Chi di voi ha qualche primavera sulle spalle sa bene che un tempo esistevano dei piccoli “bolidi” audiofili che hanno fatto innamorare tanti appassionati. Molti di questi erano “British style” come il Mission 778x di cui vi parleremo oggi.
Il Mission 778x è un amplificatore stereo che integra al suo interno tantissime funzioni. La sigla 778 per molti di voi non sarà una novità, infatti questo Mission 778x è un remake del famoso 778. La filosofia è la stessa del vecchio 778: offrire un modo semplice ma di grande qualità per riprodurre musica ad un prezzo che ha dell’incredibile, il tutto in un cabinet “half size” semplice e allo stesso tempo discreto. Era il 1983 quando nacque il primo 778. Se vi state chiedendo come mai sia stato l’unico amplificatore del marchio, nonostante il grande successo, la risposta è più semplice di quanto possiate immaginare. Nel 1984 Mission lancia il marchio Cyrus su cui credo sia superfluo aggiungere altro e lo fa per differenziare il ramo che si occuopa di diffusori (Mission) e quello che si occupa di amplificatori (Cyrus).
Il Mission 778X sa fare tante cose e le fa bene
Poco sopra dicevamo che il Mission 778x è un amplificatore integrato, che ha a sua disposizione una potenza di 45 Watt per ciascun canale su 8Ohm che diventano 65 watt per canale su 4 ohm. Un dato sicuramente non da “giostrai” che potrebbe far pensare a delle limitazioni, ma su questo aspetto torneremo più avanti.
Connessioni analogiche
Rimaniamo sul filone analogico per il momento e andiamo a vedere che è presente un ingresso Phono di tipo MM a JFET/RIIA a basso rumore che vi consentirà di riprodurre i vostri vinili. L’amplificatore per cuffie può contare su una connessione con jack da 6,3mm posta al centro del pannello frontale. Sempre in tema di connessioni analogiche, è presente una uscita (preout) RCA e due ingressi RCA.
Ora vediamo quelle digitali
Passiamo ora alla parte digitale, ricca ed in grado di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza. All’interno troverete un chip Sabre ESS ES9018K2M con architettura Hyper Stream e Time Domain Jitter Eliminator (un “ammazza” jitter), parente stretto di quello che avevamo già visto sull’Audiolab 6000A, che fa sempre parte della famiglia IAG, sinonimo di prodotti dall’ottimo rapporto qualità prezzo. Ecco cosa potrete riprodurre e come con questo dac:
- Ottico/coassiale: 44,1 kHz-192 kHz;
- PC USB asincrono: 44,1 kHz-384 kHz (PCM) / DSD64, DSD128, DSD256
oltre agli ingressi digitali sono anche presenti le uscite digitali ottiche e coassiali.
Se vi state chiedendo a cosa serva quella porta con scritto “update” viene utilizzata appunto per gli aggiornamenti e scongiurare così, nei limiti del possibile, l’obsolescenza dell’amplificatore per quanto riguarda la parte digitale. Chi compra oggetti del genere, è solito metterli a disposizione di tutta la famiglia e per questo i tecnici Mission hanno pensato di integrare il Bluetooth (aptX/AAC) e chissà che vostro figlio non deciderà di ascoltare la sua bellissima compilation trap col vostro impianto tramite il Bluetooth! NO, non è una minaccia, ma una speranza di condivisione della musica!
L’estetica ha la sua importanza.
Probabilmente tra le parti più costose di un amplificatore troviamo l’alimentazione ed il cabinet. Nel caso di questo Mission 778x, in uno chassis di 236x98x380,6 mm dal peso di soli 6,3 Kg troviamo tutto quello che abbiamo descritto sopra e questa cosa inizialmente ci spaventava. I dubbi sono iniziato a sparire già in fase di unboxing. Il cabinet è costruito con un solido metallo ed anche il telecomando è molto solido e robusto. Sul frontale troviamo due grandi manopole, una per selezionare le sorgenti e l’altra per il volume. Quest’ultima ha una serie di led che si illuminano a seconda del volume di ascolto, inoltre pigiando la manopola verso l’interno si attiva il muting. Tra queste due manopole troviamo il pulsante per passare da stand-by ad on e la connessione da 6,3 mm per le cuffie.
Sul retro troviamo l’ingresso Phono MM e la connessione per la terra ben distanziati dagli altri ingressi, onde evitare errori di collegamento. A seguire vediamo i due ingressi analogici RCA e poco sotto l’antenna del Bluetooth ed un preout. Infine la parte digitale, con una uscita ottica ed una coassiale, e poi gli ingressi: uno coassiale, due ottici, un USB type B e la connessione per gli update. Sopra le connessioni digitali troviamo i morsetti dei diffusori ben distanziati tra di loro, un interruttore ON/OFF e poco più in basso la presa IEC.
Mission 778x: “Get Lucky!”
C’è poco da fare, ma dopo più di vent’anni di test, recensioni e via dicendo i primi 30 secondi di ascolto riescono a dirmi tante cose. Stavolta dopo aver collegato le varie sorgenti tra cui il PC Windos con una semplice procedura di download dei driver, mi ritrovo a riprodurre tramite l’Argon Audio Solo, Get Lucky dei Daft Punk (piattaforma Quobuz). Dovevo fare delle foto ma l’entusiasmo mi pervade. La prima sensazione che ho avuto e che alle Triangle Genese Trio stessero arrivando molti più watt dei 45 dichiarati. Il trucco? una alimentazione degna di questo nome e probabilmente una impostazione azzeccatissima dei tecnici. Questo suono mi ricorda molto quello del vecchio Cyrus One che mio padre acquistò a fine anni Ottanta per una cifra di circa 700.000 Lire, anche in quel caso, una manciata di watt, 30 per la precisione che riuscivano a muovere diffusori impossibili. Passiamo all’USB ed ai file presenti sul nostro PC riprodotti tramite Foobar. Diamo in pasto al dac del Mission 778x file DSD che puntualmente vengono riprodotti senza incertezze, ribadendo quanto siano eccezionali e purtroppo rari i file DSD. Road To Hell di Chris Rea ci fa battere il piede e nonostante la mia timidezza, mi fa alzare in piedi ed accennare qualche passo di danza. La batteria di Daniel Edwin “Danny” Carey in Invincibile dei Tool ha una autorevolezza che fa paura. Le piccole Triangle hanno tirato fuori un basso veloce, frenato e la gamma medio alta sta al suo posto senza indurire nei passaggi più complessi. Senza volerlo abbiamo messo su un setup veramente sbalorditivo. Dovreste venire qui per ascoltare un classico esempio di ottimo “timing”. Stiamo andando ben oltre i limiti di ascolto consentiti dal buon vicinato, il Mission 778x è quasi al clipping ma confidiamo nelle protezioni contro i sovraccarichi e i cortocircuiti in uscita, unica accortezza che vi raccomandiamo è quella di lasciargli una adeguata ventilazione. Se sintetizzando dovessi dirvi come suona questo Mission 778x utilizzerei l’aggettivo “musicale” inteso come un suono dotato di ottimo equilibrio timbrico, dettaglio e capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di setup. L’ingresso Phono MM è silenzioso e fa il suo senza incertezze ma di certo la sezione digitale ci ha entusiasmato di più. Il Bluetooth l’abbiamo provato, ma onestamente non ci siamo soffermati più di tanto su questo aspetto, dopo esserci sincerati del perfetto funzionamento siamo tornati a sfruttare a fondo il DAC Sabre.
Conclusioni, considerazioni e prezzi.
A proposito di considerazioni, mentre ascoltavo questo Mission 778x, collegato alle Triangle Genese Trio e allo streamer Argon Audio Solo, ho fatto due conti veloci ed è uscito fuori che avevo messo su un impianto da circa 2.300 Euro che suonava facendomi ballare. In questo momento mi stanno venendo in mente tutti coloro che non hanno un ambiente dedicato all’alta fedeltà, tutti coloro che più che altro sono musicofili e che non cercano il nirvana audiofilo ma solamente un buon amplificatore per riprodurre la loro musica, o ancora coloro che vogliono entrare in questo mondo senza rimanere scottati da cocenti e costose delusioni. Questo Mission 778x è quello che state cercando. Difetti? onestamente difficile trovarne se non la mancanza della batteria del telecomando che mi ha costretto ad uscire di casa e correre dal ferramenta! Il prezzo? per portarvi a casa questo amplificatore integrato con DAC, Bluetooth, ingresso Phono MM e amplificatore per cuffie dovrete spendere 699 Euro. Come direbbe qualcuno:
“What else?”
In conclusione permettetemi una piccola considerazione sulla tendenza vintage del momento. Mentre altri produttori sfornano remake di vecchi successi del passato e lo fanno chiedendo un esborso decisamente considerevole, Mission ha fatto una gran cosa: oltre a proporre un remake di una vecchia gloria ne ha anche riproposto il prezzo. Infatti i 699 Euro dell’attuale listino, rispecchiano pienamente il prezzo del del 778 di quarant’anni fa. Quindi bravi due volte, con la speranza che altri costruttori prendano esempio e magari riescano a ridare nuova linfa vitale a quel segmento di mercato che negli anni Ottanta ha visto nascere amplificatori come Proton, Nad, Cyrus e via dicendo, in grado di far ascoltare la musica anche a chi, non può permettersi un impianto luxury.
Per maggiori informazioni su disponibilità e rivenditori ufficiali potete consultare il sito del distributore italiano Tecnofuturo.
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