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Il sabato con Diego. Alta fedeltà e fiabe: un binomio quasi inscindibile

Attrarre l’attenzione degli appassionati di alta fedeltà richiede un certo impegno, maggiormente quando si è produttori e si desidera portare all’attenzione del pubblico la propria creatura. In alcuni casi gli uffici marketing sono davvero singolari nella scelta degli argomenti (ovvero delle fiabe) da utilizzare a mo’ di richiamo.

Sono solitamente le frasi epocali ad essere sbandierate nell’intento di far rizzare le antenne dell’appassionato di Hi-Fi, ragione per cui non è difficile leggere cose del tipo “ascolterete i vostri dischi come mai prima” oppure “finalmente superato l’ultimo scoglio della riproduzione audio“, peccato che spesso si tratti semplicemente di fiabe.

Ed è così che si cerca di far nascere il mito, dando ad intendere che finalmente – dopo estenuanti ricerche durate un tempo lunghissimo – si è riusciti ad abbattere l’ennesimo ostacolo posto sul lungo cammino verso l’identità tra evento reale e sua riproduzione.

Chiaramente la cosa non può passare inosservata, soprattutto nell’appassionato attento e consapevole, quello che (giustamente) si documenta e non intende perdersi eventuali innovazioni che possano aumentare il piacere d’ascolto.


Atteggiamento più che giusto, coerente con lo spirito della passione.

Peccato che qualche volta si esageri, in modo più o meno intenzionale, tentando di ammantare di pseudo scienza contesti che in effetti di (eccessivamente) scientifico hanno ben poco – anche se un approccio del genere sarebbe sempre da tenere in considerazione, potete approfondirlo in questo articolo – ed anzi, vedono proprio nella loro semplicità di principio lo specifico funzionamento.

Ricordo ancora con un sorriso sulle labbra un periodo in cui frequentai un forum, un luogo potenzialmente alquanto insidioso se non si è in grado di distinguere presunte verità da sfacciate menzogne, dove proprio a causa delle evidenti falsità portate a corredo di un certo diffusore – del quale si tentava di decantarne le meraviglie sonore che questo sarebbe stato in grado di produrre – si era creata una infinita serie di post che per la maggior parte deridevano alacremente il suo autore.

La cosa buffa – o forse triste – era dovuta al fatto che questo non era assolutamente di primo pelo, ciò malgrado il suo insistere sulle meraviglie di questo diffusore (di cui ovviamente era distributore) provocava chiaramente ilarità e spasso generale.

Ricordo bene queste “meraviglie” – ascoltate e ben presto dimenticate nell’ambito di una mostra in quel di Roma circa a metà degli anni ’90 – un’anonima coppia di parallelepipedi totalmente sigillati le cui dimensioni erano grosso modo quelle di una scatola da scarpe – come si usava definire i diffusori aventi dimensioni simili, uno su tutti le mitiche ROGERS LS 3/5a, la cui ineccepibile qualità parla da sola – discretamente rifiniti da un’impiallacciatura lignea nonché dotati di tela acustica di protezione assolutamente non rimovibile.

Le mitiche ROGERS LS 3/5a: le “scatole da scarpe” più famose in ambito Hi-Fi

 

La caratteristica più evidente era dovuta ad una lieve inclinazione del baffle frontale, motivato dal tentativo di elevare la scena acustica per via del fatto che il diffusore, malgrado le dimensioni, prevedeva una collocazione a pavimento, per il resto nulla di particolare.

Un po’ come le basi inclinate delle KLIPSCH HERESY, nulla di particolarmente nuovo e già ampiamente visto.

Ovviamente le dichiarazioni del produttore erano epiche e definitive – ed anche abbastanza ridicole a dire il vero – laddove narravano di una spazialità mai ottenuta in precedenza e di una risposta in frequenza giusta (e che vuol dire??), affermazioni chiaramente studiate a tavolino al fine di attrarre gli immancabili audio gonzi sempre pronti ad abbeverarsi alla fonte della conoscenza audio, soprattutto in presenza di affermazioni oscure e prive di senso.

Ottenere qualche notizia tecnica era abbastanza difficile – io stesso domandai all’intrepido distributore e mi sentii argomentare in maniera estremamente lacunosa – meno che mai sapere di quali altoparlanti facesse uso e come questi fossero disposti; effettuare un test nemmeno a parlarne, ed ovviamente qualsiasi tentativo di apertura avrebbe annullato immediatamente la garanzia.

Ancora più segreto il crossover, che a dire del produttore era assolutamente innovativo ed in grado di realizzare la perfetta unione tra i drivers.

Anche qui nulla di nuovo, molti sono i casi in cui ci si nasconde dietro un presunto segreto industriale, la realtà è che non si sa cosa dire.

In breve, le prese in giro si sprecavano e per un lungo periodo questo fu uno degli argomenti più gettonati del suddetto forum.

Un bel giorno qualcuno si prese addirittura la briga di acquistarli per aprirli e svelarne i segreti, circostanza che portò alla scoperta di come gli altoparlanti fossero alquanto economici – un economico tweeter piezoelettrico associato ad un piccolo woofer di altrettanto mediocre fattura – e che il famoso filtro, definito assolutamente innovativo, fosse in realtà composto da una singola resistenza in parallelo al tweeter.

Molto ovviamente questo meraviglioso prodotto è scomparso dal mercato perché non compreso – questa la risposta fornita dall’infaticabile distributore – una giustificazione assolutamente coerente con tutte le panzane fino a quel momento poste a sostegno di qualcosa che si tentava di spacciare per superiore al resto del mondo.

Non molto diverso da quel volpone (detto col massimo rispetto per lo splendido animale) che negli anni ’80 acquistava a due soldi dei moduli amplificatori a base di Powerpack realizzati in quel di Taiwan per poi immergerli in resina al fine di nasconderli alla vista.

Inseriti in un lussuoso cabinet e corredati di un alimentatore abbastanza surdimensionato – in tutta evidenza totalmente inutile – erano spacciati per la quintessenza dell’amplificazione.

Quando la cosa fu scoperta tutto finì miseramente, come giusto che sia, alla faccia delle mirabolanti promesse del baldo imprenditore.

Di innovazioni ce ne sono state – potete leggere qualcosa in questo articolo – sebbene sia innegabile che in linea di principio le cose funzionino sempre nello stesso modo, magari meglio e con minori criticità ma siamo sempre lì, hai voglia a girarci intorno.

Certe fiabe ormai non attirano più nessuno – è anzi il caso di sottolineare come l’utenza sia mediamente alquanto ferrata nell’argomento – condizione che ha portato alla realizzazione di prodotti sempre meno ideali e maggiormente concreti, certamente un’ottima cosa.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

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