PlayStation 5 continua ad essere al centro di rumor decisamente negativi, nonostante le ulteriori spiegazioni tecniche fornite da Mark Cerny
La lunga intervista rilasciata da Mark Cerny, leader dello sviluppo tecnico di PlayStation 5, a Digital Foundry, non fa arrestare i rumor che dipingono una situazione tutt’altro che semplice in casa Sony. Dell’intervista vi riportiamo solo qualche passaggio, per farvi comprendere la posizione ufficiale di Sony sulla questione. Qui, ad esempio, si parla di regolazione delle frequenze di utilizzo di CPU e GPU:
“Non utilizziamo la temperatura del die (per regolare le frequenze, NdR), perché ciò andrebbe a creare due tipologie di varianti fra diverse PS5. Una variante causata dalla differenza nella temperatura ambientale: la console potrebbe essere collocata in una zona più calda o più fredda della casa. L’altra variante causata dai singoli chip custom della console, visto che alcuni funzionano sprigionando più calore e altri meno. Dunque, anziché utilizzare la temperatura del die, applichiamo un algoritmo in cui la frequenza dipende dalle attività della CPU e della GPU. Ciò rende il funzionamento della console costante. Tutte le PlayStation 5 si comportano dunque allo stesso modo. Se giocate con lo stesso gioco e vi recate nella stessa zona, non ha importanza il tipo di chip custom che avete o come funzionano i suoi transistor. Non ha importanza se mettete la console nel mobile dello stereo o nel frigorifero, la vostra PS5 utilizzerà le stesse frequenze per CPU e GPU di qualsiasi altra PS5”.
Un’altra precisazione importante è stata fatta in termini di gestione e ripartizione della potenza, a seguito anche di molti rumor che dichiaravano che PS5 non potesse far lavorare contemporaneamente a pieno regime sia la CPU che la GPU:
“CPU e GPU hanno entrambe una quota di energia disponibile, anche se ovviamente quella dedicata alla GPU è maggiore. Se ad esempio la CPU non utilizza appieno tutta la propria quota, magari restando ferma a 3,5 GHz, allora la porzione inutilizzata può essere trasferita alla GPU. Questo è ciò che AMD chiama SmartShift. C’è abbastanza potenza perché sia CPU che GPU possano potenzialmente girare al limite di 3,5 GHz e 2,23 GHz, dunque gli sviluppatori non devono scegliere di far funzionare l’una meno velocemente dell’altra”.
L’ultimo passaggio che vi riportiamo è relativo all’argomento SSD, in particolare alla questione della duplicazione dei dati, che spesso ha portato alla necessità di avere titoli dal peso superiore ai 100GB senza un apparente motivo:
“Marvel’s Spider-Man è un buon esempio di questo genere di problemi. Se non avessimo duplicato alcuni dati, le prestazioni del drive sarebbero colate a picco: dai 50-100MB/s attuali a soli 8MB/s. Per Marvel’s Spider-Man, Insomniac ha trovato una soluzione elegante, ma ancora una volta si è appoggiato pesantemente all’utilizzo della RAM”.
Con PlayStation 5 avremo dunque titoli meno pesanti, caricamenti più veloci e meno memoria RAM utilizzata da operazioni superflue, come ad esempio l’urlo di morte di un nemico. Prima, per farlo “attivare” nel momento esatto della morte, era necessario mettere i dati dell’urlo all’interno della RAM, ora non sarà più necessario. Quasi in concomitanza a questa intervista, però, si è diffusa in rete un’analisi piuttosto catastrofica della situazione attuale di sviluppo di PlayStation 5. Questa è stata poi condivisa e confermata da una fonte piuttosto attendibile e conosciuta nella scena, ovvero Daniel Rubino, Editor-in-Chief di Windows Central.
Stando a quest’analisi, il problema più grande per Sony sarebbe quello del surriscaldamento sia delle componenti interne (CPU e GPU), sia dello slot M.2 per l’SSD aggiuntivo. Pare infatti che la casa giapponese abbia compreso in ritardo l’importanza di adottare un form-factor simile alla “torre” utilizzata da Microsoft per Xbox Series X, e che ora sia indecisa fra un cambio di design all’ultimo momento, col rischio di copiare Microsoft, oppure se continuare con la linea attuale e proporre una versione di PS5 con design rivisitato fra qualche anno. Un’altra opzione sarebbe quella di rimandare l’uscita delle console di 6-12 mesi per poter risolvere con più tranquillità la questione.
Tutto ciò fa sì che non sia ancora chiaro quale sia l’effettiva potenza che PS5 sarà in grado di garantire con costanza durante una sessione di gioco, e questo spiega il motivo per cui non sono ancora stati mostrati gameplay dei titoli di lancio. Gli sviluppatori non sanno ancora come ottimizzare i propri giochi e per quali potenze devono essere tarati, per cui mostrare immagini derivanti da un Dev-Kit potrebbe causare scontento fra il pubblico se la console dovesse risultare meno prestazionale.
Nonostante si tratti solamente di rumor, non è il primo di questo tipo che sentiamo, e gli sviluppatori a sostegno di queste tesi sono ormai parecchi. Che Sony sia in difficoltà è dunque ormai palese. Questo fornisce ancora più merito a Microsoft, che è riuscita a realizzare una console decisamente più potente e con molti meno problemi (almeno sulla carta) rispetto ai rivali. È chiaro dunque che Sony, travolta dal successo di PS4 e PS4 Pro, abbia sottovalutato la concorrenza e si sia fidata un po’ troppo del proprio nome. Come finirà la vicenda? Non ci resta che attendere qualche mese per scoprirlo.
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