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Schede grafiche, prezzi alle stelle

Schede Grafiche_Intestazione

Perché i prezzi delle schede grafiche sono saliti vertiginosamente e continuano a farlo? Cerchiamo di fare chiarezza

Che stiate acquistando un nuovo PC o anche solo una scheda video, avrete sicuramente notato che le schede grafiche sono quasi impossibili da trovare e, comunque, a prezzi triplicati rispetto agli importi a listino. Basta dare un’occhiata al sito di Nvidia per apprendere che i prodotti della famiglia RTX partono da € 339,00 mentre la controparte AMD riporta un prezzo di € 482 per il modello RX6700XT (non in stock in ogni caso).

schede grafiche_prezzi ufficiali

Prezzi ufficiali Nvidia e AMD

E’ sufficiente però cercare gli stessi prodotti su una qualsiasi piattaforma di acquisto per rendersi conto che i prezzi reali sono ben lontani da quelli ufficiali, fino anche a tre volte il loro valore. Nella figura sottostante si può notare la differenza con i modelli AMD RX 6700XT e Nvidia Rtx 3060, ma la triplicazione dei prezzi riguarda tutte le schede grafiche, dalle più economiche alle più performanti.


schede grafiche_prezzi alti

Street price sensibilmente diversi per entrambi i produttori

Le cause sono molteplici e tutte importanti ma le due principali si possono ricondurre alla crisi dei semiconduttori e al mining delle criptovalute.

Semiconduttori

La vita che conduciamo oggi è largamente influenzata dai semiconduttori, presenti in qualsiasi oggetto contenga una componente elettronica, dagli amplificatori agli aeroplani e, persino, agli elettrodomestici. L’anno 2020 ha fatto segnare una crisi del settore senza precedenti facendo ritardare le linee di produzione in diversi settori, primo fra tutti quello dell’automotive, determinando una richiesta superiore all’offerta influenzando così il prezzo dei chip, prodotti principalmente dai big del settore come TMSC, Samsung e Intel.

Mining e criptovalute

Se termini come mining e blockchain sembrano presi da film di fantascienza, “bitcoin” è diventata, più o meno nell’immaginario di tutti, una parola associata ad una sorta di banconota elettronica. In effetti, rappresenta una delle tante monete virtuali che esistono oggi, chiamate criptovalute, largamente usate negli scambi commerciali, talvolta poco leciti, proprio per le sue caratteristiche di inconsistenza materiale. Alla base vi è una tecnologia chiamata blockchain, in cui una sorta di registro digitale tiene traccia di ogni transazione eseguita inserendola in una serie di blocchi (nodi) collegati tra di loro ma sparsi nella rete, decentralizzando così l’informazione.

E’ qui che entra in gioco il processo di mining, ad opera di persone dette miners, che genera un blocco contenente le nuove transazioni e la loro registrazione nella blockchain, in modo da esibire la prova di lavoro (proof of work) per avere diritto ad una ricompensa espressa proprio in bitcoin.

Questo tipo di operazione è molto onerosa sia in termini di potenza di calcolo sia di energia, motivo per cui i computer utilizzati per trovare gli algoritmi risolutivi necessitano di schede grafiche potentissime, capaci di eseguire questi complessi calcoli in tempi relativamente ridotti.

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Intere pareti di schede grafiche che lavorano 24/7 per il “mining”

Questa necessità porta ad avere una richiesta di schede video di molto superiore all’offerta a tal punto che dei programmini specifici, detti bot, si occupano di fare acquisti in blocchi di un determinato prodotto con il risultato, inevitabile, di far lievitare i prezzi. Famosi sono i casi su ebay di vendita delle immagini di una scheda grafica al suo prezzo ufficiale, per tentare di arricchirsi sugli acquisti fatti proprio dai bot con annunci che recitano proprio qualcosa del genere: “se sei un essere umano, non acquistare questo prodotto perché riceverai solo un’immagine”.

Per tentare di arginare il problema, Nvidia ha introdotto un blocco delle prestazioni nel driver dei propri prodotti più performanti che dimezza le prestazioni della scheda stessa quando ne rileva un utilizzo di tipo specifico.  Aggirare questo blocco, però, non è per niente difficile pertanto la casa madre sta tentando un approccio opposto, cioè quello di creare delle soluzioni specifiche chiamate Nvidia CMP, non adatte alla grafica ma solo al mining di tipo professionale.

Non resta che attendere se la logica del “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico” (cit. Cesare Gaio Giulio), produrrà gli effetti sperati.

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