Sei anni dopo il nostro primo approfondimento sul Dolby Vision, ecco come è maturato dal 2017 a oggi questo formato HDR ormai diffusissimo su supporto fisico e piattaforme streaming
Dolby ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’HDR sia per il cinema, sia per l’Home Theatre e, su questo secondo versante, il contributo più importante della compagnia americana è stato sicuramente il Dolby Vision, che potremmo definire una variante più avanzata del più comune e diffuso HDR10 e un “concorrente” (che però ha già stravinto) dell’HDR10+.
Il Dolby Vision ha infatti non solo il potenziale per migliorare l’esperienza di visione ottimizzando costantemente il modo in cui il TV restituisce immagini HDR, ma dà anche la possibilità ai produttori di contenuti di avere più controllo sulla gestione dell’HDR. Senza poi contare che il DV è ormai disponibile su un numero e una tipologia di dispositivi sempre più ampia (smartphone compresi), soprattutto se pensiamo ai pochi device compatibili nel 2017, l’anno del nostro primo approfondimento su questo formato video.
Rimane però un fatto importante da considerare. Se infatti l’HDR10 è un formato aperto, il Dolby Vision non lo è e richiede il pagamento di royalties a Dolby se un produttore vuole implementarlo in un suo device. È per questo motivo che Samsung non ha mai voluto inserire il Dolby Vision nei suoi TV preferendo il formato royalty-free HDR10+ (scelta che, sinceramente continuiamo a non capire anche dopo tutti questi anni).
Cos’è il Dolby Vision?
La differenza principale tra il Dolby Vision e l’HDR10 è che il primo gestisce i metadati dell’immagine HDR in modo dinamico. I metadati trasferiscono al processore di un TV con supporto al Dolby Vision tutte le informazioni scena per scena relative all’HDR, in modo che il televisore regoli l’immagine per offrire una qualità sempre ottimale a livello di luminosità, contrasto e prestazioni del colore.
Una differenza non da poco, considerando che con il più “limitato” HDR10 il TV riceve solo metadati statici, ovvero informazioni generali sul contenuto video che però, a differenza del Dolby Vision, non variano da scena a scena, ma rimangono tali per l’intero contenuto. Possiamo insomma considerare il Dolby Vision come un HDR10 più evoluto e performante, anche se entrambi i formati condividono lo stesso “cuore” tecnologico. Ciò tra l’altro rende molto semplice per i produttori di contenuti video realizzare un Ultra HD Blu-ray che supporti entrambi i formati. Se poi il nostro TV supporta solo l’HDR10, vedremo il film in Ultra HD Blu-ray solo in questo formato rinunciando al Dolby Vision.
Le specifiche minime sul versante produttivo per chi vuole creare un contenuto video in Dolby Vision richiedono monitor con un contrasto di almeno 200.000:1, un picco di luminosità di 1000 nits, supporto per il formato HDR SMPTE ST-2084 e uno spazio colore che si avvicini quanto più possibile allo standard Rec 2020. Dolby ha comunque sviluppato un monitor professionale Pulsar capace di un contrasto di 800.000:1, di un picco di luminosità di 4000 nits e con spazio colore P3.
Di quanto migliora l’immagine?
I meno esperti forse non si accorgeranno nemmeno delle differenze tra uno stesso contenuto visto in HDR10 e in Dolby Vision, ma un occhio più attento noterà quasi sicuramente sia una resa migliore dei toni nelle aree dell’immagine più chiare, sia colori più bilanciati, naturali più ricchi di sfumature lungo tutto lo spettro, oltre che una migliore gestione del contrasto.
Tuttavia, la presentazione del DV varia a seconda del contenuto. Un film visivamente difficile come The Batman appare ancora più bello in Dolby Vision grazie al contrasto migliorato e ai colori più vividi, ma anche Top Gun: Maverick è un altro ottimo esempio di film recente che potrebbe essere utilizzato come punto di riferimento per il DV, visto che anch’esso beneficia di una maggiore profondità d’immagine e di colori più vivaci.
Come posso guardare contenuti in Dolby Vision?
Escludendo quelli Samsung, i TV oggi compatibili con DV sono tantissimi. Praticamente tutti i produttori di TV lo supportano e, oltre ai soliti noti (LG, Philips, Sony, Panasonic, TCL e Hisense), anche diversi modelli di Loewe, Xiaomi e Bang & Olufsen sono “Dolby Vision Ready”. Lo stesso dicasi per i lettori Ultra HD Blu-ray (a parte forse qualche modello ultra economico come il Panasonic DP-UB150) e per i principali media-streamer come Apple TV 4K, Fire TV Stick 4K e 4K Max e Chromecast con Google TV 4K. Meno ampia invece la scelta per smartphone e tablet, dove è soprattutto Apple, a partire dell’iPhone X del 2017, a vantare il maggior numero di device compatibili.
Ma i contenuti ci sono?
Ci sono eccome. Ci riferiamo sia ai contenuti in streaming su praticamente tutte le principali piattaforme (Netflix, Disney+, Apple TV+ e Amazon Prime Video, seppur quest’ultima abbia ancora alcuni limiti), sia agli Ultra HD Blu-ray. Ovviamente, parliamo dei contenuti (film e serie TV) più recenti e non di titoli di catalogo (a parte qualche rara eccezione come nel caso di Seinfeld su Netflix). Rispetto al nostro speciale di sei anni fa in cui parlavamo di un parco titoli ancora piuttosto limitato, oggi la situazione è completamente diversa. Non dimentichiamo poi l’ambito gaming, con le console Xbox (dalla One X in poi) che supportano pienamente questo formato e con un buon numero di titoli da godersi in DV (qui la lista completa). Ancora nulla da fare invece per PlayStation 5, che offre solamente il supporto al più limitato HDR10.
Evoluzione della specie
Negli ultimi anni Dolby ha voluto imprimere una marcia ancora più aggressiva al suo formato video, proponendo delle versioni del Dolby Vision più evolute. Il Dolby Vision IQ, ad esempio, è essenzialmente una versione aggiornata del DV sviluppata per ottimizzare i contenuti in DV in base alla luminosità della stanza (il TV deve quindi integrare appositi sensori di luminosità per essere compatibile). Ciò dovrebbe significa che il contenuto di Dolby Vision, indipendentemente dalla sua luminosità generale, è altrettanto comprensibile quando guardato in una stanza luminosa così come in una stanza buia.
Per fare ciò, Dolby Vision IQ utilizza sia i metadati dinamici di Dolby Vision, sia i sensori di luce integrati nel televisore, in modo da regolare dinamicamente l’immagine HDR in base al contenuto e alle condizioni di luce ambientale nella stanza. Se si passa dallo sport dal vivo molto luminoso e dai colori brillanti a un contenuto di fiction più scuro, il TV si adatta di conseguenza per ottenere un’immagine ottimale.
Lo scorso anno è invece toccato al Dolby Vision Precision Detail, che alcuni TV LG della gamma 2022 hanno adottato per primi. Si tratta di un sistema di miglioramento dell’immagine che funziona in combinazione con il Dolby Vision IQ per rivelare dettagli extra in scene particolarmente scure. Il Dolby Vision IQ with Precision Detail non richiede contenuti sviluppati appositamente, ma di contro necessita di una capacità di calcolo superiore (ovvero, di un processore video più potente della media) e non è dunque possibile aggiungerlo su qualsiasi TV.
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