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Il sabato con Diego. Algebra audio: il temuto =0

Quando a scuola aprivo il libro di algebra – un pesante tomo di un bel colore arancione rilegato in elegante brossura – ed osservavo sulla destra della pagina il risultato che avrei dovuto ottenere al termine della cospicua mole di operazioni da svolgere circa l’espressione scelta (dal professore), nel leggere = O non nego che provavo una sottile rabbia.

Ma come, dopo aver faticato nell’eseguire a menadito tutte le operazioni richieste – nel giusto ordine ovviamente, pena un risultato inevitabilmente diverso dalle attese – il risultato era praticamente nullo, d’accordo che anche lo zero è un numero, ma quella cosa mi provocava un elevato fastidio, tutto quel lavoro per non ottenere nulla, scherzi dell’algebra.

 

Chiaramente le cose non stanno esattamente in questo modo, ottenere la giusta soluzione significava aver svolto correttamente le operazioni necessarie, ed il risultato – ove positivo – era li a testimoniarlo.

Per sovrapposizione, ho spesso pensato che la quasi perenne rincorsa verso un risultato sonoro di livello svolta dall’appassionato di audio possa, almeno talvolta, corrispondere in un certo senso a tutti gli sforzi fatti onde far quadrare i conti.


Acquisti, ascolti, continue sostituzioni effettuate con tempistiche sempre più contratte – col tempo l’esperienza fa percorrere certe strade sempre più velocemente – non sempre portano al risultato sperato, soprattutto laddove non si individui esattamente il problema.

Sempre che di un problema reale si tratti, perché spesso la cosa è legata eminentemente ad una certa smania di possesso totalmente svincolata dal fine.

Chi di noi non ha mai subito il fascino di certe apparecchiature? Giganteschi giradischi, possenti amplificatori, diffusori in qualche caso talmente grandi da poterci quasi entrare dentro.

 

Almeno inizialmente, quando la cultura audio a disposizione è ancora allo stadio larvale, sovente confusa ed incerta, priva della necessaria esperienza che in seguito ci porterà a compiere scelte maggiormente ponderate evitando di gettare soldi alle ortiche, tutti noi ci saremmo volentieri messi in casa – ancora prima nell’adolescenziale ed amata cameretta, per chi ne disponeva – qualcuno di questi esponenti dell’audio di alto livello.

Poi, col passare del tempo, avremmo dato avvio ad una infinito e costoso walzer di sostituzioni: prima la sorgente, ché si sa, è li che tutto nasce, poi l’amplificatore, più potente e prestante ché non si sa mai, infine – si fa per dire ovviamente – i diffusori, l’anello ultimo della catena, coloro che magicamente trasformano l’energia elettrica che ricevono in suono.

Un cavo di segnale di tipo RCA: tra gli accessori certamente uno dei maggiormente frequentati

 

Da non dimenticare gli accessori – pressoché immancabili – almeno una volta che sia stata compiuta la maggior parte del cammino che porta verso il Nirvana audio: cavi, sistemi di isolamento elastico, supporti vari intimamente connessi con le più svariate leggi della fisica.

Tutto questo nel tentativo di percepire quella quasi insignificante sfumatura che avrebbe corroborato l’impegno profuso giustificando, ovviamente, la notevole quantità di denaro investita.

E invece no, in qualche caso non è affatto andata così: dopo tanto sforzo – ricordate il famoso = 0 – alla fine del giro ci si rende conto che il risultato ottenuto non corrisponde a tanta devota applicazione.

Il motivo? L’urgenza di arrivare in vetta anzitempo, che in determinati casi ha imposto un passo eccessivamente veloce all’appassionato costringendolo a scelte inopportune, sovente inutili – leggete questo interessante articolo – e finanche deleterie, non essendo queste state in grado di risolvere l’equazione impegno = successo.

Le scelte operate in questa passione devono sempre essere frutto di attenta riflessione: un enorme e complesso impianto la cui gestione richiede cure infinite – abituati come siamo diventati all’attuale mordi e fuggi – non da alcuna soddisfazione a chi ha sposato questa folle teoria del tutto e subito assolutamente nociva.

Prendetevi il vostro tempo ché la fretta è nemica della perfezione – almeno dei tentativi di ottenerla – e vedrete che i vostri sforzi saranno ripagati.

Come al solito, ottimi (e rilassati) ascolti!!!

Vuoi saperne di più? Di' la tua!

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