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Player audio hi-res vs. smartphone: l’eterna battaglia

player audio hi-res

I player audio hi-res rappresentano una nicchia di mercato che sembra però non conoscere periodi di stanca. E se persino Sony crede ancora nella musica di qualità in movimento, un motivo ci sarà…

Il fatto che solo nell’ultimo mese abbiamo parlato di ben tre nuovi player audio ad alta risoluzione – o DAP hi-res – (FiiO M11S, Astell&Kern ACRO CA1000T e Sony NW-A306) la dice lunga su quanto successo stia avendo questo segmento di mercato, che sarà sicuramente di nicchia ma che, contro molte aspettative, sta macinando numeri sempre più importanti nonostante molti li ritengano dispositivi pressoché inutili. A colpire però è stato soprattutto l’annuncio di Sony, che di fatto è rimasto l’ultimo “big” tecnologico a credere in questi device audiofili dopo che tutti gli altri, una volta esauritasi la spinta dei lettori MP3, hanno abbandonato il settore. Se il colosso nipponico spinge ancora su questa nicchia di mercato, qualcosa vorrà pur dire.

Se ci pensiamo, la stragrande maggioranza dei DAP hi-res odierni è proposta da brand come i già citati FiiO e Astell&Kern, ma anche da realtà più piccole come Surfans, iBasso, Hidzis e Shanling. Ciò ha dato vita a un mercato molto vario soprattutto a livello di prezzi, con modelli che partono da 200 euro fino ad arrivare ai top di gamma di Astell&Kern che sfiorano i 5000 euro come nel caso dell’A&ultima SP3000. Ma perché così tanti modelli e così tanti brand coinvolti quando ormai tutti abbiamo in mano uno smartphone (anche di fascia alta) capace di riprodurre tanto MP3 quanto file audio in alta risoluzione? Perché spendere altri soldi per avere un secondo dispositivo interamente dedicato alla musica?

Avete mai visto uno smartphone con tutte queste uscite?

Domande più che lecite, anche perché se negli anni ’80 e ’90 walkman a cassette e lettori CD portatili erano l’unico modo per ascoltare musica in movimento con un paio di “cuffiette”, con l’avvento degli smartphone anche i gettonatissimi lettori MP3 sono scomparsi dal mercato (si pensi al definitivo tramonto dell’iPod Touch lo scorso anno), con l’eccezione di modelli ultraeconomici da poche decine di euro. Perché insomma si dovrebbe aggiungere alla propria collezione di dispositivi portatili anche un player audio hi-res?


I motivi sono diversi. Tanto per cominciare, il comparto audio non è mai stata una priorità per i produttori di smartphone, o comunque non come altri aspetti (il display  e le fotocamere su tutti). Componenti come DAC e stadi di uscita non hanno quasi mai ricevuto una grandissima attenzione da parte dei produttori di smartphone, con solo alcune eccezioni (ne abbiamo parlato qui) che però rimangono una vera e propria nicchia di mercato. Le cose sono peggiorate ulteriormente sul versante audio con la progressiva e inarrestabile scomparsa del jack da 3,5 mm a favore del Bluetooth. L’esempio dato da Apple nel 2016 con l’iPhone 7 (e con il primo modello di AirPods) ha di fatto lanciato una “moda” sicuramente intrigante e votata alla massima comodità di utilizzo, ma molto meno apprezzata dagli appassionati di musica.

Quanti di voi rimpiangono il jack da 3,5 mm sugli smartphone?

Certo, ci sono sempre dongle e adattatori per collegare cuffie e auricolari cablati, ma tenersi in tasca uno smartphone con un dongle non è il massimo della vita e molti utenti alla fine hanno ceduto al “lato oscuro” del Bluetooth. Che sarà pure migliorato moltissimo negli ultimi anni tra i vari codec aptX HD, LDAC e aptX Adaptive (l’ancora più promettente aptX Lossless dovrebbe iniziare a diffondersi solo da quest’anno), ma che non riesce ancora a eguagliare l’esperienza di ascolto con headset cablati.

Anche per questo un settore come quello dei DAC-ampli cuffie ultraportatili per migliorare l’audio dei device come smartphone, tablet e laptop sta conoscendo una grande fase espansiva, ma anche qui torniamo al fattore comodità. Aggiungere un DAC di questo tipo, che in moltissimi casi offre comunque un salto qualitativo notevole, significa infatti aggiungere anche 6-7 centimetri di altezza al proprio smartphone e se questo non è un problema per l’ascolto casalingo, lo può diventare se si vuole ascoltare musica mentre si cammina o si corre.

Un DAC ultraportatile offre tanto in termini qualitativi, ma non è certo il massimo della praticità

Altri vantaggi dei DAP hi-res? Pensiamo allo storage. Oggi moltissimi smartphone non hanno più uno slot microSD per aumentare la memoria interna e puntare subito su un modello con 1 TB di storage significa spesso spendere uno sproposito (si pensi ai quasi 2000 euro dell’iPhone 14 Pro da 1 TB). Un DAP hi-res, anche con storage interni ridicoli (32 o 64 GB), offre invece uno slot microSD per schedine anche fino a 2 TB, un quantitativo più che sufficiente per venire incontro anche ad appassionati con un enorme collezione di musica lossless o in alta risoluzione.

Altri vantaggi ancora? Ascoltare musica su un DAP hi-res standalone significa non consumare la batteria dello smartphone, si ha spesso a disposizione anche un’uscita cuffie bilanciata, alcuni modelli integrano addirittura una sezione valvolare o hanno un design modulare e formati audio più evoluti come DSD e MQA sono supportati molto più spesso da un player audio che non da uno smartphone. Alcuni DAP possono poi fungere anche da DAC USB per migliorare l’audio di un laptop o di un PC desktop; molti di essi inoltre non rinunciano ai servizi di streaming tramite le relative app (proprio come con uno smartphone) e, andando su vantaggi un po’ più di nicchia e ancor più soggettivi, alcuni preferiscono ascoltare musica su un dispositivo dedicato senza che la riproduzione si interrompa ogni due per tre per le notifiche in arrivo.

Volete aggiornare la sezione DAC del vostro player audio? Alcuni modelli modulari permettono di farlo

Da qui a dire che un player audio hi-res è comunque sempre meglio dell’accoppiata smartphone-DAC non è affatto scontato e tutto dipende ovviamente dai modelli di cui si parla, dalle proprie orecchie, dall’importanza che si dà alla comodità di utilizzo, dalle abitudini di ascolto e dalle cuffie/auricolari utilizzate, che possono essere più o meno difficili da pilotare.

Anche per questo è difficile immaginarsi i DAP hi-res come qualcosa di diverso da prodotti di nicchia per pochissimi appassionati, ma evidentemente, tra il numero sempre maggiore di modelli tra cui scegliere, un big come Sony che crede ancora nell’audio hi-res in mobilità, sempre più servizi che offrono streaming lossless e in alta risoluzione e i produttori di smartphone che continuano a puntare poco su un audio di qualità per i propri device (ma qualcosa potrebbe cambiare grazie a piattaforme hardware evolute come lo Snapdragon 8 Gen 2), il futuro dei player audio portatili è molto più roseo di quanto si creda.

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