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SPIRITO AUDIOFILO

Spirito

L’accostamento tra un buon distillato e la musica è qualcosa che ho sempre ritenuto molto piacevole. Dirò di più, per certi versi è possibile scegliere l’alcolica bevanda in base al genere musicale ascoltato al momento, ecco lo “spirito audiofilo”!

L’alternanza degli stati d’animo è qualcosa di sinusoidale, guarda caso un termine piuttosto noto agli appassionati di audio, situazione che porta ad una qual certa instabilità dell’umore, condizione spesso legata alla scelta del genere musicale più opportuno in un dato momento. Tranne situazioni limite nelle quali si privilegi unicamente un genere, l’appassionato medio è, non dico onnivoro, ma sapientemente (almeno si spera) aperto a generi diversi, magari simili – penso a determinate variazioni in ambito jazz ad esempio – ma inseriti comunque in un bacino abbastanza ampio.

Personalmente, col passare del tempo (ahimè fin troppo) sono passato da un contesto fusion – che appunto prevede un mix di generi diversi che alla fine sfociano in un cocktail più o meno gradevole dal punto di vista musicale – a generi meno contaminati e più puri dove l’aver tolto il superfluo, ovvero ciò che per certi versi risultava a volte eccessivo, ha favorito un ascolto più concentrato. Per metaforica sovrapposizione ho iniziato a pensare a quanto la cosa fosse assimilabile a certi liquori, dove l’indovinato mix di componenti porta ad un risultato che talvolta rasenta l’eccellenza risultando assolutamente stucchevole in altri casi. Avrete fatto caso che spesso si sceglie cosa ascoltare a seconda dell’umore, situazione che quasi impone un genere maggiormente energetico allorquando ci si trovi ad essere nervosi, mentre ci si rivolge a lavori più introspettivi e rilassati in virtù di un assetto sereno e tranquillo; di recente nel mio quotidiano, dato il più che evidente momento non proprio favorevole, piuttosto che energia e spunto dinamico cerco rilassatezza e suoni levigati.

Ecco allora che un distillato più o meno forte possa ben integrarsi con l’ascolto occupandosi di favorire il rilassamento dopo una giornata spesso gravata da stress, situazione non certo improbabile in questo periodo. Tra i distillati maggiormente noti è solitamente il Whiskey (il Bourbon talvolta) a farla da padrone, seguito dal Rum, talora dalla grappa, spesso dal Cognac oppure dal Brandy o lo Sherry, in altri casi qualche distillato particolare meno noto e caratteristico come il Rosolio, il Ratafià, l’Assenzio; ovviamente anche un ottimo vino da meditazione (e cos’è l’ascolto se non meditazione?) quale un Muffato della Sala oppure, quale nobile alternativa, un Barolo Chinato, possono facilmente fare un figurone.


Musicale significa anche e soprattutto armonia, e a tal proposito ho spesso verificato che l’unione di un bel disco di jazz va più che opportunamente a braccetto con un vigoroso Whiskey scozzese, così come un morbido e rotondo Cognac vada più che bene con ascolti rilassati quali, magari, le Variazioni Goldberg di Bach.

Il blues? Ma un bel Bourbon naturalmente! Meglio ancora il Southern Comfort, liquore a base di Bourbon originariamente creato nel lontano 1874, assai gradito anche al genere femminile poiché non eccessivamente forte ma profumato e morbido al palato. Volendo fare dello spirito – e parlando di alcolici la cosa è quanto mai semplice – potremmo accostare la Vodka al sinfonismo russo, certi robusti amari all’Heavy Metal oppure, tanto per non scontentare nessuno, distillati a base di frutta quali Calvados, Sidro o Kirsch, ai generi meno impegnati e melensi.

Ok, qui lo spirito è di tipo diverso, deriva dalla leggerezza d’animo che tento di conservare a dispetto del brutto momento che stiamo attraversando cui la musica, benedetta musica, contribuisce a portare piacevolezza e leggerezza quanto mai opportune.

Come sempre, ottimi ascolti, e Buone Feste!

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