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Gemini Man [UHD]

Dopo Vita di Pi e Billy Lynn – Un giorno da eroe con Gemini Man il regista Ang Lee torna a sperimentare 4K e 3D a 120 frame al secondo

Gemini Man racconta dello stanco e incanutito sicario Henry Brogan (Will Smith), che dopo oltre settanta esecuzioni confermate desidererebbe ritirarsi a vita privata. Schierato dalla parte della giustizia e convinto di aver eliminato sempre e solo minacce alla stabilità di governi e società, un incontro con un amico gli insinua il dubbio che l’ultimo obiettivo fosse in realtà un eminente scienziato e non un terrorista.

Scampato a un primo attentato si allontana il più possibile dai luoghi e dalla precedente vita, lasciati gli Stati Uniti è certo di aver trovato riparo presso un vecchio amico in Sud America. Pace e tranquillità non sono destinate a durare, quando di li a poco è costretto a confrontarsi con uno spietato killer che non solo ha il suo stesso volto da giovane ma anche le medesime doti fisiche e di intelletto.

Ang Lee è un regista notevolmente versatile che nel corso della sua lunga carriera è certo più ricordato per opere autoriali di grande levatura come Tempesta di ghiaccio, Vita di Pi, I segreti di Brokeback Mountain, Ragione e sentimento. A parte l’incursione nell’action made in China e omaggio all’acclamato genere wuxia La tigre e il dragone c’è quel mezzo passo falso di Hulk del 2003 con Eric Bana, mentre non ha mai smesso di sperimentare le tecnologie più avanzate tra cui riprese digitali 120 fps piuttosto che a stereoscopia nativa. I racconti ad alto tasso adrenalinico sono forse quelli meno osannati ma il maestro asiatico ha saputo dimostrare sempre e comunque padronanza del mezzo filmico, indipendentemente dal genere. Semmai gli si può rinfacciare di aver abbracciato alcune produzioni con sceneggiature non propriamente all’altezza proprio come nel caso di Gemini Man, ed è proprio quest’ultimo film che gli ha consentito di spingere ulteriormente in alto l’asticella della sfida tecnologica.


Un film che non lesina certamente quanto ad azione, in un’escalation di eventi e costante accelerazione che vedono perno centrale della vicenda un Will Smith sdoppiato: nel ruolo di se stesso a confronto con una versione più giovane. Purtroppo la credibilità dell’intera vicenda va a cozzare proprio con la presentazione di un Henry Brogan poco più che ventenne. A questi livelli di budget non si può certo scherzare e infatti i realizzatori per portare su grande schermo un Will Smith con uno ‘sconto’ di circa 30 anni rispetto all’anagrafe si sono appoggiati a una delle factory CGI più importanti del pianeta: la neozelandese Weta Digital. Stiamo parlando di una struttura che ha dato letteralmente vita a creature e scenografie delle trilogie de Il Signore degli anelli e Lo Hobbit, eppure in questo caso il risultato finale lascia più di una perplessità, anche perché il Will Smith di una trentina di anni fa andava più avvicinato a quello della serie Willy – Il principe di Bel Air.

gemini man

L’alter ego da giovane di Smith i tecnici di Weta lo hanno soprannominato “Junior” e hanno iniziato a lavorarci quando era ancora il 2018, per essere pronti l’anno successivo. Una versione vivente del grande attore afroamericano tutta su hard disk e pronta a tornare in azione a comando (apparentemente) senza necessità di chiamare in causa quello vero, che a differenza di quello digitale non può fermare il processo di invecchiamento (qualcuno ricorda The Congress, di Ari Folman?). Opera certamente all’avanguardia che prova a infilare in mezzo a tanta adrenalina un’ampia riflessione etico-sociale sulla clonazione, quando ricerca e scienziati finiscono al soldo del miglior offerente non importa quanto amorale possa essere.

L’ambizione tecnica finisce però per cozzare contro una messa in scena superficiale e un po’ banalotta senza peraltro aggiungere alcunché al genere, peggiorando a ogni istante con un’ultima parte che paga pesantemente pegno la presunzione di essere riusciti a lanciare il messaggio morale sotto traccia. Ai titoli di coda resta il ricordo di qualche passaggio involontariamente ridicolo, colpa di un secondo tempo troppo tagliato col coltello. Un risultato complessivo incapace di infiammare lo schermo quanto meno per la versione in 2D, tutt’altra cosa lo spettacolo tridimensionale. Anche perché qui il 3D, nativo, è un elemento realmente capace di fare la differenza, con Ang Lee circondatosi di veri e propri maestri nel loro campo: il cinematographer Dion Beebe (13 Hours – Secret Soldiers of Benghazi su tutti) e lo stereografo Demetri Portelli (vincitore del Lumiere Award for Best Live Action Stereography nel 2012 per il meraviglioso Hugo Cabret di Martin Scorsese), i quali hanno dato vita a una visione con un eccellente livello di tridimensionalità tanto da far (quasi) dimenticare la superficialità dello script.

gemini man

VIDEO

Per quanto sopra detto a pagare pegno tecnico anche la sezione video, di cui questa edizione UHD italiana di Gemini Man resta la migliore su cui mettere le mani. Girato nativo con Arri Alexa SXT M e Phantom Flex 4K in 3D nativo a risoluzione variabile 3.2 / 4 K a 120 fps, si è poi giunti a un Digital Intermediate 4K. Esattamente come per il precedente Billy Lynn – Un giorno da eroe anche in questo caso i file 120 fps sono stati ridotti a 60 fps, restituendo la medesima sensazione d’immagine molto digitale che potrebbe non incontrare il gusto di chi sperava in un feedback più analogico. Il tanto vituperato effetto ‘soap-opera’ resta forse l’ostacolo maggiore per un film presentato con originale aspect ratio 1.85:1 (3840 x 2160/59.94p), codifica HEVC su BD-100 triplo strato.

Un’immagine su cui non si può dire assolutamente nulla quanto a resa d’insieme, risalto elementi anche in secondo piano e presenza scenica anche nelle peggiori condizioni di luce, su tutte la sequenza all’interno delle catacombe. A dare maggiormente forza alle immagini il wide color gamut che in questo caso si avvantaggia per la presenza del Dolby Vision, su cui andiamo a segnalare il fault del televisore Philips 55PUS7304/12 4K direct LED e Dolby Vision compliant recensito l’anno scorso. A causa della limitazione dei 10 bit a versione ‘ridotta’ 8 + FRC ci siamo trovati di fronte ad alcuni passaggi da scempio delle sfumature colore in secondo piano, dove per esempio l’azzurro del cielo, fin troppo verdastro, era disturbato in misura davvero grossolana. Un risultato limitato che possiamo immaginare identico per qualsiasi pannello 8 + FRC. Quanto meno in HDR-10 a metadati statici la questione non si pone minimamente, così come con l’OLED LG 55B9DLA a 10 bit reali.

gemini man

La scelta di pubblicare unicamente in Germania la versione Blu-ray 3D tagliando fuori il resto del mondo la dice lunga sullo stato attuale di uno standard dato da tempo per morto, di cui non beneficiano nemmeno più gli statunitensi e che invece, come per Gemini Man, avrebbe qualcosa da dire. Nel caso si volesse acquistare questa edizione, caldamente consigliata, attenzione a dove ci si rivolge: c’è la versione tedesca 3D in amaray standard sul sito Amazon.de da circa 22€ (oppure la stessa ma versione steelbook) e una steelbook limitata sempre tedesca ma su Amazon.it da 65€ che include anche la 4K. Su nessuna di queste è presente l’italiano mentre ci sono tedesco e inglese Dolby ATMOS. Inutile ribadire come la scelta di non proporre un’edizione 3D localizzata per il nostro Paese spingerà nella direzione della pirateria.

AUDIO

Solita nota amarissima per un film di questo calibro che ritroviamo in italiano Dolby Digital 5.1 canali (640 kbps). La traccia suona basso e confina tutta l’esplosiva dinamica del Dolby ATMOS (core @Dolby TrueHD 7.1 24 bit) inglese a un fazzoletto di terra digitale dal quale ci si chiede il senso di una simile privazione per un film tutto azione, effetti ed esplosioni. Dialoghi a volume limitato dal centrale per cui si rende necessario intervenire manualmente per evitare di perderne le sfumature, elementi discreti che lasciano solo immaginare come fosse il missaggio all’originale.

gemini man

A partire dall’inseguimento in moto in Colombia fino al confronto finale tutto appare sempre meno adeguato, con l’impianto HT costantemente in riserva di dinamica e pressione sonora. Unica via per ascoltare l’imponente lavoro di post-produzione sonora svolto per l’edizione cinema quello di rivolgersi alla traccia originale a oggetti, che vanta più di un passaggio reference: oltre al sopracitato confronto tra i due Brogan in Sud America c’è tutta la parte finale e il furibondo confronto urbano all’ultimo sangue.

EXTRA

Sul disco UHD di Gemini Man un focus esclusivo sugli effetti CGI di Weta Digital purtroppo di soli 3′ minuti. Notevoli invece quelli del BD-50 con la versione FHD: inizio alternativo (6′), due sequenze omesse dal montaggio finale, il progetto del film in compagnia di Jerry Bruckheimer, Ang Lee e Will Smith, ; focus tecnico-psicologico sulla creazione dell’alter ego digitale di Will Smith; ulteriore approfondimento sul CGI dedicato a Will Smith (19′); capitolo sulle sequenze action (16′); le riprese nelle catacombe (4′) e il miglior extra di tutti in compagnia di Ang Lee con sue riflessioni sulla produzione 3D / 4K / 120 fps (6′). Sottotitoli in italiano ovunque.

Gemini Man Blu-ray UHD in vendita su Amazon.it

Gemini Man [UHD]
8 Recensione
Pro
Digital Intermediate 4K
Girato nativo 120 fps a 60 fps
Dolby Vision e HDR-10
Dolby ATMOS inglese
Extra nel complesso interessanti
Contro
Dolby Digital 5.1 italiano quasi ridicolo
Edizione Blu-ray 3D venduta all'estero
Riepilogo
Prodotto da: Paramount Pictures HE
Distribuito da: Universal Pictures HE
Durata: 117'
Anno di produzione: 2019
Genere: Fantascienza
Regia: Ang Lee
Interpreti: Will Smith, Mary Elizabeth Winstead, Clive Owen, Benedict Wong, Douglas Hodge, Ralph Brown, Linda Emond
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Supporto: BD 100 + BD 50
Aspect Ratio: 1.85:1
Codifica Video: 2160p HEVC
Audio: Inglese Dolby ATMOS; Italiano, inglese descrittivo non vedenti, spagnolo, francese, franco-canadese, giapponese, tailandese Dolby Digital Audio 5.1
Sottotitoli: italiano, inglese, inglese non udenti, malese, cinese, spagnolo, francese, giapponese, coreano, franco-canadese, tailandese, olandese
Qualità artistica
Video
Audio italiano
Audio originale
Extra
Il giudizio di AF

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