Si può realizzare un horror con meno di diecimila euro? La risposta in Shanda’s River, interessante film indipendente interamente girato tra Voghera e dintorni che grazie a Cine-Museum ha visto la luce anche in Italia
In Shanda’s River l’antropologa Emma (Margherita Remotti) nel corso di un viaggio per approfondire temi legati all’occulto e alle streghe fa tappa anche presso una cittadina del nord Italia, per un tour al torrente Shanda. Quando all’inizio del 1500 l’intera zona era pesantemente sofferente a causa di pestilenze e infertilità una giovane contadina prestò i propri servigi per combattere le piaghe, finendo additata come fattucchiera e condannata morte.
Accompagnata da Giulia (Claudia Marcasca) presso un piccolo albergo della zona, l’indomani la visita guidata è foriera del truculento assassinio di Emma a opera di misteriosi individui che indossano antiche maschere rituali. Il risveglio per la giovane donna è ancora più shockante: presso la camera dove di li a poco incontra nuovamente Giulia iniziando il viaggio verso il corso d’acqua, che termina nuovamente in tragedia.
Inizialmente convinta di avere vissuto un vivido incubo la malcapitata realizza di essere prigioniera in un limbo spazio-temporale, costretta a rivivere all’infinito la medesima giornata che ogni volta si conclude con la sua tragica fine a cui pare impossibile sottrarsi. Avvicinato un giornalista che investiga su recenti fatti di sangue accaduti nella zona, Emma tenterà di svelare la maledizione di un enigmatico cerchio rosso prima che la catena di omicidi di cui è vittima si interrompa con la sua dipartita, senza più ritorno.
C’è tanto buon cinema di genere nel lavoro del vogherese Marco Rosson, con echi di opere del passato tra Fulci, D’amato, Argento e Bava. Ciò non significa aver colto sterilmente dagli altri perché Shanda’s River ne ha tratto proficua ispirazione rispettando i canoni dettati da indiscussi maestri. Rosson ha messo in gioco il proprio estro dando vita a un racconto dai notevoli piani di ripresa, movimenti di macchina, montaggio, fotografia e certo non ultima la colonna sonora di Mauro Crivelli.
Tra horror e qualche elemento splatter una storia che ha alla base il medesimo ciclo infinito della commedia Ricomincio da capo – Groundhog Day del 1993 piuttosto che il più recente (poco) sanguinolento Auguri per la tua morte. Un connubio tra witchcraft e atmosfere nostrane puntando subito fuori dall’Italia dove non è passato inosservato: Paesi stranieri che per l’ennesima volta hanno palesato maggiore interesse verso il cinema italiano indipendente salutandolo con tanti premi, riconoscimenti e inviti presso festival importanti come il Los Angeles Film Awards dove è giunto primo nella sua categoria o il New Jersey Horror Con.
Traguardi importanti per una produzione che definire minimal è poco, dove Rosson assieme a cast e troupe ha compiuto un miracolo con soli 7.500 euro a disposizione(!). Negli Stati Uniti ci sono alcuni esempi di similari operazioni indy ma anche con budget ben più ricchi quelle davvero riuscite si contano sulle dita di una mano. Considerando risultato artistico e investimento prossimo allo zero un lecito accostamento potrebbe essere quello tra Shanda’s River e Blair Witch Project, anche se per quest’ultimo furono messi in campo 60.000$ del 1999, pari a circa 92.000$ del 2018, ovvero 75.000€: chissà Rosson cosa riuscirebbe a combinare con una simile cifra.
Una sola settimana di riprese, 4 attori, pochissimi tecnici ma tanta voglia di cinema a partire dal prologo subito dal sapore vintage. Questo non significa che Shanda’s River sia un film scevro da limitazioni o flessioni nel racconto, dove si tende a eccedere con carrellate orizzontali, trovando meno efficaci le battute conclusive lasciando al contempo una porta aperta per un possibile sequel.
Dopo una decina di minuti di ascolto in italiano siamo ripartiti in inglese, lingua con la quale gli attori hanno avuto a che fare in fase di riprese e che rende tutto molto più omogeneo e genuino rispetto al doppiaggio. La morte, la predestinazione unitamente al loop temporale sono portati in scena con consapevolezza di potenzialità e limiti di fattibilità. Non è difficile ritrovarsi coinvolti in seno a elementi suggestivi, respirando atmosfere anni ’70 e a nostro avviso Shanda’s River rientra nel novero dell’epoca d’oro di grafici thriller nostrani oggetto di culto specie da parte di appassionati oltre confine.
L’augurio rivolto a Rosson e al suo team è che Shanda’s colga l’attenzione di produttori esteri con progetti dal budget più significativo: non dimentichiamo che recentemente il norvegese Tommy Wirkola con 800.000$ ha realizzato il primo Dead Snow e nel giro di breve tempo si è ritrovato regista di una produzione milionaria come Seven Sisters.
Tanti premi e riconoscimenti ottenuti in giro per il mondo eppure Shanda’s River ha rischiato di non vedere mai la luce da noi se non fosse per l’interessamento da parte di Carlo Bugli e della sua Cine-Museum, che abbiamo recentemente incontrato per le due Limited Edition di Distretto 13 – Le brigate della morte. Il film di Rosson ha inaugurato la collana Cine-Museum Independent con pubblicazione su DVD, Blu-ray e Blu-ray Limited numerata a tiratura di 300 copie che è quella che qui presentiamo.
VIDEO
Come raramente accade abbiamo avuto la possibilità di entrare direttamente in contatto col regista a cui abbiamo chiesto specifiche in merito all’hardware impiegato: “Il film è stato girato quasi tutto con la Sony α7S II dotata di ottica Zeiss e una Black Magic Pocket con ottiche Canon (per i primi piani). Per le scene più complesse dove era imperativo non sbagliare al primo ciak sono state usate altre macchine come la Canon EOS 650d e una GoPro Hero 3.
Il vero problema di usare macchine con ‘paste’ diverse è stato intervenire sulla color correction in post-produzione tramite sistema DaVinci. La Black Magic ha lavorato molto bene anche in post-produzione mentre la Sony in post ha avuto qualche problema. Formato nativo Apple ProRes 1920 X1080. Per la computer grafica, alla medesima risoluzione, ci sono stati pochi interventi per il desiderio di realizzare effetti dal vero come era uso negli anni ’70 e ’80”.
BD-25 singolo strato, codifica video AVC/MPEG-4 (1920 x 1080/25p), aspect ratio 1.78:1. La qualità video è sopra la media con un’ottima resa anche nei passaggi notturni o con limitata illuminazione, alcune inquadrature rivelano limitazioni nelle sfumature in secondo piano di relativo impatto visivo. Neri di buona resa, palette cromatica vivace contribuendo a caricare ulteriormente i passaggi più grafici, come le incursioni della sanguinante Shanda negli incubi di Emma.
AUDIO
Doppia traccia DTS-HD Master Audio 2.0 italiano e inglese. Come sopra detto c’è grande differenza tra le due in termini di dialoghi e incisività del parlato consigliando di seguire il film in lingua originale inglese, decisamente più efficace. Per il resto entrambe le codifiche lossless lasciano ‘respirare’ l’angosciante colonna sonora e rafforzano i numerosi passaggi ad alta tensione. Un’offerta multicanale lossless a canali discreti avrebbe contribuito alle atmosfere ma il budget evidentemente non lo ha permesso.
EXTRA
10′ min. dietro le quinte con immagini della realizzazione ma anche dallo studio dove si è svolto il doppiaggio, video integrale con l’intervento di Diego Runko nei panni del giornalista investigativo Daniel Rot che compare nel film, 2 scene omesse dal montaggio finale, videoclip musicale Three Horns, teaser/trailer, trailer di Deadshock di Marco Rosson e una interessante guida di circa 5′ minuti dedicata alla realizzazione di uno zombie make-up.
Nota per i collezionisti: impreziosita della numerazione sino a 300 copie la Limited Blu-ray formato Full Slip è di pregevole fattura, testo in rilievo sul cartonato esterno, 4 cartoline da collezione, CD colonna sonora e libretto con approfondimenti a cura di Cine-Museum. Sino a esaurimento scorte cartolina aggiuntiva autografata.
TESTATO CON: Tv Hisense 4K H49M3000, Sony KD55XE9305, UHD player Samsung UBD-K8500
Blu-ray disponibile su Cine-Museum
Qualità immagine con minime riserve
DTS lossless 2.0
Packaging e materiale extra della Limited
Ci sarebbe piaciuto il DTS-HD MA 5.1
Durata: 91'
Anno di produzione: 2016
Genere: Horror
Regia: Marco Rosson
Interpreti: Margherita Remotti, Diego Runko, Marcella Braga, Claudia Marasca
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Supporto: BD 25
Aspect Ratio: 1.78:1
Codifica Video: 1080p MPEG-4 AVC
Audio: italiano, inglese DTS-HD Master Audio 2.0
Sottotitoli: italiano
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