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Il DTS è davvero morto? Lunga vita a Dolby

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A parte la piattaforma DTS Play-Fi, il brand DTS sta perdendo sempre più appeal nel mercato dei supporti fisici e dello streaming video. E Dolby non può che festeggiare

Andando indietro con la memoria, non si può dire che la “guerra di formati” tra Dolby e DTS in ambito Home Cinema sia stata particolarmente spietata, o almeno non come quella di supporti fisici come VHS-Betamax o Blu-ray-HD-DVD. Superiore sulla carta (ma non solo) in quanto meno compresso rispetto al Dolby Digital 5.1, il DTS 5.1 ha sempre trovato molti estimatori e, ai tempi d’oro dei DVD, godersi un film in DTS poteva trasformarsi in una vera goduria (chi ricorda ad esempio il devastante DTS ES 5.1 italiano del DVD di Tomb Raider di Eagle Pictures del 2002?) e una traccia in DTS “accresceva” il valore del DVD stesso.

Da allora a oggi si sono aggiunti formati estesi e potenziati (Dolby True HD e DTS-HD giusto per ricordarne due) con l’obiettivo di sfruttare al meglio impianti Home Cinema sempre più sofisticati, ma negli ultimi anni la situazione è cambiata radicalmente… in favore di Dolby. Da un lato il passaggio alle codifiche audio object-based ha messo la sigla Dolby Atmos un po’ sulla bocca di tutti, mentre il rivale DTS:X, seppur partito con grandi aspettative, non ha mai davvero sfondato nel mercato dei supporti fisici.

Animali

Da una ricerca su Blu-ray.com sfruttando il suo immenso database, gli Ultra HD Blu-ray usciti con una traccia in Dolby Atmos sono quasi 1100, mentre quelli con una traccia in DTS:X sono meno di 200. Un divario (tra l’altro destinato ad allargarsi) che la dice lunga sulla diffusione del formato di Dolby e sul “flop” di quello di DTS. Ma escludendo per un attimo i supporti fisici, il cui mercato continua a scivolare verso numeri di nicchia, è nello streaming che si nota ancora di più questo gap ormai incolmabile.


Disney+, Netflix, Apple TV+ e Amazon Prime Video sono piattaforme di streaming (anzi, le prime quattro piattaforme per numero di abbonati) che offrono contenuti con audio in Dolby Atmos. DTS:X in streaming? Praticamente inesistente. Persino i film Marvel in versione IMAX Enhanced approdati recentemente su Disney+ hanno l’audio in Dolby Atmos, quando invece proprio il DTS:X dovrebbe essere parte integrante dell’esperienza IMAX Enhanced.

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DTS:X nelle piattaforme streaming? Non pervenuto

In realtà esistono servizi in streaming e di video on demand a pagamento che offrono tracce in DTS (TenCent Video in China, Rakuten TV in Europa, Tsutaya TV in Giappone, Bravia Core di Sony), ma si tratta di una ultranicchia che poco o nulla incide a livello globale.

E non dimentichiamo infine il discorso relativo all’hardware. Da anni i TV LG non supportano l’audio in DTS e lo stesso vale anche per altri prodotti più recenti, come ad esempio le soundbar Dolby Atmos Bowers & Wilkins Panorama 3 e Bang & Olufsen Stage. In generale poi, parlando proprio di soundbar, a livello di marketing la presenza di riferimenti al DTS:X è praticamente ininfluente (a differenza della sigla Dolby Atmos che invece è sempre più onnipresente nei materiali promozionali). Questo perché, dovendo pagare a Xperi la licenza per il DTS da sfruttare nei loro prodotti, B&W e Bang & Olufsen non hanno ritenuto vantaggioso farlo vista appunto la carenza di contenuti in DTS e DTS:X.

E lo stesso vale per lo streaming audio, dove il formato Dolby Atmos Music, seppur ancora poco diffuso, non sta trovando al momento alcun concorrente da parte di DTS ma solo da parte di Sony con il suo formato proprietario 360 Reality Audio. Dove il brand DTS può continuare a dire la sua è unicamente nell’ambito streaming-multiroom grazie alla piattaforma DTS Play-Fi utilizzata da diversi produttori per i loro dispositivi connessi (Philips, Arcam, Hisense, McIntosh, Rotel, Klipsch e altri ancora).

Ma se dobbiamo parlare di contenuti audio offerti dai servizi in streaming e dai supporti fisici, la più che ventennale format-war tra Dolby e DTS in ambito Home Cinema ha finalmente un vincitore… e non è certo DTS.

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