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Flac vs CD: pro e contro

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Denon DNP800NE

Ci sono i supporter del FLAC, file audio comunemente noti come musica liquida e quelli che invece sono fan del CD, del supporto fisico e della collezione, un valore che non può essere replicato dalla liquidità della musica via network. Chi ha ragione? 

La prima cosa da sapere quando si valuta la scelta di un sistema FLAC o CD è cercare di visualizzare il proprio impianto in prospettiva. Pare banale, ma così non è. La differenza che intercorre fra un sistema hi-fi basato su musica liquida e CD/LP si pone, a priori, nel valore materiale che si ricerca nella musica. La musica liquida, tramite servizi quali Qobuz, elimina, infatti, quell’ambiente che storicamente era deputato al posizionamento dei dischi, con una rivoluzione tangibile nel concetto collezionistico della musica.

Il DAC: un dispositivo necessario a entrambi

Se non si sale troppo di livello, restando fra 400 e 700€, il costo di un network o un CD non sono dissimili. Il consiglio per l’utente che comincia è scegliere un prodotto che integri uscite digitali. La presenza della sola RCA stereo, infatti, sarebbe un ostacolo nel momento di evoluzione del sistema hi-fi.

Con le uscite digitali (ottica e coaxial) sarà possibile, infatti, utilizzare DAC esterni di livello superiore. Un DAC migliore, infatti, avrà la capacità di elevare fortemente le performance di un lettore o di un network. Questi, allo stesso tempo, potranno continuare ad essere utilizzati con profitto, in virtù della loro meccanica o del loro player digitale.


FLAC: pro e contro

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Onkyo NS6170, uno dei network più apprezzati degli ultimi anni

La versatilità è all’origine del successo dei network player. Una buona sorgente di questo tipo, oltre a leggere diversi tipi di file lossless su HDD, può connettersi alla rete accedendo ai vari servizi streaming, di certo più economici rispetto ad acquistare molti CD. La disponibilità di tracce hi-res è notevole, anche se gran parte del catalogo rimane a livello tecnico del CD. Coadiuvato da un NAS e server ROON, un normale PC o smartphone, un network player veicola i file ricevuti dalla piattaforma streaming tramite il suo player hi-fi dedicato.

Di contro abbiamo la qualità, non sempre perfetta, della musica contenuta sui servizi streaming. Spesso, infatti, non avremo musica hi-res o a qualità CD neanche sulle piattaforme nate per l’alta fedeltà, ma l’utilizzo della MQA. Di cosa si tratta? Mentre piattaforme consumer come Spotify usano file lossy come Ogg Vorbis o MP3, quelle hi-fi dovrebbero utilizzare FLAC hi-res o, almeno, a qualità WAV 1411. Spesso così non avviene e si utilizzano tecnologie come MQA, di fatto delle lossy, con una perdita di segnale, però, impercettibile e garantite come pari a CD, pur non mantenendone gli standard classici.

Oltre a ciò, è già capitato che malumori fra case discografiche e piattaforme portassero all’eliminazione di album, o interi artisti dai cataloghi online. Faccenda dura da digerire, soprattutto in presenza di un abbonamento da onorare.

Insomma: la fruizione non dipende da noi, ma da volontà molto più in alto.

CD: pro e contro

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Yamaha CDS700, apprezzato CD di fascia media

Il CD ha ancora molto da dire, e, al di là del significato collezionistico dei supporti ottici, anche le prestazioni possono avere vantaggi. La tecnologia ottica, infatti, spesso è in grado di garantire prestazioni migliori della rete, a causa di un flusso dati estremamente costante (anche in virtù della qualità della meccanica). Il DAC dedicato 44.1, poi, dovrebbe gestire più proficuamente questo formato in virtù della costruzione dedicata per queste frequenze e del clock dedicato, spesso più esatto dei network.

Di contro abbiamo il costo dei CD, maggiore di un abbonamento; l’assenza di formati superiori ai 44.1 (il SACD è un prodotto di nicchia escluso dai lettori medi) e la fruibilità più lenta e laboriosa dei dischetti rispetto alla liquidità del network.

Conclusioni

In ambito entry level, la scelta del network o del CD è arbitraria. Molto dipende dalla propria concezione di ascolto/collezione musicale, dal sistema hi-fi che si vuole determinare e dal senso che si da alla musica, liquido o fisico che sia.

 

 

 

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