Netflix ha iniziato un test per impedire al proprietario di un account di condividerlo con altre persone al di fuori del suo nucleo domestico. Servirà a qualcosa?
Nei giorni scorsi, anche in Italia, Netflix ha iniziato a testare un tool per impedire al proprietario di un account di condividerlo con altre persone al di fuori del suo nucleo domestico. Se infatti Netflix permette di creare fino a 4 diversi ”avatar” e quindi quattro profili diversi per la visione dei contenuti, ciò sarebbe consentito solo tra i membri dello stesso nucleo famigliare di chi ha sottoscritto l’account.
Invece, come ben si sa, la condivisione dell’account (e non solo di Netflix) si è estesa ben presto ad amici o anche a perfetti sconosciuti, grazie a piattaforme online come Together Price che proprio sulla condivisione degli account delle piattaforme streaming (anche audio) hanno costruito un florido business. E che Netflix voglia in qualche modo bloccare questo fenomeno non è un mistero, anche perché basta fare un semplice conto per capire come quattro utenti che pagano un solo account anche senza averne diritto (amici o amici di amici ad esempio) equivalgano a una perdita (seppur difficilmente quantificabile) per le casse di Netflix.
Il messaggio che è comparso ad alcuni (per ora pochissimi) utenti di Netflix è il seguente: “Se non vivi con il titolare dell’account, ti serve un tuo account per continuare a guardare Netflix. È il tuo account? Ti invieremo un codice di verifica.” Netflix a questo punto invierà un codice di verifica tramite mail o SMS che potrà essere visualizzato però solo dal titolare dell’account e che dunque dovrà fornirlo agli altri utenti in condivisione.
Un “contrattempo” che non cambierà di molto le carte in tavola se in effetti chi condivide il nostro account è un amico o un famigliare (a cui basterà quindi inviare il codice ricevuto da Netflix), ma che può diventare più problematico se le persone che condividono il nostro account sono degli “sconosciuti” come quelli delle piattaforme in stile Together Price con cui è più laborioso mettersi in contatto.
Nel messaggio c’è anche la possibilità di rimandare in un secondo momento questa verifica, ma non sappiamo per quanto tempo. Netflix ha dichiarato che questi primi test sono a fini di sicurezza per cercare di arginare il fenomeno degli account rubati, ma è indubbio come il loro vero fine sia quello di “pizzicare” (forse basandosi sulla posizione dell’IP) chi non fa parte del nucleo famigliare del detentore dell’account. Anche se, come abbiamo appena spiegato, non ci vuole poi tanto a inviare ai propri parenti o amici il codice di sblocco perché possano continuare a vedere i contenuti di Netflix.
Più che impedire la condivisione dell’account con chi non ne avrebbe diritto, questo test sembra quindi che serva a scoraggiarla e a renderla un po’ più scomoda di prima. Fatto sta che, come in molti altri ambiti, anche quando si parla di piattaforme di streaming e condivisione con altri utenti c’è sempre un’area grigia che difficilmente può essere regolamentata in modo efficace.
Dopotutto il regolamento di Netflix parla di “nucleo domestico”, una definizione che dovrebbe sottintendere solo le persone che vivono nella stessa casa del titolare dell’account. Ma cosa succederebbe, ad esempio, nel caso questo test di Netflix diventasse qualcosa di ufficiale ed esteso a tutti gli abbonati, se un parente che vive con noi si allontana da casa e, quando si ricollega a Netflix, lo fa con un IP localizzato lontano da casa? Anche in questo caso Netflix dovrebbe mandare un codice di conferma? Oppure il fatto che questo messaggio di test sia comparso per ora solo su smart TV lascia intendere che Netflix voglia stanare solo i furbetti casalinghi e non chi accede alla piattaforma da mobile? Tante domande a cui non abbiamo ancora una risposta.
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