Nel mercato 4K-UHD è boom di TV e contenuti digitali e in streaming, ma ci sono anche prezzi “confusi” e i lettori UHD faticano a prendere piede.
Secondo un nuovo rapporto di Futuresource Consulting il 2018 sarà l’anno in cui il 4K-Ultra HD diventerà finalmente un fenomeno mainstream, rappresentando quasi il 50% di tutti i TV spediti a livello globale entro la fine dell’anno e uscendo quindi da quella “nicchia” di soli appassionati in cui, seconda certa percezione comune, sarebbe ancora rinchiuso.
Il report, che include stime riferite a TV, broadcast satellitare, lettori e titoli Ultra HD Blu-ray e naturalmente contenuti in streaming, si concentra sugli ultimi sviluppi chiave del settore e sulle tendenze future dei consumatori del 4K UHD. “Come per l’HD e il Full HD in precedenza, il mercato del 4K UHD è trainato dagli acquisti dei TV” afferma Tristan Veale, Market Analyst di Futuresource Consulting. “È un segmento fiorente e nel 2022 la base installata di TV 4K UHD sarà tre volte più grande di quella odierna, raggiungendo il 37% della penetrazione globale nelle famiglie di tutto il mondo”.
Sebbene ci sia ancora una lacuna per quanto riguarda ciò che si può vedere oggi in 2160p, la quantità di contenuti in 4K UHD disponibili per i consumatori è in realtà cresciuta significativamente nel corso della prima metà del 2018, grazie soprattutto a una serie di eventi sportivi di richiamo internazionale. “Le Olimpiadi invernali di febbraio in Corea del Sud sono state trasmesse in 4K UHD, grazie agli sforzi dell’Olympic Broadcasting Services e dell’emittente giapponese NHK”, afferma Veale. “In Russia anche tutti i match della Coppa del Mondo di calcio sono stati girati in 4K UHD e distribuiti via satellite, via cavo, IP e OTT. Questi due eventi sportivi si sono rivelati dei banchi di prova ideali per far conoscere il formato e dimostrarne i vantaggi.”
Oltre a contenuti in broadcast, che in Italia continuano a essere comunque pochissimi, il 4K UHD continua a offrire una finestra importante di opportunità per gli Ultra HD Blu-ray, con fino a 30 dischi rilasciati ogni mese e prezzi dei lettori UHD in continuo calo. Nonostante ciò, la crescita nell’utilizzo da parte dei consumatori dei lettori UHD è ancora lenta, forse (escludendo gli USA) anche a causa della mancanza di iniziative di marketing sufficientemente aggressive da parte dei produttori e dei retailer.
La disponibilità di contenuti in 4K su servizi SVoD come Netflix e Amazon Prime Video rafforza inoltre la percezione del consumatore che questo metodo di fruizione sia all’avanguardia per quanto riguarda la tecnologia di intrattenimento. Per di più il prezzo aggiuntivo per fruire del 4K continua a essere molto basso (o nullo nel caso di Amazon Prime Video) e lo stesso vale per l’acquisto di film in 4K su piattaforme digitali come iTunes, su cui i fornitori di servizi e i titolari dei diritti stanno sperimentando ampiamente con i prezzi e i metodi di fruizione.
Si sta venendo così a creare un mercato un po’ confuso a livello di prezzi, con gli Ultra HD Blu-ray che continuano a costare molto di più della controparte in Blu-ray (in Italia la differenza è ormai vicina ai 10 euro) e i contenuti in download e streaming che invece sono sempre più convenienti. Da un lato quindi il formato fisico è ancora considerato come qualcosa di premium (e forse anche per questo si piega la lentezza nella diffusione dei lettori UHD), mentre Netflix, iTunes e Amazon Video fanno percepire il 4K come un’esperienza molto più mainstream, economica e alla portata di molti più utenti.
“Con l’UHD digitale si tratta di catturare una grande fetta di pubblico il più rapidamente possibile”, conclude Veale, “e di mantenere fedeli le persone a lungo termine. Di conseguenza, stiamo osservando alcune promozioni molto aggressive, con contenuti in 4K disponibili per l’acquisto a prezzi in linea con quelli dei contenuti in Full HD. Tuttavia, le aziende devono mantenere una certa coerenza, assicurando che la confusione sui prezzi rimanga al minimo e che non sia abbia una doppia concezione di UHD”.
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