Solitamente un impianto audio multicanale per trasformare il proprio salotto in un mini cinema richiede una certa attenzione alla disposizione dei vari diffusori, almeno che non si scelga la via molto più semplice ma anche più limitata di una soundbar. Gli speaker surround andrebbero posizionati a una certa altezza da terra e leggermente dietro la posizione di ascolto, ma anche il subwoofer deve trattato con attenzione e lo stesso dicasi per gli speaker Atmos dedicati. Una gran fatica soprattutto per gli utenti meno esperti e soprattutto se c’è una porta o uno spazio aperto proprio dove dovrebbe andare un diffusore,
Dolby ha pensato proprio a questo scenario con la tecnologia Dolby Atmos Flex Connect, che come abbiamo già visto in alcuni approfondimenti promette di migliorare l’esperienza casalinga con le tracce audio in Dolby Atmos aiutando a sfruttare questa esperienza audio basata su oggetti nel modo più conveniente e immediato possibile.
Sono due le novità emerse per Flex Connect al CES 2024 di Las Vegas. La prima è che, oltre ai TV TCL, anche alcuni modelli Hisense della nuova gamma 2024 supporteranno questa tecnologia grazie al chip Mediatek Pentonic 1000. E non è una cosa da poco visto che parliamo del secondo e terzo produttore di TV al mondo. Certo, mancano ancora all’appello Samsung, LG, Sony, Panasonic e Philips, ma già il fatto che TCL e Hisense supportino questa nuova tecnologia non può che far sperare Dolby in una sua ampia diffusione.
L’altra novità è che, dopo una prima dimostrazione lo scorso settembre a IFA 2023, anche a Las Vegas Dolby ha allestito una postazione per far provare con mano l’Atmos Flex Connect. Il setup era composto da un TV e da tre diffusori wireless posizionati apparentemente a caso, uno su una libreria a sinistra e altri due a destra. Il dettaglio del wireless non è secondario, visto che solo in questo modo (e senza cavi tra i piedi) è possibile sfruttare la “flessibilità” del sistema.
Un posizionamento che farebbe rabbrividire qualsiasi appassionato di Home Cinema, ma con un’apposita app per smartphone basta toccare un pulsante e avviare il processo di calibrazione di Flex Connect per ottenere (almeno teoricamente) un’esperienza di ascolto ottimale anche con una disposizione dei diffusori simile.
Tramite semplici istruzioni che l’utente deve compiere, l’app prima calibra gli speaker del TV (che andranno a fungere da centrale) e poi gli altri diffusori puntando semplicemente lo smartphone verso di essi. Il microfono del telefono cattura il suono dei diffusori per poi entrare in modalità di calibrazione per alcuni secondi. Al termine del processo, sul TV e sullo smartphone comprare un’immagine che mostra la posizione dei diffusori nella stanza.
Chi ha potuto assistere in prima persona alla dimostrazione di Dolby, è rimasto molto colpito dai risultati ottenuti. Ascoltando con attenzione, alcuni potevano ancora individuare la posizione dei diffusori, ma per la maggior parte della demo le loro posizioni si fondevano in un unico campo sonoro, con il lato della stanza con due diffusori che non suonava in modo molto diverso da quello con un solo speaker e con l’audio del TV che, a sorpresa, non sfigurava poi tanto nei confronti degli altri diffusori.
Dolby afferma che Flex Connect tiene conto delle diverse prestazioni dei vari diffusori, ad esempio della mancanza di bassi negli speaker del TV, e indirizza le frequenze verso altri diffusori o un subwoofer dedicato. Ovviamente, questi diffusori wireless devono supportare Flex Connect e lo stesso dicasi per il TV. Inoltre, a differenza di quanto visto a Las Vegas, i microfono utilizzati per la calibrazione saranno quelli dei TV TCL e Hisense compatibili, ma la dimostrazione al CES ha fatto capire che il sistema potrebbe funzionare anche con TV meno pregiati che non dispongono di microfoni integrati.
Se poi si utilizza solo l’audio del televisore o si dispone di un’unica soundbar, non si avrà bisogno delle capacità di un sistema come Flex Connect. Ma se si vogliono aggiungere altri diffusori e non ci si vuole preoccupare del loro esatto posizionamento, il sistema potrebbe rivelarsi un’autentica sorpresa, anche se resta da vedere come si comporterà con configurazioni ben più corpose e difficili come quelle Atmos con anche 7,8,9, 10 o più diffusori.
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