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Presto che è tardi: che faccio con questi diffusori? Li incarto?

Il ruolo di clienti interessati ad un acquisto rende possibile saggiare il terreno prima della semina, ovvero comprendere quanto si mostri più o meno ben disposto un determinato punto vendita verso chi – ipoteticamente – decida di comprare una coppia di diffusori. Far quindi precedere una telefonata nella quale ci diciamo interessati ad un determinato modello e se sia possibile effettuarne l’ascolto, funge da vera e propria cartina di Tornasole.

 

La circostanza appena descritta è mediamente rappresentativa di ciò che un appassionato mette in pratica ante acquisto – soprattutto quando si tratta di diffusori – una situazione che mette in luce aspetti per certi versi singolari, come il sentirsi suggerire con il classico impeto di chi conosce perfettamente la situazione che “…certe casse nun serve ascoltalle, se sa che soneno bbene!!“. Non fosse chiaro siamo in quel di Roma, come risulta dall’evidente inflessione romanesca con la quale è stata pronunciata la suddetta frase.

L’episodio è notevolmente significativo ed è occorso nel tentativo di effettuare l’ascolto di una coppia di diffusori di noto marchio il cui costo è di circa 1000 euro, non un centinaio – motivo per il quale allestire un ascolto potrebbe anche apparire ridondante – bensì 1000, una cifra non proprio bassissima ne comunemente di riferimento nella testa di chi si accinge ad acquistare una coppia di diffusori, piuttosto, mediamente con tale cifra si acquista l’intero impianto.

Le WHARFEDALE DIAMOND 250: un diffusore eccellente, ben costruito ed altrettanto ben suonante

 

E non è andata molto meglio cambiando negozio, in altre parole effettuare ascolti pare sia difficile, a volte parecchio difficile se non impossibile; allestire un sistema che vada oltre quanto già presente in negozio non è gradito, stando almeno alla risposta dei negozianti contattati.


In altra circostanza è invece stata proposta un’alternativa relativa ad altro marchio altrettanto noto e tecnicamente prestante – il che a ben vedere ha una sua precisa ragion d’essere – se non altro dal punto di vista del tentativo di vendere comunque qualcosa, o almeno di provarci.

Sia come sia, a prescindere dalle lamentele che spesso i commercianti sibilano a denti stretti circa l’andamento del mercato, non pare ci sia un grande apertura verso il cliente, sembra anzi alquanto sbrigativo sia l’approccio che la gestione della vendita (che ricordo essere sempre ipotetica) una volta raggiunto il punto vendita.

Di tutti i componenti ad alta fedeltà sono certamente i diffusori a rappresentare la scelta più critica – lo abbiamo già visto in questo articolo – e la cosa appare abbastanza evidente: fungendo da interfaccia tra l’impianto e le vostre orecchie la loro scelta si rivela alquanto significativa, tanto che sbagliare in questo campo espone a criticità piuttosto complicate da risolvere, al punto che la soluzione sarà quella di sostituirli, inevitabilmente con un ulteriore aggravio di spesa, non si scappa.

Un diffusore a marchio KLIPSCH: a causa della tipologia caratteristica di emissione (tromba) un ascolto appare quanto mai necessario

Logico quindi che l’appassionato voglia ascoltare ciò che intende acquistare – sacrosanto, da noi assolutamente più che consigliato e da effettuarsi possibilmente senza fretta! – anche perché come già evidenziato, la spesa può essere anche elevata, aspetto questo che lascia ulteriormente sorpresi circa l’indisponibilità di alcuni negozianti nell’organizzare una sessione d’ascolto; che poi si arrivi a suggerire l’acquisto a scatola chiusa suona ancora più assurdo, maggiormente quando a suggerirlo è un esperto del settore.

Tanto nota è questa situazione che qualche anno fa un noto negozio nei dintorni della capitale sottolineava come da loro fosse possibile effettuare ascolti senza troppi problemi – ovvero senza prendere appuntamento – e se lo dice un negoziante c’è da credergli, in tutta evidenza mediamente parlando funziona così.

Tra l’altro – si badi bene – non sfugge alla regola dell’ascolto preventivo nessuna delle tipologie di emissione reperibili sul mercato, perché dare per scontato che una cassa in sospensione pneumatica sia migliore di una configurata in bass reflex oppure in linea di trasmissione – fatte salve le ovvie e determinanti differenze – appare non solo riduttivo ma anche fortemente rischioso; d’accordo che possa suonare secondo i nostri specifici gusti ed esigenze, ma ciò non vuol dire che questo sia applicabile in tutte le circostanze, altrimenti esisterebbe da tempo “il diffusore” per eccellenza e sarebbe la fine dei problemi audiofili.

Il modello BELLALUNA prodotto dalla tedesca DUEVEL: diffusore omnidirezionale dalla particolare emissione

 

Il mondo dei diffusori è alquanto variegato: a partire dal carico in bassa frequenza – che sembra essersi ormai stabilizzato sulla configurazione reflex nella maggioranza dei casi – all’uso di particolari configurazioni legate all’emissione (omnidirezionale, dipolo, etc.) oppure all’uso di driver particolarmente prestanti, una scelta a scatola chiusa si rivela assai azzardata, ed a nulla vale sapere che quel diffusore è ricco di tecnologia avanzata frutto di notti insonni da parte del progettista perché col dovuto rispetto, potrebbero comunque non essere adatti ai nostri gusti e/o esigenze, è imperativo ascoltarli.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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