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Quanto guadagna un artista con i servizi di streaming?

Quanto si guadagna con i servizi di streaming?

Vediamo quanto guadagna un artista nell’era dello streaming musicale

Il mercato musicale è oggi dominato dallo streaming. La maggior parte degli utenti che ascolta musica utilizza almeno uno tra gli svariati servizi di streaming disponibili. I più utilizzati, attualmente, sono Spotify ed Apple Music.

Quanto si guadagna con i servizi di streaming?

Una domanda che però spesso ci si pone riguarda il guadagno degli artisti. Perchè se ci pensiamo, i servizi di streaming attuali propongono un ascolto illimitato ad un prezzo tutto sommato contenuto (in genere 10 euro al mese), offrendo al contempo un catalogo di brani vastissimo.

In primo luogo, per capire quanto si guadagna con Spotify e simili, bisogna premettere che i calcoli sono pur sempre approssimativi e che ogni servizio può pagare cifre differenti in base di diversi fattori, ad esempio il periodo dell’anno o l’area geografica di riproduzione.


QUANTO PAGANO I SERVIZI

Ogni servizio di streaming musicale ha un certo “pay per stream”. Per fare un esempio, Spotify, che attualmente detiene il primato per numero di utenti iscritti (oltre 158 milioni) paga circa $0,003 per stream. Il che significa che 1000 ascolti sul nostro brano ci faranno guadagnare $3. Il che già di per sè è una cifra davvero bassa,  ma che, come vedremo successivamente, non è nemmeno quella effettiva.

In primo luogo, vediamo come calcolare i guadagni di un artista usando uno dei tanti siti appositamente studiati. Uno dei più utilizzati è streamingroyaltycalculator.com. Questo sito permette di scegliere un servizio di streaming tra Spotify, Apple Music, Deezer, Tidal, Pandora, Youtube, Soundcloud e altri, per poi inserire il numero di ascolti effettuati su tale piattaforma. Premendo “calculate” il sito ci mostrerà i guadagni stimati per quel brano.

 

 

Attenzione, però: si parla di guadagni stimati, proprio perchè i servizi possono pagare diversamente in base a diversi fattori, come detto precedentemente. Basti sapere che generalmente il guadagno è in realtà leggermente inferiore a quanto riportato su streamingroyaltycalculator. A tal proposito, su quest’ultimo è presente una sezione chiamata “advanced calculator” che permette di affinare la stima dei guadagni aggiungendo anche il paese di streaming.

Ad esempio, per 1000 ascolti il sito mostra $4 di entrate, ma in modalità avanzata, impostando l’Italia come paese, la stima è di soli $2. Solitamente un artista riceve ascolti da diversi paesi, ecco perchè i calcoli sono sempre indicativi.

Per avere una panoramica migliore dei possibili guadagni, conviene utilizzare diversi siti di calcolo. Un altro sito molto utile potrebbe essere anche musicgateway.com ma cercando in rete ne troverete molti altri.

QUALI SERVIZI PAGANO DI PIÙ

Facendo qualche confronto tramite i calcolatori, è facile vedere come alcune piattaforme paghino molto di più ed altre molto meno.

Rispetto a Spotify, ad esempio, Apple Music paga di più. Apple stabilisce che la media è di circa $0.01 per stream. Per cui, 1000 ascolti sarebbero all’incirca $10. Anche in questo caso, però le cifre possono variare e spesso le entrate reali sono decisamente inferiori (anche se comunque maggiori rispetto a Spotify). Molto simile il pagamento di Amazon Music.

Ottimo Tidal, che con 1000 ascolti si aggira sui $12 di pagamento, mentre Deezer è una via di mezzo tra Spotify ed Apple Music. Le piattaforme che invece pagano di meno in assoluto sono Youtube e Soundcloud con $1,75 e $1,30 per 1000 stream, rispettivamente.

PERCHÈ QUESTA DIFFERENZA?

A questo punto, verrebbe da chiedersi come mai alcune piattaforme pagano di più ed altre di meno. La risposta è molto semplice. Se diamo un’occhiata ai servizi che pagano di meno, questi sono solitamente quelli più utilizzati e popolari (Spotify, Youtube, Apple Music) e che contano un gran numero di abbonati. Viceversa, i servizi meno utilizzati sono quelli che pagano maggiormente (Tidal, ad esempio). Questo ragionamento però non vale sempre per tutte le piattaforme.

Questa disparità tra i pagamenti crea una sorta di equilibrio, perchè un artista su Spotify viene pagato meno ma ha maggiori probabilità di ricevere un numero più alto di ascolti essendo una piattaforma più popolare. Invece, su Tidal un artista viene pagato molto di più ma gli ascolti ricevuti saranno in media di meno perchè non è un servizio utilizzato dalla maggior parte degli ascoltatori.

QUANTO GUADAGNA VERAMENTE UN ARTISTA

Abbiamo visto quanto pagano le diverse piattaforme di streaming musicale in base agli ascolti, ma le cifre analizzate non rappresentano i veri guadagni finali di un artista. Questo perchè non abbiamo ancora tenuto conto di alcuni aspetti fondamentali. Per distribuire autonomanente un brano sugli store digitali, gli artisti sottoscrivono un accordo con un distributore, che si occupa di caricare i brani sulle piattaforme di streaming. Questo distributore, però, generalmente trattiene una percentuale sugli introiti. Le royalties pagate da Spotify, Apple Music e le altre piattaforme, quindi, arrivano all’artista con una detrazione (solitamente dal 10% al 40%). Per cui, dalle cifre stimate in precedenza dobbiamo togliere la parte trattenuta dal distributore.

Se un artista rilascia un brano con una etichetta discografica, invece, dovremo togliere la percentuale di guadagno che l’etichetta tiene per sé. Generalmente, i contratti discografici prevedono che l’etichetta trattenga da 50% all’80% dei ricavi di un brano. Ecco quindi che quei $3 che abbiamo calcolato come guadagno derivante da 1000 ascolti, diventano in realtà $1.50, in media. E questo senza nemmeno tener conto delle eventuali tasse che un artista deve pagare sui suoi introiti.

Questo è il funzionamento del mercato musicale dello streaming. Non potrebbe non essere così, se vogliamo avere dei servizi con infiniti brani a portata di mano e soprattutto a basso costo.

 

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