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PlayStation VR2: c’è già aria di crisi per il visore VR di Sony

playstation vr 2
PlayStation VR2

I primi numeri sul venduto di PlayStation VR2 riportati da IDC sono a dir poco sconfortanti. Un po’ lo si sospettava, ma di questo passo Sony dovrà ricorrere presto ai ripari

Mancano ancora i dati ufficiali forniti da Sony, ma secondo quanto riportato da IDC PlayStation VR2 avrebbe venduto solo 270.000 unità a livello globale contro 2 milioni di pezzi che Sony aveva previsto prima dell’uscita. Il periodo preso in esame è quello dal 22 febbraio (giorno di uscita di PSVR2) a fine marzo e, se le cifre rilasciate da IDC fossero reali (o comunque vicine alla realtà), si tratterebbe di un vero e proprio flop per Sony e, a ben vedere, per lo stesso mercato della realtà virtuale in ambito gaming.

Tra l’altro la periferica, nella versione standard da 599 euro e in quello in bundle con Horizon Call of the Mountain da 649 euro, è disponibile senza problemi un po’ in tutti gli store online e lo era già dopo due-tre settimane dal lancio, segno che non c’è mai stata una vera e propria corsa da parte degli appassionati ad accaparrarsi PSVR2 se non nei primissimi giorni dall’uscita.

Cifre che sembrano quindi confermare i tanti dubbi che hanno sempre circondato questo visore da quando Sony annunciò sia la presenza del cavo per il collegamento a PlayStation 5 (un fattore ancora molto limitante per la VR), sia il prezzo di 599 euro. Che non è elevato in assoluto se si considera la qualità del visore stesso e i suoi componenti, ma che lo è subito diventato agli occhi di molti considerando quello più basso di PlayStation 5 (già, un visore VR che costa di più di una console di ultima generazione).


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Non a caso, per sfruttare queste “polemiche”, Meta ha abbassato il prezzo sia del suo visore VR Quest 2 scontandolo di 50 euro (da 449 a 399 euro), sia del Quest Pro (da 1799 a 1199 euro). Ma oltre alla questione prezzo, PlayStation VR2 è arrivata sul mercato senza una vera killer application in grado di giustificarne l’acquisto al di fuori di una piccola cerchia di super appassionati.

Certo, Horizon Call of the Mountain è un’esperienza in VR affascinante e spettacolare, Gran Turismo 7 in realtà virtuale è tanta roba (ma occhio alla motion sickness) e Resident Evil 8 giocato con PSVR 2 in testa è qualcosa di veramente terrorizzante, seppur con diversi limiti che dimostrano come non sia un titolo realizzato con in testa la VR. Non mancano altri giochi riusciti (Moss 2 è qualcosa che tutti dovrebbero provare), ma in molti casi si tratta di titoli già disponibili per Quest 2 o per altri visori e quelli davvero inediti rimangono pochi e non tutti riuscitissimi.

A Sony è insomma mancata una line-up di lancio davvero forte e se questo valeva anche per la prima PlayStation VR, in quel caso la realtà virtuale era considerata come una cosa ancora pionieristica e si accettava quindi anche il fatto che ci volesse tempo per sfornare giochi di alto livello. Tempo che però è passato (quasi sette anni) portandosi dietro tantissime aspettative concretizzatisi poi solo in parte.

E non dimentichiamo che PlayStation VR costava nel 2016 molto meno di PlayStation VR2 e poteva contare su un’enorme base installata di PlayStation 4 (circa 90 milioni nel periodo di uscita di PSVR), mentre oggi si parla di circa 35 milioni di PlayStation 5 vendute ed è quindi logico che PSVR2 non possa raggiungere i numeri di PSVR nel 2016, anche se 270.000 unità come riportato da IDC rimane comunque un numero al di sotto di ogni aspettativa.

Bloomberg, che ha riportato i numeri di IDC, prevede che a breve Sony sarà costretta ad abbassare il prezzo di PSVR2 per “tappare la falla”, ma se il trend dovesse continuare con cifre simili ipotizziamo anche un taglio di produzione del visore. Che rimane certamente un oggetto ben fatto e sviluppato con cura da parte di Sony (a parte i tristissimi auricolari cablati), ma che si porta dietro quello che è forse il limite ancora invalicabile della VR (nonché un incubo per qualsiasi reparto marketing). Se non la si prova di persona, non la si può capire e apprezzare e il suo prezzo sarà quindi sempre percepito come troppo elevato e non giustificato.

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