone o i piccoli altoparlanti di un computer?

Si racconta che un grande tenore italiano, conosciuto in tutto il mondo (solitamente in coppia con altri due tenori), desse la sua approvazione finale al missaggio, quando lo avesse ascoltato in cuffia su un piccolo registratore portatile!

Tutto quanto fin qui esposto, serve ad evidenziare come le variabili per costruire un master musicale siano moltissime e quindi il risultato finale di una registrazione sia molto diverso tra un disco e l’altro.

reclab
regia RecLab studio a Milano

Sorge spontanea una domanda : “ma se io voglio costruire un impianto che sia fedele al master originale, su che cosa mi devo basare?”. La risposta che mi sento di dare è che, viste le grandi differenze tra un disco e l’altro, sarà più fedele l’impianto che più di altri mette in evidenza queste differenze.

Il master cinematografico

A differenza del mondo musicale, le colonne sonore dei grandi blockbuster sono costruite in ambienti più o meno tutti di derivazione THX. Infatti, lo Skywalker Ranch (base di George Lucas, nelle vicinanze di San Francisco) è usato da molte produzioni cinematografiche, anche senza la certificazione THX.

Il motivo è che questo è attualmente il luogo con il maggior numero di apparecchiature di ultimissima generazione e in continua evoluzione e sostituzione.

Vediamo quindi quale è lo standard di registrazione delle colonne sonore cinematografiche.

master cinematografico
Sala mixing cinematografica dei Galaxy Studio (Belgio)

Prima di tutto il livello sonoro deve essere parificato tra i frontali, i posteriori ed il sub-woofer. A questo proposito, non insisterò mai abbastanza sulla necessità di una corretta taratura dell’impianto con il fonometro (misuratore di pressione acustica), se se ne ha la possibilità o se il negoziante vi installa e tara il sistema.

A differenza del mondo musicale, i livelli devono essere “come l’ingegnere del suono li ha creati”, a meno che voi ad orecchio non vogliate “creare” la vostra colonna sonora (per esempio alzando il volume del sub o del centrale).

Mixing Desk

E’ il sogno di ogni audiofilo/videofilo ascoltare il master “esattamente” come registrato originariamente, corretto?

Tutti i processori in commercio, siano essi ampli integrati o pre-processori, devono sottostare alle norme della Dolby, che richiede la corretta taratura dei livelli, e fornire un segnale test per questo scopo. Fortunatamente, molti sintoamplificatori forniscono un microfono ed un sistema di calibrazione automatico, a ulteriore conferma dell’importanza di questo aspetto per un corretto uso dell’impianto A/V.

Ypao calibration
sistema di autocalibrazione YPAO Yamaha

Avete mai incontrato un disco di musica con le indicazioni del livello in dB con cui è stato equalizzato il master? Non credo proprio.

Il secondo punto da analizzare è il tipo di diffusori e la loro collocazione. Tutti gli studi per audio/video usano tre satelliti frontali identici, con una apertura per il sinistro e destro di circa 30° rispetto al centrale. Sottolineo satelliti, perché è indispensabile il sub-woofer (il .1 nei sistemi 5.1). Anche in questo caso si nota la differenza con il mondo musicale, infatti il livello delle basse frequenze è predeterminato e pensato per un impianto fornito di sub-woofer.

surround 5.1

Vi sarà sicuramente capitato di ascoltare un disco stereo che conoscevate bene, e di ritrovarvelo con i bassi “esagerati” una volta inserito nel vostro nuovo impianto audio-video. La spiegazione sta nella prima parte dell’articolo.

Quando gli impianti 5.1 sono diventati il nuovo standard di riferimento domestico, sono stati gli ingegneri del suono ad adattarsi ai nuovi sistemi di riproduzione.

I satelliti posteriori (i canali surround) vengono posti, per le colonne sonore cinematografiche, ai lati degli ascoltatori in posizione più elevata rispetto ai canali frontali. Questo perché la funzione di questi canali è di “avvolgere” gli ascoltatori con i cosiddetti rumori ambientali, farvi cioè sentire al centro della scena che si svolge sullo schermo.

Con l’avvento del Dolby Atmos, questa caratteristica di “avvolgimento” dell’ascoltatore è ancora più accentuata, sia in fase di mastering che di riproduzione mediante un aumento del numero dei diffusori.

atmos system
esempio di configurazione Dolby Atmos domestica

Se avete dubbi su questo, e pensate che i canali frontali e posteriori abbiano la stessa funzione….guardatevi allo specchio e osservate la forma delle vostre orecchie. Madre Natura ci ha fornito di questi appositi accessori per individuare, grazie alla forma delle orecchie e a come il nostro cervello rielabora i suoni, la direzionalità dei suoni stessi. Questo vuol dire che il lobo frontale e posteriore reagiscono diversamente al suono. Se non fosse così, al posto delle orecchie, avremmo due buchi con un microfono inserito. Il discorso si farebbe lungo, meglio lasciarlo agli esperti di psicoacustica.

 

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THX ovvero come è nato l’Home Entertainment

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