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JBL L100 Classic: stile vintage, sound moderno… e che sound

monaco hi-end
JBL L100 Classic

Dopo quasi 50 anni dalla loro uscita, i mitici diffusori di JBL con la griglia colorata tornano sul mercato come L100 Classic. Ed è anche ancora un gran bel sentire.

Fondata nel 1946, JBL è uno dei più antichi produttori di hi-fi ancora in circolazione. Nel corso degli anni ha realizzato alcuni diffusori di notevole impatto per studi di registrazione, sale da concerto, cinema e, naturalmente, per la casa, ma gli originali L100 rimangono senza dubbio il prodotto più iconico mai realizzato dall’azienda americana.

I diffusori L100 sbarcarono sul mercato nel 1970 e divennero ben presto il prodotto più venduto nella storia del brand. Entrarono anche nella cultura pop come diffusori mostrati nella famosa pubblicità di Maxell (video sotto), con un uomo seduto su una sedia che viene trascinato in stile tornado dalla forza della musica che esce dagli L100.

JBL sa bene che il fascino retro (soprattutto di questi tempi) è una gallina dalle uova d’oro ed ecco allora l’uscita di questi L100 Classic, progettati con cura per emulare l’aspetto e le dimensioni dei loro predecessori ma con un design interno completamente nuovo che utilizza le migliori tecnologie che l’azienda può offrire a questo prezzo (si parla di oltre 5000 euro).


Costruzione

Parliamo di diffusori passivi da stand a tre vie che JBL, in modo piuttosto discutibile, definisce ancora come modello da scaffale. Sono alti 64 cm e occupano l’area frontale di un piccolo frigorifero. Ben conscia delle dimensioni e del peso (27 Kg), JBL propone due supporti in metallo (i JS-120) che sollevano da terra i diffusori di circa 20 cm e li inclinano leggermente indietro per dirigere meglio il suono verso l’ascoltatore. Con un prezzo di oltre 400 euro, questi stand non sono certo economici, ma visto quanto sono comodi e solidi sospettiamo che la maggior parte dei proprietari degli L100 Classic finirà per acquistarli.

La costruzione complessiva del Classic è buona, anche se non eccessivamente lussuosa. La parte anteriore e posteriore dei nuovi L100 è dipinta di nero, ma le altre parti esterne sono in noce e, sorprendentemente, non si può scegliere una colorazione diversa. L’impiallacciatura è applicata con cura e il cabinet è certamente solido, aiutato senza dubbio anche dal robusto rinforzo a V all’interno (cosa che il modello del 1970 non aveva).

Le griglie non sono mai state un elemento di grande interesse per dei diffusori, ma in questo caso il discorso è diverso. Gli originali L100 erano noti per la loro caratteristica griglia in schiuma arancione e JBL ha fornito nuovamente questa opzione. La nuova griglia, disponibile anche in nero e blu, è decisamente diversa da quella originale, che si deteriorava abbastanza facilmente con il tempo trasformandosi in polvere per colpa del tipo di vernice utilizzata per la colorazione.

JBL fortunatamente ha risolto questo problema utilizzando vernici diverse e assicurando una durata ben maggiore nel tempo (e speriamo che sia davvero così), ma a ben vedere siamo più interessati al grosso woofer da 30 cm che domina la parte inferiore del diffusore. Questo driver può quasi essere scambiato per quello originale, ma in realtà è un’unità moderna costruita con un potente sistema motore e un cono in carta. Considerando poi l’ampia porta reflex anteriore e le dimensioni del cabinet, gli L100 Classic promettono bassi e volume a volontà.

Il woofer è sormontato da un’midrange da 13 cm a 450 Hz. Anche questo driver utilizza un cono in carta, ma in questo caso è rivestito con un polimero per migliorare il controllo della risonanza. Un tweeter a cupola in titanio si occupa del resto della gamma di frequenze da 3,5 kHz a circa 40 kHz.

Mentre i coni in carta facevano parte della versione originale, anche se in maniera molto meno evoluta a livello di composizione, non avreste certamente trovato un tweeter in titanio in quegli anni. Qui è tutto moderno e al passo con i tempi, con solo gli elementi visivi che riprendono il modello del 1970.

Compatibilità

A sinistra del tweeter e del midrange si trovano i controlli per regolare il loro output. Manteniamo queste impostazioni di default su 0dB per la maggior parte dei nostri test, anche se possiamo intravederne l’utilità nel caso i diffusori non fossero posizionati in modo ottimale o nel caso vogliate solo dare un po’ di pepe al suono.

Gli L100 Classic sono diffusori piuttosto sensibili (90dB/W/m), ma la loro impedenza nominale è di 4 ohm, il che suggerisce che è saggio usare un amplificatore con un po’ di grinta. Per la maggior parte del test abbiamo usato il nostro fidato Gamut D200i con i suoi 400W per canale proprio su 4 ohm, ma abbiamo provato anche il sistema all-in-one di Naim Uniti Star (70 W per canale) con risultati più che decorosi.

I JBL mostrano chiaramente il grande divario in trasparenza tra il nostro streamer di riferimento Naim NDS/555PS combinato all’accoppiata Gamut D3i/D200i e lo Uniti, ma non si fanno particolari problemi a suonare in modo spigliato con entrambi.

Qualità audio

Questa è davvero la chiave del successo degli L100 Classic, che sanno divertire e offrire valanghe di intrattenimento piuttosto che fornire un’analisi completa e super analitica della registrazione. Ciò non significa che non siano dettagliati, come dimostra anche la loro interpretazione de La sagra di primavera di Stravinsky. Con questa composizione offrono infatti una resa incredibilmente stimolante, che brilla tra dinamiche selvagge e un’autorità molto convincente.

Come previsto, la combinazione di un grosso woofer e di un cabinet generoso offre prestazioni in gamma bassa straordinariamente potenti, ma al posto di un ingombrante approccio in stile “martello pneumatico” che temevano emerge in realtà un’agilità di prim’ordine. Gli L100 rendono le frequenze dei bassi più profondi con il tipo di facilità e delicatezza che i concorrenti più piccoli ma più apertamente high-tech come i B&W 805 D3, o gli altrettanto interessanti KEF Reference 1, faticano a riproporre.

Salendo nella gamma frequenze, troverete un midrange nitido e alti chiari e brillanti. A queste frequenze più elevate gli L100 non sembrano così sofisticati, uniformi o aperti come altre alternative più convenzionali. Ma sono ancora abbastanza perspicaci da rivelare chiaramente le differenze di produzione tra Kind Of Blue di Miles Davis e qualcosa di più moderno, come la colonna sonora della serie TV Broadchurch di Olafur Arnalds.

Anche l’immagine stereo è estremamente valida. Gli L100 Classic dipingono infatti un palcoscenico sonoro decentemente espansivo con suoni e strumenti ben localizzati. Non c’è forse quello spazio attorno a quei suoni che avremmo voluto, né la stessa impressione di profondità assoluta, ma non è una carenza tale da influire negativamente sulla valutazione finale.

Facciamo partire Heligoland dei Massive Attack e la presentazione sonora dei JBL funziona bene. Si sente che sono a proprio agio con questo tipo di brani e ci riversano contro un muro sonoro che impressiona con la sua ampiezza, la sua spinta e la sua energia. Sono composti anche ad alti volumi e non peccano assolutamente quando si parla di dinamica.

Il timing, ovvero la capacità di fornire l’interazione degli strumenti con sicurezza, è abbastanza solido per consentire agli L100 di trasmettere bene l’evoluzione della musica. Sorprendentemente inoltre rimangono coinvolgenti anche a livelli di volume molto bassi, là dove le alternative iniziano a suonare spente e quasi senza vita (non preoccupatevi insomma se volete ascoltarli a tarda notte).

Per ottenere questo tipo di prestazioni, è necessario fare un minimo di attenzione al posizionamento. Nella nostra sala prove abbiamo posizionato i JBL a poco più di un metro dalle pareti posteriori e ben lontani da quelle laterali. Inoltre, li abbiamo inclinati leggermente verso la posizione di ascolto per rendere più solida l’immagine stereo.

Verdetto

I JBL L100 Classic non sono impeccabili ma, a nostro avviso, nessuno dei loro difetti si avvicina a essere un problema insormontabile. Mentre peccano per alcuni aspetti rispetto a rivali nella stessa fascia di prezzo, la loro miscela di scelte ingegneristiche (cabinet molto generoso, configurazione a tre vie) produce risultati che gli stessi rivali non possono eguagliare.

Se giudicate l’alta fedeltà sulla capacità di intrattenere piuttosto che sulla capacità di analizzare, questi sono tra i diffusori più attraenti che possiate trovare attorno ai 5000 euro. E dovreste essere davvero senz’anima per non essere contenti che esistano ancora prodotti con questo fascino e questa personalità.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
5

Sommario

Dopo quasi 50 anni dalla loro uscita, i mitici diffusori di JBL con la griglia colorata tornano sul mercato come L100 Classic. Ed è anche ancora un gran bel sentire.

Pro
Dinamiche notevoli
Eccellenti in gamma bassa
Solidi e ben costruiti

Contro
Alcuni rivali fanno meglio a livello di immagine stereo
Il look e l’estetica così spiccatamente vintage non piaceranno a tutti

Scheda tecnica
Potenza di amplificazione massima raccomandata: 25-200 W (RMS)
Risposta in frequenza: 40Hz-40kHz (- 6dB)
Impedenza: 4 Ohm
Sensibilità: (2.83V@1m) 93 dB SPL
Dimensioni (LxAxP): 636,52 x 389,64 x 371,48 mm
Peso: 26.7 kg
Prezzo: 5500 euro
Sito del produttore: www.jbl.com

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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