Edizione restaurata per Bande à part, perla per cinefili e una delle opere per cui è amato e ricordato Jean-Luc Godard, padre della Nouvelle Vague. Distribuzione Eagle Pictures
Bande à part colloca la vicenda per grigi sobborghi di una gelida Parigi, anni ’60. Odile (Anna Karina) è una giovane che vive presso una grande villa assieme alla zia Victoria (Louisa Colpeyn) e al Sig. Stolz, che ha accumulato una fortuna in maniera poco lecita. Nel tentativo di spronarla a trovare un vero lavoro Victoria ha iscritto la nipote a un corso d’inglese, che frequenta svogliatamente. È proprio li che Odile conosce il perditempo Franz (Sami Frey) e il suo amico balordo Arthur (Claude Brasseur).
Incapace di mantenere un segreto, Odile finisce per rivelare ai due che nella soffitta della casa della zia il Sig. Stolz nasconde l’enorme quantitativo di danaro. Circuita, convinta a spalleggiarli col sogno di veri sentimenti e un’altra vita lontano dall’apatia diventa l’improbabile basista di un’approssimata rapina piena di incognite e dai tragici risvolti.
Bande à part, che letteralmente significa ‘compiere un atto al di fuori del gruppo’, è considerato una pietra miliare della Nouvelle Vague francese. Classe 1964, settimo film di Jean-Luc Godard girato in bianco e nero con un ristrettissimo budget al fine di recuperare l’ingente investimento da parte del regista nel precedente Le Mépris – Il Disprezzo questo Bande à part è un film cupo, pessimista, con un fondo di razionale cinismo.
A distanza di così tanti anni è davvero difficile farsi piacere un simile script, debordante sofferenza ma soprattutto insofferenza nei confronti del resto del cinema. Opera che rischia di lasciare perlopiù distanti se la lettura non torna obbligatoriamente a quel periodo di ‘rivoluzione’ della settima arte, alla Nouvelle Vague di cui Godard fu pilastro in un’epoca in cui l’impiego dello strumento cinema era più che mai personale.
Corrente artistica in cui era lecito il fuggevole sguardo in camera di chi nella camera vi rientrava, eletta comparsa anche se per un breve istante, in cui non badare troppo all’uscita dal seminato della storia principale: la corsa a perdifiato per il Louvre è un altro frammento significativo, poi ripreso dal maestro Bernardo Bertolucci nel suo The Dreamers, oppure la sequenza del ballo a tre nel bar che Tarantino omaggerà in Pulp Fiction.
Corrente di pensiero dove la parola completa l’immagine, dove la digressione narrativa si fa anti-cliché per spiazzare e far riflettere, come l’importante tassello di meta-cinema quando il terzetto affronta il minuto di silenzio, in cui scompare la colonna sonora, per poi resistere poco più di 30 secondi.
Andare in controtendenza, ‘scarnificare’ il mezzo filmico ed esporlo anche in maniera imbarazzante arrivando ad abbracciare il ridicolo e il posticcio con l’ampia sequenza della rapina e dell’irruzione nella casa in cerca del danaro che assume toni sempre più da farsa culminando con l’inverosimile e ridicola sparatoria.
Tutto passa attraverso il linguaggio universale e amorale della settima arte tra finzione e funzione narrativa non lineare raccontando sogni, speranze, disgusto e colpi di testa di una gioventù parigina anni ’60 in fuga, ritraendo un’altra capitale, forse quella più vera, in bianco e nero, diretta e disarmante quanto il senzatetto sul marciapiede che combatte il gelo coricato sopra una grata di areazione della metropolitana.
Curiosità: in Italia Bande à part è (meno) noto anche col titolo Separato magnetico. Nel cast Anna Karina, scritturata quando era già l’ex-moglie del regista.
VIDEO
Pellicola in bianco e nero restaurata poco tempo fa e riportata per l’occasione anche in sala il cui Digital Intermediate 2K è stato poi impiegato per la realizzazione di questo BD-25. Formato immagine originale 1.33:1 (1920 x 1080/24p), codifica AVC/MPEG-4, ampia scala di grigi mentre solo in alcuni passaggi sono notabili alcune trame della pellicola su cui rimane l’impressione di aver agito al meglio per restituire il contenuto.
Neri tendenzialmente slavati per la natura stessa del film e la scelta di operare in esterni velocemente senza badare troppo alla resa del girato. Nel complesso una visione tecnicamente piacevole in cui probabilmente è stato fatto il possibile per rimanere tecnicamente fedeli all’originale.
AUDIO
Una sola traccia LPCM 2.0 dual mono francese con sottotitoli, concedendo il possibile all’originale colonna sonora con massiccia presenza di elementi in presa diretta, musiche, aprendo al parlato con forma più che dignitosa considerando le limitazioni della produzione.
EXTRA
Solo il trailer di lancio della pellicola restaurata. Ricordiamo agli appassionati che all’estero sono presenti edizioni di ben altra levatura, su tutte la Criterion Collection americana che offre il telecinema del master supervisionato dal cinematographer Raoul Coutard per l’edizione Gaumont in HD del 2010.
Tra i supplementi intervista esclusiva a Coutard e Anna Karina, estratti dal documentario La nouvelle vague par elle-même con riflessioni del regista, rare immagini della realizzazione di Bande à part, il corto muto di Agnès Varda del 1961 Les fiancés du pont Mac Donald con la presenza di parte del cast e di Godard.
TESTATO CON: Videoproiettore Sony VPL-VW260ES, Player OPPO UDP-203
Blu-ray disponibile su dvd-store.it
Restauro pellicola
LPCM 2.0 dual mono
Durata: 96'
Anno di produzione: 1964
Genere: Drammatico
Regia: Jean-Luc Godard
Interpreti: Anna Karina, Danièle Girard, Louisa Colpeyn, Chantal Darget, Sami Frey, Claude Brasseur, Georges Staquet, Ernest Menzer, Jean-Luc Godard (narratore)
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Supporto: BD 25
Aspect Ratio: 1.33:1
Codifica Video: 1080p MPEG-4 AVC
Audio: francese LPCM 2.0 dual mono
Sottotitoli: italiano
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