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Il digitale terrestre cambia, ma tu non cambiare tv

La transizione al nuovo digitale terrestre e i prossimi step: cosa cambierà a breve e qualche dritta sull’acquisto del decoder esterno

Recentemente abbiamo avuto modo di accendere i riflettori sul ‘cambio di pelle’ del digitale terrestre verso il DVB-T2, che ha preso il via con l’inizio del 2021. Il passaggio dall’analogico al digitale col primo standard DVB-T non fu indolore, così come non lo sarà col DVB-T2, con lo stop alla visione dei programmi preferiti e il bivio di fronte al quale molti si troveranno: acquistare un nuovo televisore oppure collegare un meno costoso decoder compatibile DVB-T2. La transizione a tale nuovo standard inizierà a partire dal prossimo settembre ma dalla codifica video, mantenendo l’attuale DVB-T, con passaggio di testimone dalla codifica video MPEG-2 al più efficiente AVC/MPEG-4.

Coloro in possesso di un televisore/decoder DVB-T col quale già ricevono i programmi Full HD (1080i) a partire dal canale 500, inizialmente potrebbero non accorgersi di nulla dato che l’unico cambio concreto sarà l’impiego della più performante codifica video AVC/MPEG-4 anche per tutti i canali a definizione video standard. Il DVB-T si spegnerà definitivamente entro fine giugno 2022, per liberare spazio alla banda dei 700 MHz e favorire l’espansione del tanto vituperato 5G.
Restando in tema decoder per il digitale terrestre andiamo ancor più in profondità segnalando che non tutti quelli pronti per il DVB-T2 saranno compatibili al 100% con le future trasmissioni, in particolare 4K / UHD.

digitale terrestre
Telesystem TS UP 4K

Nel corso degli anni anche i decoder si sono evoluti, e come al solito l’acquisto in tempi non sospetti di un tv con tale decoder potrebbe condurre alla scoperta che la compatibilità col futuro standard HEVC (quello per esempio già incluso sui Blu-ray 4K) è solo parziale. Il problema per televisori a risoluzione video fino a 2K difficilmente si porrà, ma la compatibilità HEVC solo 8 bit (256 livelli luminanza da nero a bianco) contro gli attuali 10 bit (1024 livelli di luminanza da nero a bianco) significherà perdita dello sfruttamento di segnali HDR wide color gamut.


In genere però l’HEVC a 8 bit è (quasi sempre) presente su schermi di piccolo taglio, fatto sta che un segnale 10 bit non sarà compatibile con decoder HEVC 8 bit col risultato di immagine assente pur ricevendo il canale. Direttamente dal portale del governo gestito dal MiSE, viene ricordato che “è prevista una tutela per i consumatori con minore capacità di spesa attraverso l’erogazione di un Bonus TV, che sarà riconosciuto sotto forma di sconto sul prezzo di vendita del nuovo televisore o decoder esterno”. A tale proposito c’è stato un ulteriore incremento di 100 milioni di euro di fondi, con contributo pari a 50 euro (scadenza 2022 o fine fondi) per l’acquisto non solo di un decoder ma anche di un televisore per italiani con ISEE non superiore ai 20.000 Euro.

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GT Media V8 – 65 euro

Tanti i decoder i commercio, ma cercando tra quelli più interessanti quanto a prezzo / prestazioni c’è per esempio il GT Media V8 Turbo, che al di là dell’altisonante sigla offre piena compatibilità con segnali video HEVC fino a 10 bit anche se al massimo della risoluzione Full HD. Gestione anche segnale satellitare, include DVB-S/S2/S2X + DVB-T/T2 + DVB-Cable/J.83B, AVS+, VCM/ ACM/ T2-MI, Multi-PLP, Wi-Fi, include anche lo slot per smart card per i programmi ad accesso condizionato (testate e confermate le card Tivusat, Albertis e BBC Satback). Supporta la registrazione PVR una volta connessa un’unità di memoria esterna come hard disk o chiavetta USB.

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Octagon SF8008 – 119 euro

Octagon SF8008 Limited Gold Edition è invece un ricevitore che gestisce segnali anche 4K (HDR-10 e HLG) con decoder HEVC 10 bit. Dispone di doppio sintonizzatore integrato (DVB-S2x e DVB-C/T2), porta USB 2.0 e 3.0, interfaccia LAN Gigabit, alloggiamento card per accesso condizionato, uscita audio digitale S/PDIF, uscita AV, RS-232, slot per scheda MicroSD e connessione HDMI 2.0. All’occorrenza diventa anche media player per lo streaming di contenuti anche 4K con due antenne wi-fi interne e porta Gigabit LAN. Registrazione e timer sfruttando il noto software OpenATV Linux, per programmazione e invio file a unità USB esterna.

DVB-T2

Telesystem TS UP 4K – 87 euro

Questo è uno dei pochi ricevitori per il futuro digitale terrestre di produzione italiana. Il TS UP 4K è definito come un “rivoluzionario Smart Media Box TELE System” che abbina un tuner IP Android 7.1.2 con processore QUAD CORE, ai tuner terrestre e satellitare DVB-T2/S2 HEVC Main e Main10 (10 bit). In buona sostanza consente non solo di restare aggiornati con i programmi del digitale terrestre e satellitari ma di gestire anche lo streaming via rete, installare app dallo store Android anche via wi-fi (singola banda 802.11 b/g/n 2.4 GHz). Funzioni video recorder e media player via USB (3 porte tipo 2.0 / 500 mA) per “registrare e rivedere anche i contenuti in formato 4K HDR”. Tra le caratteristiche CPU Amlogic S905D quad-core 64 bit Cortex-A53 fino a 2.0 Ghz, GPU penta-core Mali450, RAM 1GB DDRIII, ROM 8GB EMMC FLASH, Slot Micro SD CARD (fino a 64 GB), audio digitale ottico S/PDIF, rete ethernet RJ45 10/100 Mbps, HDMI 2.0 (HDCP 2.2), per il satellite LNB DiSEqC 1.0, 1.1, 1.2, USALS (Max 350mA) e Bluetooth 4.0.

Che sorprenda oppure no, i limiti più importanti risiedono proprio nello spazio di memoria, condiviso con tanti altri dispositivi in vendita offrendo una sorta di minimo sindacale che può subito risultare limitante. Come in questo caso solo 1 GB di ram e 8 GB di memoria interna, che con la condivisione col sistema operativo (Android 7.1), di Giga liberi ne restano circa 5, un po’ pochino. Il problema si pone nella sempre più elevata richiesta da parte delle applicazioni e dai relativi aggiornamenti, che drenano parecchio spazio e possono portare addirittura al blocco di quella in uso, in alcuni casi anche solo navigando in rete. Per gli smanettoni è presente il rooting, ma non è completo.

Gli aggiornamenti pressoché costanti di applicazioni e funzioni di ogni genere sono una costante che non può non venire tenuta in debita considerazione, pena lo scontento dell’acquirente. Sincerarsi di tutte le funzioni di cui s’intenderà far uso è il primo ma non ultimo passo nei confronti di marca e modello, possibilmente mettendo le mani su un’azienda che fornisca assistenza. Specie nel caso dei decoder di produzione asiatica c’è il rischio di sbattere contro un inesistente servizio e nessuno in grado di dare anche un semplice aiuto, finendo per vagare in rete in cerca di soluzioni d’arrembaggio. Link alla pagina dedicata al DVB-T2 del Ministero dello Sviluppo Economico.

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