Tra gli argomenti base delle varie discussioni individuabili nell’ambito dell’alta fedeltà, rientra senza tema di smentita quella inerente la riproduzione delle basse frequenze, non troppo distante dalla conosciuta triade pertinente il digitale vs analogico, i controlli di tono ed i cavi.
Molti sono gli argomenti cui gli audiofili amano discettare relativamente alle varie criticità che affliggono l’Hi-Fi, elementi posti a sostegno delle varie tesi portate avanti nel tempo e letteralmente enucleate nel tentativo di definirne per sempre i caratteri salienti.
Per fortuna non sembra esserci una soluzione in grado di far tacere gli agitati animi degli appassionati del buon suono – e probabilmente questo è un bene, diversamente (almeno in parte) potrebbe perdersi interesse per questo nobile passatempo – immancabilmente disposti al confronto delle loro idee con quelle altrui, se non altro coloro caratterizzati da mente aperta ed onesta.
Tra i molti, parecchio frequentato appare quello relativo alla corretta riproduzione delle basse frequenze, una porzione della gamma dove una prestazione deficitaria causerebbe numerosi problemi, anche in considerazione della sua importanza nel sorreggere l’intera struttura sonora.
L’approccio è solitamente draconiano: se devo avere una gamma bassa mal riprodotta preferisco non averla affatto, affermazione per certi versi letteralmente assurda; l’equivalente di possedere una vettura priva dell’impianto frenante piuttosto che averne uno non proprio performante.
Chi – ragionevolmente – ne farebbe uso?
Tornando a noi, va da sé che la gamma bassa – come tutto il resto – ha la sua importanza, ed altrettanta ne ha la sua riproduzione ovviamente, su questo non ci piove.
Da qui ad affermare che in virtù di una scarsa prestazione sarebbe meglio non averla affatto ce ne passa, se non altro perché oggettivamente proprio non è possibile farne a meno, e questo in senso assoluto.
Bass reflex e Sospensione pneumatica sono i sistemi maggiormente implementati quale carico acustico, in egual misura avversati dai loro detrattori oppure amati dai rispettivi sostenitori; ne esistono altri ovviamente, ad esempio la Linea di Trasmissione oppure il Carico simmetrico, meno utilizzati a causa della relativa difficoltà di realizzazione, se non altro in riferimento a diffusori che fanno dell’aspetto più commerciale la loro ragione di esistere.
In ogni caso, analizzando attentamente i due principali sistemi appena citati, si scopre che pur esprimendo prestazioni similari non lo fanno esattamente nello stesso modo: in corrispondenza della minima frequenza riproducibile il reflex attenua l’emissione in modo netto mentre la sospensione pneumatica lo fa in maniera più dolce, una caratteristica correlata alle leggi fisiche che governano i predetti sistemi, ovvero alla diversa pendenza del calo di risposta.
Ciò consente di ascoltare – sebbene in forma attenuata – frequenze inferiori a quella di risonanza del sistema, aspetto questo che a livello uditivo può manifestarsi attraverso un’apparente maggiore estensione della gamma bassa.
Per cui – per fare una metafora – evitate di ragionare che 100 Km/h si equivalgono sempre e comunque; le sensazioni offerte da una Porsche non sono le stesse di quelle offerte da una Panda, malgrado ambedue procedano alla medesima velocità.
E questo in prima battuta fa già comprendere come la scelta di un sistema di carico piuttosto che di un altro possa fare la differenza – e di solito la fa – diversamente non esisterebbero preferenze.
Tanto per gettare benzina sul fuoco, aggiungiamo a quanto detto finora il diametro del woofer impiegato: 20, 30, 38 cm sono le misure usualmente utilizzate (un po’ meno la maggiore delle tre) il cui sfruttamento mediante differenti carichi comporta un altrettanto diversa prestazione.
Ne consegue che a parità di efficienza un segnale di un dato livello avente frequenza pari a 50 Hz sarà riprodotto nello stesso identico modo da ciascuno di questi driver, giusto?
In linea di principio la risposta è affermativa ma la realtà non lo conferma, e la differenza non è nemmeno tanto sottile, ripensate per un momento al confronto tra le due auto precedentemente nominate.
La cosa non è inspiegabile: l’altoparlante da 20 cm non si comporta nella stessa identica maniera di quello da 30, così come non lo farà quello da 38 cm.
Innanzi tutto il carico acustico cui il woofer affida il suo controllo: BR oppure SP faranno una prima importante differenza; posto che i driver abbiano la stessa efficienza di trasduzione, in virtù di quanto scritto qualche rigo sopra la versione in sospensione potrebbe apparire maggiormente estesa.
Eppure tutti riproducono i 50 Hz allo stesso identico livello…….
A proposito: la membrana da quale materiale è composta? Carta? Polimero? Alluminio? Materiale composito?
Materiali diversi producono risonanze diverse, indesiderati accessori del suono che a causa della loro inevitabile sovrapposizione al segnale originale ne caratterizzano la prestazione.
Situazione non dissimile dalla T.H.D di un amplificatore (Total Harmonic Distortion) che aggiungendosi al segnale originale lo connota con la sua presenza percentuale.
Ed ancora: quali sono gli specifici parametri elettromeccanici degli altoparlanti? Cosa ci raccontano in merito Thiele & Small?
Piuttosto, visto che melius abundare quam deficere sarà meglio un singolo esemplare di grandi dimensioni oppure più esemplari di minore taglia?
Ed anche qui la differenza è abbastanza netta: seppure la superficie emissiva possa essere approssimativamente identica, 4 woofer da 18 cm non avranno mai la prestazione di un singolo esemplare da 38, toglietevelo dalla testa, anzi, dalle orecchie!
Non ci credete? Ascoltate a confronto due diffusori similmente dotati e ne avrete la prova, inconfutabile, alla faccia dei vari depositari della verità, prontamente smentita dalla realtà, l’unica ed insindacabile verità.
Se la frequenza è quella, la sensazione all’ascolto – tenete a mente la Panda e la Porsche – sarà alquanto differente, senza se e senza ma.
Come al solito, ottimi ascolti!!!