Seppur costi molto di più del predecessore del 2015, il Cambridge Audio CXA61 rimane un amplificatore integrato a tratti superlativo.
Il CXA61 di Cambridge Audio, di cui abbiamo già parlato qui in occasione della presentazione a IFA 2019, ha una difficile eredità da ricevere. Il suo predecessore diretto, il CXA60, è stato infatti un grande successo di critica e pubblico, nonché uno degli amplificatori integrati di riferimento nella fascia di prezzo sotto i 1000 euro, nonostante l’emergere di rivali agguerritissimi come il Rega Brio e l’Audiolab 6000A.
A prima vista sembra che questa volta Cambridge Audio possa essere stata un po’ troppo ambiziosa con il prezzo. Se infatti attendiamo ancora da HiFi United il prezzo italiano, in Gran Bretagna il CXA61 viene venduto a 750 sterline e negli USA a 999 dollari ed è quindi probabile che lo vedremo a breve dalle nostre parti tra i 900 e i 1000 euro. Decisamente più caro del suo predecessore.
Costruzione
Questo nuovo amplificatore della gamma CXA sembra molto familiare e, a parte l’assenza dei controlli di bilanciamento e di tono sul pannello frontale, c’è davvero poco che separa questo modello dal precedente. Mentre ci spiace per la perdita di queste utili funzioni, siamo lieti di notare che il CXA61 rimane un kit hi-fi solido e di classe. Sembra un gradino sopra i suoi rivali, anche se ancora una volta l’aumento del prezzo toglie un po’ di entusiasmo al tutto. Se però guardiamo più da vicino le specifiche, notiamo che gli ingegneri di Cambridge Audio non se ne sono stati con le mani in mano per quattro anni. Ci sono infatti molti cambiamenti nei dettagli tra le due generazioni di amplificatori CXA. La grande novità è che ora c’è un USB (tipo B) accanto ai soliti ingressi digitali coassiali e ottici sul pannello posteriore.
Troviamo poi un nuovo DAC, ovvero un ESS Sabre SE9010K2M anziché il Wolfson 8740 del modello precedente. Ciò significa che il CXA61 è ora compatibile con file PCM a 32 bit/384 kHz e stream di file DSD 256. Anche il Bluetooth è integrato ed è comprensivo di aptX HD per lo streaming offline fino a 24-bit/48kHz da una sorgente compatibile. Il precedente modello aveva bisogno di un dongle Bluetooth opzionale che costringeva a sborsare ulteriori soldi e quindi questa integrazione è doppiamente bene accetta. Cambridge Audio non si è dimenticata nemmeno del mercato delle installazioni domestiche, con l’aggiunta di una porta RS232 e di ingresso e uscita trigger che aiutano a integrare il CXA61 in un sistema automatizzato.
Guardando altre specifiche, sarebbe facile supporre che poco sia cambiato dal lato analogico. La potenza erogata rimane pari a 60 W per canale e non ci sono cambiamenti per quanto riguarda la connessioni analogiche. Questo integrato infatti ha ancora quattro ingressi RCA stereo sul retro e un jack da 3,5 mm per lettori musicali portatili nella parte anteriore. Questo dovrebbe essere sufficiente per la maggior parte dei sistemi, anche se è un po’ una sorpresa non trovare uno stadio phono quando molti rivali nella stessa fascia di prezzo ormai lo forniscono.
È vero che così facendo Cambridge Audio spinge i clienti a puntare sui suoi stadi phono esterni della gamma Alva (Solo e Duo), che riteniamo tra l’altro ottimi come rapporto qualità-prezzo, ma spiace comunque rinunciare a una soluzione “tutto in uno” per gli amanti dei vinili. Mentre il circuito analogico di base non è stato rinnovato, gli ingegneri hanno migliorato la qualità del suono cambiando la maggior parte degli amplificatori operazionali nel percorso del segnale e aggiornando i condensatori nelle sezioni pre e potenza dell’amplificatore.
Qualità audio
Siamo lieti di segnalare che tutto questo lavoro ha dato i suoi frutti. Mentre il prezzo più elevato del previsto suggerisce che il CXA61 potrebbe faticare a imporsi sui concorrenti più abbordabili, non ci vuole molto a capire che tutte queste modifiche hanno funzionato davvero bene. Sebbene il sound generale sia ancora riconoscibilmente correlato a quello del modello precedente, il CXA61 mette in mostra un suono più trasparente, giocoso e semplicemente più divertente da ascoltare, indipendentemente dagli ingressi scelti.
Attraverso gli input RCA, a cui abbiamo collegato il nostro streamer di riferimento Naim ND555/555PS e il lettore CD Marantz CD6006 (più compatibile con il prezzo dell’ampli), siamo soddisfatti della natura vivace dell’amplificatore. Riproduciamo una vasta gamma di brani musicali, dalla colonna sonora de Il Gladiatore di Hans Zimmer a Living Room Songs di Olafur Arnalds passando per 3121 di Prince e il CXA61 gestisce tutto con grande abilità.
Questo sistema integrato suona saldamente sotto controllo, indipendentemente dal fatto che utilizziamo i B&W 606 o i nostri diffusori di riferimento ATC SCM50. Ha abbastanza in termini di ampiezza e autorità per lavorare bene con la colonna sonora del film di Ridley Scott e c’è il giusto impatto quando richiesto, con l’amplificatore che non balbetta sui numerosi picchi dinamici dell’album. Siamo anche soddisfatti dalla compostezza in mostra e del rifiuto del CXA61 di apparire confuso o stressato quando la musica diventa esigente. Ha inoltre quel tipo di delicato equilibrio tonale a metà strada tra attacco e raffinatezza. È il tipo di presentazione che funziona bene su una vasta gamma di diffusori e generi musicali.
L’imaging stereo è poi impressionante, con l’amplificatore in grado di posizionare suoni e strumenti con estrema precisione e stabilità. Ne esce un soundstage vasto e ben stratificato, a condizione che il resto del vostro sistema abbia componenti di egual talento. Più trascorriamo tempo con i test, più risulta chiaro che pochi rivali hanno le armi per sfidare il CXA61, che scava facilmente alla ricerca dei dettagli di basso livello e li restituisce con cura e convinzione. Ce ne accorgiamo soprattutto ascoltando l’album di Olafur Arnalds, perfetto per capire se un amplificatore integrato abbiamo o meno un elevato grado di raffinatezza. È facile infatti che un ampli suoni in modo maldestro con questi brani, ma è una trappola che il CXA61 evita brillantemente.
E che dire dell’aspetto più ritmico della musica? 3121 di Prince suona come meglio non potevamo aspettarci tra linee di basse irresistibili e intricate e la voce distintiva di Prince al centro della scena. Il CXA61 spunta tutte le caselle hi-fi senza dimenticare che tutti i dettagli e la neutralità tonale nel mondo non contano se il contenuto emotivo della musica viene ignorato.
Verdetto
Non ci piace il fatto che il CXA61 sia aumentato così tanto di prezzo rispetto al suo predecessore, anche se alla fine è più equipaggiato e suona chiaramente meglio (dopotutto quattro anni di distanza non sono pochi). Rispetto a due fenomeni come l’Audiolab 6000A e il Rega Brio questo nuovo nato del brand britannico offre una combinazione di abilità sonora, caratteristiche e qualità costruttiva che anche questi due temibili rivali faticano ad eguagliare.
© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Sommario
Seppur costi molto di più del predecessore del 2015, il Cambridge Audio CXA61 rimane un amplificatore integrato a tratti superlativo.
Pro
Sound aperto, dettagliato e dinamico
Presentazione ricca d’impatto
Ricco di funzioni (soprattutto rispetto al predecessore)
Costruzione e finiture eccellenti
Contro
Più costoso del predecessore
Scheda tecnica
Potenza: 60W per canale
Ingressi: 4xRCA, 2xottici, coassiale, USB
Uscite: pre-out, subwoofer
Prezzo: nd
Sito del produttore: www.cambridgeaudio.com
Distributore italiano: www.hifiunited.it
© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.