Il successo del primo NES portò Nintendo a bissare col Super Famicom/SNES passando da 8 a 16 bit, di nuovo disponibile in versione mini
Anche se il NES continuava a vendere e non solo in Giappone, il 1990 fu un anno importante per Nintendo col lancio sul mercato del degno successore, ovvero il Super Famicom (all’estero SNES). Crescendo e godendo del favore degli appassionati nell’arco di circa 13 anni di vita ha sfiorato i 50 milioni di pezzi acquistati, mentre il NES aveva ampiamente superato quota 61 milioni.
Il passaggio generazionale in quegli anni fu alquanto emozionante, grazie all’evoluzione della tecnologia che consentì di raggiungere il traguardo dei 16 bit, aprendo le porte a una gestione grafica nettamente superiore e una più potente e flessibile programmazione attraverso cui creare ambienti di gioco più coinvolgenti e concreti.
Come accaduto per il Famicom anche il Super Famicom è tornato ad allietare le giornate degli appassionati di retro gaming col rilancio della console giusto l’anno scorso in una versione fisicamente ridotta ma non per questo meno potente, anzi. A onor del vero la sensazione di leggerezza a livello dei materiali è perlopiù relativa ai joystick, che rispetto alla controparte originale appaiono meno robusti e in grado di sopportare le tipiche sollecitazioni nell’uso.
Facendo tesoro della precedente mini console, Nintendo ha pensato bene di migliorare l’offerta: aumentando la lunghezza dei cavi dei pad a 1,5 metri contro gli 80 cm del NES, inserendo il doppio controller mentre a livello terminali resta tutto invariato. Connessione digitale audio/video HDMI e la porta mini USB (senza alimentatore) a cui collegare il classico trasformatore da cellulare piuttosto che portare corrente tramite una porta USB del televisore.
Come per il NES anche qui il pulsante ‘Power’ per accendere l’apparato mentre il ‘Reset’ per accedere al menù ‘Home’. A livello hardware non cambia nulla come l’operatività attraverso un sistema su chip unico, impiegato in ambito smartphone (Allwinner R16), unità grafica Mali400MP2 e anche qui la fruizione dei titoli ottimizzati per una catena interamente digitale e immagini a frequenza massima 60 Hz. Formato immagine originale, 4:3 oppure la cosiddetta a ‘Tubo Catodico’ riproducendo le linee tipiche del vecchi televisori analogici. Anche l’interfaccia di gestione resta pressoché identica al NES, con il carosello dei 21 giochi (9 meno della precedente console), 4 slot di memoria per ciascuno titolo.
Unica nota davvero stonata è relativa all’offerta dei titoli: sono tutti in inglese per cui occorre una certa dimestichezza nella lingua onde comprendere al meglio il testo, in particolare per gli RPG, ma in fondo ciò potrebbe venir colto come occasione per migliorarne la conoscenza. Anche se pochi ricordiamo che si tratta di game tra i più popolari e amati ma è presente anche l’inedito Starfox 2. Anche i manuali sono in inglese (eccetto Star Fox 2) con le istruzioni recuperabili sul Web a questo link. Potrebbe essere una buona idea natalizia a sotto i 60€.
Donkey Kong Country
Rare è una delle software house che più hanno saputo progettare e raggiungere inaspettati livelli qualitativi spremendo ogni singolo bit a disposizione del sistema, per inciso stiamo parlando degli artefici della realizzazione di uno dei game più spettacolari per il Nintendo 64: GoldenEye 007. Classe 1994, 7 mondi all’interno dell’isola DK tutti da scoprire tra ambienti sotterranei poco luminosi, rigogliose giungle, luoghi ghiacciati facendo quanti più punti possibile accumulando banane, curiosi animali con cui confrontarsi o da sfruttare per superare ostacoli. Ci si può muovere col poderoso Donkey oppure col più minuto e simpatico Diddy, fragorosa coppia che va sfruttata al meglio per scoprire tutti i segreti di ciascun livello, unico modo per completare il game.
Contra III: The Alien Wars
Fantascientifico FPS a scorrimento laterale, noto perlopiù per essere uno dei titoli più interessanti del panorama SNES quanto uno dei più difficili. Ritmo e tempistica nei confronti diventano fondamentali per avere una chance di proseguire sino in fondo un game che da subito seppe far uscire il peggio da ogni gamer.
In un conflitto contro alieni di ogni forma e dimensione spetta agli eroici Sully e Jimbo affrontare l’orda aliena, game che non manca di sorprendere per l’incalzare dei confronti, acquisendo elementi per meglio affrontare il nemico con il classico potenziamento delle armi di base, granate, scudi, laser, aumento della cadenza di fuoco che diventano fondamentali per la veloce sconfitta dei boss intermedi quanto di quello finale, sorta di cervellone volante con occhio centrale. In prossimità della fine il mostro si barrica all’interno di una corazza con un design che pare scaturito dalla mente dell’indimenticabile artista svizzero H.R.Giger, lo stesso che contribuì a rendere immortale la figura dell’alieno nel capolavoro Alien di Ridley Scott.
Earthbound
Nell’anno 199X, presso la piccola città di Onett, nell’Eagleland i cittadini hanno udito un grande boato venendo a conoscenza della caduta di un misterioso meteorite cui farà seguito un’invasione aliena. È così che ha inizio uno degli RPG giapponesi meno noti (JRPG) in Europa eppure così amato e seguito sia in Giappone che negli Stati Uniti. Grafica fumettosa, 4 ragazzini ‘nella media’ (Jeff, Poo, Ness e Paula) chiamati a salvare il mondo.
Le ragioni dell’insuccesso sono probabilmente legate alla scelta di proporre un environment grafico più squisitamente legato al periodo 8 bit che non a 16, in un’era tecnologica dove già circolavano le prime console 32 bit. Lunghi percorsi con molteplici ostacoli e selezioni multiple in cui occorre muovere correttamente per scoprire segreti, aprire varchi, confronti ‘faccia a faccia’, a sorpresa o più furbescamente dandosi alla fuga. Riguardo i combattimenti è persino possibile affidarli all’intelligenza artificiale e quindi al caso.
Final Fantasy III (VI)
Un RPG decisamente senza precedenti, il capitolo più famoso, amato e popolare della saga fantasy con un’ambientazione dove però la magia inizialmente è ridotta, smarrita nella nebbia di un remoto conflitto tra creature conosciute come Esper. Un gruppo di ribelli della Resistenza decide di organizzarsi per contrastare il generale Kefka che risponde agli ordini dell’imperatore Gestahl, il quale mira a creare un esercito con i poteri degli Esper e dominare incontrastato sul tutto il pianeta.
Un game piuttosto cupo dove ciascuno dei 14 ribelli è chiamato a confrontarsi volente o nolente con l’aldilà, mentre la morte prende forma e sembianza del malvagio e truccato Kefka. Elemento cardine dell’avventura il personaggio di ‘Terra’, sorta di ponte tra gli umani e il mondo degli Esper. A scanso di equivoci ricordiamo che non si tratta invero del terzo capitolo del JRPG per antonomasia, come invece è noto negli Stati Uniti) bensì del sesto. Numeri a parte abbiamo a che fare con quello che è riconosciuto dalla stragrande maggioranza dei gamer come il capolavoro assoluto della saga.
F-Zero
Simulatore di guida della stessa Nintendo che risale al 1990, ambientazione fantascientifica dove 4 mezzi del futuro a sospensione antigravità sono chiamati a confrontarsi all’interno di 15 diversi percorsi. È ricordato anche per l’applicazione di una grafica per l’epoca avanzata e nota come Mode-7, dove si interveniva sui fondali facendo in modo che restituissero la sensazione di una tridimensionalità, aumentando anche la percezione del percorso. Risente pesantemente delle limitazioni tipiche di progettazioni di racing game dell’epoca ma resta ancora oggi un titolo richiesto dai retrogamer, dove alla velocità si uniscono scaltrezza degli impietosi avversari che già a partire dalla seconda sfida danno filo da torcere. Purtroppo single player.
Kirby Super Star
Si tratta di un coloratissimo platform 2D in cui il simpatico pupazzo rosa Kirby deve affrontare numerose sfide. Noto negli Stati Uniti come Kirby Super Star e in Giappone come Kirby Super Deluxe è ricco di gare di varia difficoltà e lunghezza: Spring Breeze, Dyna Blade, Gourmet Race, The Great Cave Offensive, Revenge of Meta Knight, Milky Way Wishes, Arena, Samurai Kirby e Megaton Punch. Sfide a scorrimento, gare di corsa, a chi mangia più cibo e taglia per primo il traguardo, scoperta di tesori, scontri a tempo, raccolta di poteri, accumulare energia, un’arena in cui confrontarsi unicamente con i boss di tutte le gare, sfide in cui la velocità viene cronometrata al centesimo di secondo. Difficile annoiarsi.
Kirby’s Dream Course
Del golf qui ci sono solo le buche da raggiungere con una Kirby-sfera rosa che va indirizzata con la migliore angolazione e potenza e il minor numero di colpi possibile. Un terreno accidentato dove la fisica ricorda molto quella di game come Marble Madness ma qui il punto di arrivo non è detto che sia subito disponibile, occorre colpire dei personaggi ben precisi per sbloccare il livello e passare al successivo. Visuale isometrica con tanto di boss finale, il noto DeDeDe dove è fondamentale scoprire dove colpirlo per giungere agli stellati titoli di coda.
The Legend of Zelda: a Link to the Past e Secret of Mana
Due JRPG con dignitosa componente action. Link to the Past fu l’unico della serie di Zelda a essere stato pubblicato per il Super NES, focalizzato sul personaggio di Link chiamato a salvare il regno di Hyrule, sconfiggere Ganon e soccorrere i cosiddetti discendenti dei saggi. Visuale a volo d’uccello ma soprattutto introduceva l’universo alternativo, con la possibilità di muovere anche verso il mondo delle tenebre.
Secret of Mana è il sequel dell’americano Final Fantasy Adventure che in Europa si chiamò Mystic Quest. Sempre ambientazione fantasy seguendo le gesta di 3 eroi determinati a impedire la conquista della Terra da parte di un potente impero con l’ausilio di un’antica fortezza volante. Si tratta di altri due titoli molto interessanti.
Star Fox e Star Fox 2!
Sparatutto fantascientifico, Star Fox ha lanciato la volpe delle stelle e i suoi amici al comando di caccia stellari per affrontare orde di nemici. Una grafica che all’epoca non mancò di sorprendere per la struttura da game adrenalinico, in cui sin dalle prime battute occorre prendere rapidamente decisioni, evitare di schiantarsi contro ostacoli anche in movimento o finire abbattuti dal nemico sempre più incalzante.
Capostipite della serie esplose letteralmente quando Nintendo mise in vendita la versione potenziata e ancor più galvanizzante per il Nintendo 64 ma non è tutto: in realtà ci furono progetto e sviluppo arrivando a completamento anche per Star Fox 2, che non fu mai messo in commercio e appare su questo SNES per la prima volta, è sufficiente superare il primo livello di Star Fox e la novità assoluta sarà pronta per l’azione.
E Mario?
L’amato idraulico non poteva mancare nel succulento menù SNES con ben tre titoli: Super Mario World è quello che ancora a oggi è considerato il platform più intrigante e competitivo che sia mai stato concepito a livello bidimensionale. L’ambientazione resta la classicissima a mattoncini, le sfide come sempre in crescendo fino allo scontro finale con un Bowser volante e una pioggia di fuoco per liberare la principessa.
Super Mario Kart è un altro must per chi vuole scoprire le origini di un racing game pieno di ostacoli colorati dove la tenuta di strada può venire compromessa in ogni istante. E ancora Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars d’accapo con un nuovo rapimento da parte di Bowser ma anche per riportare integrità alla Star Road.
Sistema di combattimento con scontro a turni fuori dal quale il platform isometrico resta interessante anche se non così originale. E infine il prequel di Super Mario World, ovvero Yoshi’s Island, ovviamente in compagnia di Yoshi ma anche di Baby Mario e Baby Luigi e il gran finale con un gigantesco Bowser sputa fuoco.
Mega Man X e Super Metroid
Due platform fantascientifici 2D a scorrimento orizzontale e verticale tra i più noti, in particolare Mega Man X richiede una particolare prontezza di riflessi e memorizzazione dei livelli, altrimenti non se ne parla di arrivare in fondo nemmeno al primo livello. La storia si colloca 100 anni dopo Mega Man, tra uomini e robot senzienti, i ‘Reploidi’, molti dei quali diventano ‘Maverick’ per gli istinti terroristici e di conquista del pianeta. Mega Men X è un cacciatore di robot ribelli che arriverà a confrontarsi col leader dei Maverick, Sigma.
Super Metroid è il terzo capitolo della saga Metroid e coinvolge la cacciatrice di taglie Samus Aran, che anche se ha lasciato un solo alieno Metroid in vita dovrà vedersela con chi è deciso a ripopolare la specie attraverso dei cloni e infine sconfiggere il ‘Cervello Madre’. Molto lungo e alquanto ripetitivo, potrebbe venire considerato comunque un gradito ritorno alle origini.
Super Castlevania IV e Super Ghouls ‘n Ghosts
Rimanendo in tema platform 2D a scorrimento ma spostandoci in ambientazioni più fantasy altri due titoli che hanno fatto la storia del genere sono Super Castlevania IV, sorta di remake dell’originale Castelvania, sempre col cacciatore di vampiri Simon Belmont alla volta di creature infernali per ambientazioni gotiche.
Super Ghouls ‘n Ghosts è invece il secondo sequel di Ghosts ‘n Goblins, qui siamo in mezzo ad atmosfere più medievali col cavaliere Arthur che combatte per liberare la principessa da un demone. Gli ostacoli sono sempre più difficili e i potenziamenti diventano fondamentali, occorre imparare bene il doppio salto e il cambio di direzione per spuntarla nei peggiori frangenti.
Street Fighter II Turbo: Hyper Fighting e Super Punch-Out
Chiudiamo in bellezza con due picchiaduro di cui Street Fighter II Turbo è considerato l’archetipo per eccellenza dei moderni game di combattimento, arcade competitivo in cui rispetto al passato occorre un timing sempre più preciso per le combo e i colpi speciali e bisogna prenderci la mano. Ancora oggi ricercato e tra i più amati della serie. Meno conosciuto ma da riscoprire Super Punch-Out, versione rinnovata e migliorata del precedente Punch-Out, picchiaduro ritmico, quattro pugili per ciascuno dei 3 circuiti in match da 3 minuti.
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