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Goldmund Telos 590 Nextgen II: l’integrato svizzero che bada al sodo

L’amplificatore integrato Telos 590 Nextgen di Goldmund promette tanta sostanza e una costruzione curatissima, ma non chiedetegli una grande versatilità

Circa 29.000 euro sono parecchi per un amplificatore integrato, ma quando c’è di mezzo il produttore svizzero Goldmund queste cifre non devono stupire e anche le aspettative non possono che essere altissime. Il Telos 590 Nextgen II promette agli appassionati di audio hi-end tutti i vantaggi sonori di un approccio purista a componenti separati, ma sceglie la strada di un’unica unità con al suo interno preamplificatore, finale, DAC e alimentatore. Una scelta che forse farà storcere il naso a più di un purista, ma che renderà felici molti altri, se non altro per la comodità di avere tutti questi componenti in un unico prodotto evitando così di tirare molti cavi tra un componente separato e l’altro.

Questo amplificatore integrato di classe A/B eroga 215 watt per canale su 8 ohm, che diventano 280 watt con un carico dimezzato. Non è un mostro di potenza (altri integrati in questa fascia di prezza fanno meglio su questo versante), ma si tratta di numeri comunque apprezzabili e in ogni caso i punti di forza del Telos 590 Nextgen II non vanno ricercati nella potenza bruta.

Telos 590 Nextgen II

Sul versante digitale il modulo DAC integrato può gestire file PCM fino a 32 bit/384 kHz e DSD64 in modo nativo, sebbene ci sia il supporto anche per i DSD128 tramite conversione in PCM. Il circuito elettronico a larghezza di banda ultra larga messo a punto da Goldmund è stato progettato per preservare le relazioni di fase e ridurre al minimo le distorsioni di tempo e di intermodulazione. L’impedenza di uscita dell’amplificatore è estremamente bassa e questo modello Gen II promette di essere ancora più reattivo al segnale di ingresso rispetto alla versione precedente grazie agli aggiornamenti apportati all’alimentatore, alle modifiche al layout del circuito stampato e ai miglioramenti di altri componenti.


Oltre agli aspetti strettamente elettronici, ci sono elementi del design fisico di cui Goldmund è particolarmente orgogliosa. Uno dei grandi cambiamenti rispetto al Telos di precedente generazione è l’uso di un ponte metallico interno che non solo migliora l’integrità meccanica di una struttura già estremamente solida, ma bilancia anche eventuali differenze di temperatura tra i dispositivi di uscita dell’amplificatore, con risultati in termini di miglioramenti sonori che il produttore svizzero definisce significativi.

Sulla parte frontale, oltre al display, troviamo due manopole, con quella di sinistra che serve per scorrere tra gli otto ingressi disponibili, cinque dei quali sono RCA (stranamente non troviamo nemmeno un ingresso bilanciato) e tre digitali (USB, coassiale e ottico). Sempre sul retro troviamo un unico set di terminali per diffusori di alta qualità, mentre mancano all’appello un’uscita preamplificatore, uno stadio phono e un’uscita cuffie. Non sono mancanze gravissime per un integrato in questa fascia di prezzo (chi spende infatti simile cifre per un amplificatore, di solito utilizza uno stadio phono o un amplificatore cuffie esterno), ma vanno un po’ a minare la completezza di questa proposta di Goldmund.

Se quindi cercate un integrato davvero completo, versatile e con possibilità di upgrade futuri, potreste rimanere un po’ delusi dalle specifiche del Telos 590 Nextgen II, ma chi l’ha sentito in azione ne ha parlato in modo lusinghiero, paragonandolo al più costoso (almeno nella sua versione completa) Dan D’Agostino Progression come impronta sonora e prestazioni pure, anche se il Progression offre decisamente di più tra uscita cuffie, ingresso phono, uscita preamp, Ethernet e Wi-Fi.

Ricordiamo che i prodotti di Goldmund sono distribuiti in Italia da Luxury Group.

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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