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Cuffie dinamiche, elettrostatiche e planari: a voi la scelta

Sennheiser HD 820

Avete sentito parlare di cuffie dinamiche elettrostatiche e planari magnetiche e non sapete bene che pesci prendere? Ecco un po’ di chiarezza

Fermo restando che non c’è forse al mondo una cosa soggettiva come la percezione della qualità audio, il discorso si fa ancora più “personale” quando si parla di cuffie, non fosse altro che per elementi (assenti quando si parla ad esempio di diffusori) come la comodità, il design chiuso o aperto, la distribuzione del peso e ovviamente la tipologia stessa di cuffie.

In questo speciale vogliamo parlare proprio di questo aspetto, ovvero capire quali sono le tre tecnologie principali su cui orientarsi quando ci si appresta ad acquistare un paio di cuffie cablate. Eccole nel dettaglio.

Cuffie dinamiche

Con cuffie dinamiche intendiamo la stragrande maggioranza dei modelli oggi in vendita. E sono così tante in circolazione proprio perché ne esistono di ogni tipo e prezzo, possono essere usate anche senza un amplificatore dedicato (anche se diversi modelli ne avrebbero bisogno per essere goduti al meglio) e si trovano ovunque, dagli studi di registrazione fino alla cameretta del teenager.


T1 (3rd generation)
Cuffie dinamiche Beyerdynamic T1

Le cuffie dinamiche sono così chiamate perché al loro interno sono integrati trasduttori dinamici a larga banda. Un magnete, solitamente neodimio o ferrite, viene installato nel telaio delle cuffie e serve per generare un campo magnetico stazionario. Quando la corrente arriva alla bobina, collegata a una sottilissima membrana in mylar, alluminio, kevlar o carbonio, avviene un’alterazione del campo magnetico statico generato dal neodimio e ciò produce un movimento della bobina e di conseguenza della membrana, che provoca così uno spostamento d’aria generando il suono.

Oggi le cuffie dinamiche più costose e “audiofile” hanno raggiunto una linearità di risposta e una coerenza timbrica di assoluto rilievo e sarebbe quindi sbagliato considerarle come delle parenti povere delle cuffie elettrostatiche.

Cuffie elettrostatiche

Caratterizzate da un sistema di funzionamento molto diverso rispetto a quello dei tradizionali modelli dinamici, le cuffie elettrostatiche, incarnate alla perfezione dai tanti modelli di Stax, hanno avuto per molto tempo la nomea di cuffie ideali per l’alta fedeltà grazie alla loro frequenza estremamente lineare, ma come abbiamo appena scritto le cose sono cambiate molto negli ultimi anni.

Cuffia elettrostatica di Stax

La differenza principale è che in questo caso la membrana, tra l’altro molto più sottile rispetto a quella delle cuffie dinamiche, è inserita tra due lastre forate di metallo collegate a due elettrodi e viene caricata direttamente dalla corrente. L’onda sonora viene generata dagli elettrodi che creano un campo elettrico il cui cambio di polarità produce il movimento della membrana.

La superiorità teorica di queste cuffie risiede nel fatto che non vi è alcun contatto fisico tra le parti e che non c’è il rischio che il segnale venga in qualche modo alterato da campi magnetici, come invece può avvenire nelle cuffie dinamiche. Senza poi contare l’assenza di distorsione del segnale anche a livelli di pressione sonora altissimi e il fatto che l’estrema sottigliezza della membrana permette una risposta alla sollecitazioni con una rapidità impensabile con le membrane molto più spesse delle cuffie dinamiche.

Se avete sentito parlare poco di cuffie elettrostatiche, è per una serie di motivi, tra cui il costo mediamente molto più elevate di quelle dinamiche, dimensioni piuttosto generose e il fatto che necessitano per forza di un amplificatore/alimentatore dedicato, cosa che fa aumentare ulteriormente il prezzo.

Cuffie planari magnetiche

E veniamo alla terza tipologia di cuffie, ovvero quelle planari che tanto successo stanno riscuotendo ultimamente grazie ai modelli di Audeze e Hifiman. Cuffie che per la loro natura “ibrida” possono quasi essere considerate una sorta di incrocio tra una cuffia dinamica ed un’elettrostatica. Il driver magnetico planare è costituito da tre componenti principali: un diaframma, una bobina mobile e un magnete array. Durante il funzionamento viene generato un campo magnetico da una matrice di magneti distribuiti uniformemente su tutta la superficie del diaframma.

Cuffie dinamiche
Cuffie planari Audeze

A differenza di un driver convenzionale, in cui il diaframma è attaccato ad una bobina mobile (sia al suo centro, nel caso di un cono, sia sul bordo, nel caso di una cupola), un diaframma magnetico planare ha una diffusione emessa da tutta la sua superficie. Quando la bobina è eccitata con un segnale audio, interagisce con il campo magnetico e produce una forza elettromagnetica che muove il diaframma, generando così il suono.

Quindi, anche per questo tipo di cuffie, così come per le elettrostatiche, non vi è alcun contatto fisico tra le parti. Come per le elettrostatiche la membrana sottilissima e leggerissima risponde con incredibile velocità ai transienti e anche la distorsione risulta straordinariamente bassa. Inoltre, non si tratta di cuffie particolarmente grandi o ingombranti, costano meno di quelle elettrostatiche e sono utilizzabili con la quasi totalità delle amplificazioni per cuffia, senza quindi richiedere per forza ulteriori spese per un amplificatore dedicato e separato.

Tre tipologie diverse di intendere l’ascolto in cuffia che, per essere valutate attentamente, necessiterebbero di un ascolto approfondito in un negozio per capire le varie differenze e le sfumature di ciascuna tecnologia, anche se con cuffie dinamiche sempre più evolute e così ben suonanti (si pensi solo a modelli da oltre 1000 euro come le Sennehiser HD800S o le Beyerdynamic T1) riesce difficile, oggi come oggi, considerare le elettrostatiche e le planari come tipologie di cuffie nettamente superiori in tutto e per tutto.

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