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La scelta della musica

Una volta erano i negozi di dischi a farla da padrone, col tempo l’abitudine di spulciare tra gli scaffali sempre ben forniti è stata sostituita da un vago peregrinare nei negozi online, comodi indubbiamente, ma certamente privi di quell’impatto emotivo nemmeno tanto sottile che avvolgeva gli appassionati dell’epoca impegnati nella ricerca del nuovo titolo.

 

Chi come me rasenta la soglia delle sessanta primavere, avrà ben presente quando da ragazzo soleva passare interi pomeriggi all’interno del negozio di musica della zona, spesso nemmeno tanto specializzato ed in grado di spaziare dal frigorifero alla lavatrice al disco senza tanti problemi.

Fatto sta, che in esercizi del genere non mancava un angolino dedicato ai dischi, dove chiaramente erano presenti quasi esclusivamente i successi con conseguente limitata scelta, ma questo era praticamente la norma.

Se invece si desiderava una scelta, non dico illimitata ma almeno ampia ed in grado di coprire i vari generi, era d’obbligo rivolgersi ai negozi specializzati, non solo in grado di fornire una pletora di lavori anche meno noti, ma altresì di fornire ottimi consigli tramite gli addetti ai lavori, sovente davvero preparati in materia.


Ed è certo che di commessi annoiati non ve n’era traccia alcuna, anzi, il personale presente era accuratamente scelto in funzione della conoscenza del mercato o addirittura specializzato nel particolare genere di musica, tanto che non era infrequente accorgersi della diversa impostazione del soggetto addetto al reparto, talvolta in base ad una sorta di dress code che ne caratterizzava l’aspetto.

Ed è proprio tramite uno di questi commessi, successivamente messosi in proprio, che iniziai lentamente il mio percorso all’interno di determinati generi altrimenti a me ignoti.

Essendo curioso, ogni qual volta entravo in uno di questi esercizi non mancavo di guardarmi attorno, di notare una copertina particolarmente attraente (o l’esatto contrario) oppure il nome di un gruppo a me sconosciuto.

Ma come sapete, o almeno dovreste, così come un libro non si giudica dalla copertina anche un disco non può essere scelto in base all’immagine posta su quest’ultima, magari ad una foto non proprio artistica corrisponde un elevato contenuto artistico.

Certo, le iconiche copertine della BLUE NOTE e sono una cosa a parte, veri e propri capolavori di stile pur nella loro incredibile naturalità, d’altronde è noto, le cose semplici sono spesso le migliori.

Una delle copertine più note della BLUE NOTE

 

Tornando all’argomento, non posso non riconoscere l’importanza del soggetto che, posto dietro al bancone, dispensava consigli a piene mani attingendo dalla sua indiscutibile esperienza – se non altro per l’essere più grande di me ed avendo vissuto contesti che io avevo solo sfiorato o addirittura eluso del tutto – caratteristica questa che gli consentiva di individuare il preciso gusto del cliente riuscendo ad esaudire i suoi desideri.

E me ne ha fornite parecchie di dritte, nomi che successivamente sarebbero diventati ancora più noti oppure, pur essendolo di già, non erano di mia conoscenza, aspetto questo che logicamente mi impediva di ascoltare ottima musica.

Rammento ancora il suo nome, Roberto, chissà che fine ha fatto, in ogni caso per lui la musica non aveva segreti.

Grazie a questi veri e propri personaggi – qualche volta definibili artisti seppure a modo loro – che buona parte degli appassionati si è formata nel tempo, individui senza i quali la scelta di una determinata opera oppure l’individuazione di un artista che sarebbe potuto ricadere nelle nostre grazie, non sarebbe mai potuta avvenire.

Il mitico Tom Waits, ad esempio – qui la recensione di una sua opera definibile epocale – sarebbe certamente mancante nella mia collezione se non mi fosse stato introdotto dal tizio di cui sopra, più che valente appassionato di certi generi definibili minori o di nicchia, figuriamoci uno come Waits, le cui opere non sono certamente dedicate al music business più becero e di grande richiamo.

Ad oggi, come già scritto in testa all’articolo, i pochi negozi di dischi che hanno aperto o tenuto botta – purtroppo ad un certo punto molti sono andati in crisi ed hanno inopinatamente chiuso i battenti – sono gestiti da persone che conoscono il mestiere, appassionati loro per primi, in grado di fornire quel consiglio che consente una superiore conoscenza ed una scelta opportuna.

Altro aspetto altrettanto importante, che non può essere completamente scollegato dagli aspetti finora esaminati, è la recensione.

Al pari del consiglio dato a voce, l’esame di taluni aspetti non diversamente indagabili – genesi dell’opera, intimo significato, aspetti tecnici della registrazione o perfino curiosità legate alla sua realizzazione – sono peculiarità che consentono una lettura maggiormente attendibile dell’opera cui ci stiamo interessando.

Gli aspetti artistici – che mai devono o dovrebbero essere disgiunti da quelli tecnici – possono essere sviscerati unicamente avendo ben presente determinati contesti e/o conoscenze, diversamente si va alla cieca, cosa questa non molto diversa dall’affidarsi alla copertina.

Certamente oggi è semplice ascoltare prima dell’acquisto – sulla qualità tecnica stendo un velo pietoso, seppure vi sia chi riesce a giudicare (beato lui) la qualità sonora di un disco tramite servizi di streaming low quality – ragione per la quale è possibile farsi un’idea di cosa andremmo a comprare.

Ciò che manca però è la parte critica che deriva dalla conoscenza dell’artista e dell’opera, qualcosa che rende la chiave di lettura zoppa, un po’ come giudicare un quadro o una scultura senza collocarla nel contesto storico culturale.

Ecco che l’acquisto si trasforma in qualcosa di banale, una scelta fatta in base all’impulso del momento, qualcosa che inevitabilmente porterà a relegare il nuovo acquisto in un angolo remoto della propria collezione; conosco intere collezioni quasi interamente composte da “ultimi acquisti”.

Personalmente ritengo invece che essendo il costo delle opere musicali non sempre propriamente economico, sarebbe il caso di scegliere più che compiutamente ciò che si acquista, se non altro per formare una collezione degna di nota, a prova di vero appassionato.

Ne guadagneranno anche i vostri ascolti, fidatevi.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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