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HDMI 2.1 e proiettori 4K: quando la confusione regna sovrana

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Capire se un prodotto pubblicizzato come HDMI 2.1 lo sia davvero non è così facile e, in molti casi, sono gli stessi produttori a complicare le cose

Diciamocelo francamente. L’HDMI 2.1, annunciato ormai quattro anni fa, è diventato una giungla in cui è sempre più difficile districarsi. Non solo ancora pochi prodotti supportano questo standard (i più virtuosi in questo senso sono i TV), ma in molti casi anche quelli che lo fanno offrono solo una parte delle sue feature. Pensiamo ad esempio all’introvabile PlayStation 5, la cui larghezza della banda dati per l’HDMI 2.1 è limitata a 32 Gbps mentre il massimo raggiungibile dallo standard è di 48 Gbps, ma anche i TV OLED di LG della gamma 2020 (a differenza di quelli del 2019) presentano limiti di banda simili.

In questi e altri casi i produttori non specificano tutti i dettagli nelle schede tecniche dei prodotti, con il risultato che se si è utenti esperti e si frequentano forum o siti specializzati, ci si può fare un’idea più precisa delle caratteristiche HDMI 2.1 di un prodotto. L’utente “medio” però, che magari sa solo che HDMI 2.1 è meglio di HDMI 2.0 soprattutto sul versante dei videogiochi, è convinto di acquistare un prodotto con certe caratteristiche che però possono non rivelarsi tali (o non del tutto) una volta che lo si inizia a utilizzare.

E questo ci porta a una pratica un po’ “discutibile” di alcuni brand, che per attirare l’attenzione su un determinato prodotto mettono in bella mostra il logo HDMI 2.1 quando, in realtà, di questo standard viene presa solo la funzionalità eARC, che però, come gli utenti più esperti sanno, può essere implementata anche in connessioni HDMI 2.0. Prendiamo il caso ad esempio dei proiettori LG HU810PW e AU810PW, descritti anche nel video sottostante come modelli HDMI 2.1 (e quindi, teoricamente in grado di accettare segnali video a 4K-120Hz, cosa non secondaria per un proiettore), quando in realtà non vanno oltre i 4K a 60Hz perché limitati da una banda a 24 Gbps contro i 32 Gbps necessari.


Lo stesso vale per alcune soundbar, che, nonostante il bollino, di HDMI 2.1 hanno solo la funzione eARC e non il passthrough di segnali 4K-120Hz o funzioni legate ai videogiochi come VRR e HFR (qui trovate un approfondimento su tutti questi termini). La situazione si fa ancora più complessa quando, pur in presenza di porte HDMI 2.1 effettive, emergono problemi come nel caso degli amplificatori AV di Denon e Marantz e del TV Sony XH90, che a causa di bug o incompatibilità varie con le sorgenti non riescono a gestire correttamente un contenuto in 4K-120Hz.

Attenzione. Non stiamo parlando di un atteggiamento scorretto da parte dei produttori, che sfruttano legittimamente il logo HDMI 2.1 per pubblicizzarne una funzionalità effettiva (eARC ad esempio). Lo stesso standard HDMI 2.1 è così modulabile e “suscettibile di interpretazioni” che trovare un prodotto che inglobi tutte le sue feature diventa davvero difficile (la stessa XboX Series X non raggiunge la piena larghezza di banda di 48 Gbps, ma si ferma a 40 Gbps).

Non sta scritto inoltre da nessuna parte che associare la sigla HDMI 2.1 a un prodotto significhi che questo debba offrire tutte le feature dello standard. Eppure, ci chiediamo se, per correttezza nei confronti degli utenti, non si potrebbe indicare la dicitura HDMI2.0+eARC al posto di un vago e aleatorio HDMI 2.1, soprattutto se associato a un prodotto video come un TV o un proiettore.

C’è poi il discorso degli ingressi. Persino un amplificatore AV top di gamma come il Denon AVC-A110 ha un solo ingresso HDMI 2.1/8K sui sette disponibili, ma questo lo si scopre solo andando a vedere l’immagine del retro dell’ampli con tutte le connessioni o leggendo attentamente le istruzioni, anche perché non ne viene fatto alcun cenno nella presentazione generale del prodotto.

Se quindi un appassionato di videogiochi vuole collegare a questo amplificatore AV una PlayStation 5, una Xbox Series X e un PC con a bordo una GeForce RTX della serie 3000 per sfruttare l’HDMI 2.1 perché magari ha gli ingressi del TV già tutti occupati da altre sorgenti, non può farlo e, purtroppo, potrebbe scoprirlo solo dopo aver fatto l’acquisto, spinto magari dalla dicitura “Amplificatore AV 8K a 13.2 canali” sul sito di Denon.

Anche in questo caso un’informazione più precisa e corretta, indicando magari in bella vista che solo un ingresso può gestire segnali 4K-120Hz e 8K-60Hz, farebbe la differenza. E che dire del TV OLED LG BX della gamma 2020? Sulla scheda tecnica si fa riferimento solo ad HDMI 2.1 e a quattro ingressi HDMI, ma a ben vedere solo due supportano i 4K-120Hz e anche in questo caso non è facile scoprirlo per l’utente meno smaliziato, se non leggendo il manuale o guardando un’immagine del retro del TV. Discorso simile per i TV Samsung QLED 4K del 2020, con anche il modello top di gamma Q90T che ha un solo ingresso HDMI compatibile con segnali 4K/120Hz (e lo si scopre solo leggendo attentamente le specifiche tecniche sul sito).

LG, in risposta a un articolo di Forbes di maggio, ha ammesso che le porte HDMI 2.1 degli OLED 4K del 2020 hanno una larghezza di banda minore di 48 Gbps, pur supportando il 4K 120P 4:4:4/RGB 10bit. Per ora non è la fine del mondo rinunciare al supporto ai 12bit (al momento infatti non ci sono contenuti a 12 bit da vedere e nemmeno televisori in grado di riprodurli), ma in ottica futura il discorso cambia e in ogni caso si tratta di un’informazione non disponibile nella scheda tecnica ufficiale di questi TV.

Discorso che, volendo, si potrebbe applicare a tutti quei proiettori presentati come 4K sebbene nel 90% dei casi si tratti di un 4K vobulato e non nativo. Anche in questo caso chi è meno esperto (almeno che non si tratti di modelli economici da 1000-2000 euro) può cadere nell’equivoco credendo di acquistare un vero 4K e non uno vobulato, anche perché capirlo guardando una descrizione sommaria del prodotto non è per nulla facile agli occhi dei meno esperti.

Nel caso di Optoma ad esempio il proiettore professionale ZK1050 (4K nativo) viene descritto come Laser 4K UHD proprio come il vobulato UHZ65. Certo, la differenza di prezzo tra i due è lampante ed è quasi impossibile sbagliarsi, ma ci sono altre situazioni molto più “grigie” che, come per l’HDMI 2.1, non fanno un buon servizio all’utente.

Perché (e questo vale anche per produttori come Epson e Vivitek) non mettere subito in chiaro che quello dell’UHZ65 è un 4K vobulato (o “upscalato” per farlo capire ancora meglio) e non nativo e che la matrice è di 2716×1528 pixel e non di 3840×2160 pixel? Ovviamente per questioni di marketing, ma siamo certi che una chiarezza maggiore per venire incontro all’utente meno esperto sia doverosa, soprattutto in un mercato tecnologico come quello odierno dove tutto (si pensi solo alla giunga odierna dell’HDR) sta diventando sempre più complicato invece di semplificarsi.

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