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La cura del sistema HIFI: pulizie di primavera – Prima parte

Al pari di una vettura, la conservazione di un sistema HIFI passa necessariamente per una serie di cure che nel tempo ne preservano aspetto estetico e funzionalità. Circa quest’ultima, sebbene si possa avere l’impressione che sia il caso a far sì che tutto vada bene nel tempo, in realtà è possibile gestire alcuni aspetti al fine di evitare prematuri decadimenti estetico-funzionali.

Ad esempio, evitare di chiudere in un mobile privo di sbocchi verso l’esterno un amplificatore, dispositivo che in base alla classe di funzionamento degli stadi finali potrebbe anche essere assimilato ad una vera e propria stufa, soprattutto nel caso fosse a valvole, la cui dissipazione di calore è affidata al moto convettivo dell’aria.

Esempio di un mobile per sistemi HIFI: assicurata la libera circolazione dell’aria, sebbene la polvere non possa più di tanto essere tenuta lontano

 

Prescindendo dalla cura che si ha nel maneggiare un sistema HIFI, il problema principale è rappresentato dalla polvere: elemento in assoluto sempre presente in qualsiasi ambiente, riesce talvolta a superare le leggi della fisica riuscendo a penetrare anche dove non si penserebbe lontanamente, se non altro a causa della presenza delle feritoie di aerazione sulla parte inferiore dell’apparecchio, aspetto che a causa della gravità dovrebbe evitarne l’ingresso.

La polvere poi – non bastasse da sola – ha la brutta abitudine di legarsi con l’umidità ambientale (anch’essa inevitabilmente presente) formando quella sorta di lanugine che, precisa come una pallottola, trova comodo disporsi all’interno dei potenziometri (soprattutto quelli di tipo aperto) dando luogo al classico scratch dovuto alle cariche elettrostatiche che si formano a seguito di quest’indesiderata contaminazione.


In ogni caso lo scenario non è affatto apocalittico come potrebbe sembrare, diciamo che occorre necessariamente una certa cura nella gestione del sistema HIFI nel tempo, se non altro per poter scrivere in un ipotetico futuro annuncio di vendita di un componente la classica frase “…indistinguibile dal nuovo…” un sicuro richiamo per gli eventuali interessati.

Qualche tempo fa abbiamo già pubblicato un articolo che suggeriva prodotti di comune reperibilità in grado di adempiere alla funzione di pulizia del nostro sistema HIFI, niente di eccessivamente complicato, solo dei buoni detergenti che non creassero problemi nell’applicazione/rimozione.

Ovviamente, ovvero a prescindere dalla qualità del prodotto utilizzato – sebbene sia caldamente consigliato evitare solventi aggressivi, come anche sempre suggerito nei manuali d’uso – è necessaria una certa manualità al fine di non danneggiare nulla e soprattutto, OPERARE AD APPARECCHIO ASSOLUTAMENTE SPENTO!!!

Non ci dilunghiamo troppo su questo aspetto perché siamo certi che i nostri lettori siano ampiamente in grado di comprenderne i motivi, in ogni caso, repetita juvant.

Consigli operativi

Ipoteticamente parlando, dovessimo stilare una classifica dei dispositivi maggiormente a rischio, attenzione particolare va osservata con la sorgente analogica: la delicatezza della cinematica impone accortezze che evitino di fare danni – anche seri – al sistema di lettura, ovvero braccio e testina.

 

La delicata struttura dell’equipaggio mobile è fortemente a rischio in caso di movimenti maldestri durante le operazioni di pulizia del fonorivelatore

 

Soprattutto quest’ultima, se possibile, andrebbe rimossa – chi ha un porta testina a standard EIA, oltre che fortunato, sa bene di cosa parlo – quanto meno, tranne che non si tratti una testina MC solitamente corpo unico, sarebbe almeno il caso di sfilare l’equipaggio mobile dal generatore.

Circa i leveraggi del braccio, occorre operare sempre con estrema delicatezza anche al fine di non alterare eccessivamente (meglio ancora di non alterare proprio) la taratura conseguita con impegno durante l’iniziale setup, qualcosa che richiede tempo e fatica, soprattutto se si tratta di un neofita.

Sui liquidi dedicati alla pulizia approfondita del fonorivelatore occorre fare un distinguo: mantenere puliti i vinili corrisponde all’evitare di trasferire sporcizia sul diamante, il che vi eviterà di dover spazzolare il cantilever (sempre verso la parte anteriore!), operazione questa che pur fatta delicatamente impone un certo grado di indesiderato stress nei confronti della meccanica.

Il consiglio è quello di utilizzare l’aria compressa reperibile nei negozi di informatica/elettronica (o online), avendo cura di operare ad distanza di sicurezza – ovvero non attaccando la cannuccia all’oggetto da ripulire – e soprattutto senza scuotere troppo la bombola, cosa che porterebbe alla fuoriuscita del gas propellente, un elemento potenzialmente in grado di danneggiare la finitura superficiale a causa della temperatura molto fredda.

I lettori digitali sono nella pratica maggioranza completamente sigillati, ragione per cui l’unico punto di accesso è costituito dal cassettino che ospita il disco, le cui ripetute aperture/chiusure possono far si che la polvere si insinui all’interno. Anche qui una delicata spennellata sulla superficie allontanerà l’eventuale polvere depositatasi nel tempo, e se proprio è necessario accedere all’interno, una bella soffiata di aria compressa risolverà la cosa.

La pulizia della lente – elemento molto delicato – dovrebbe essere eseguita unicamente se si dispone della necessaria perizia, e soprattutto ove sia realmente necessario; tanto per dire, mai nella mia vita ho dovuto ricorrere alla pulizia del blocco di lettura di un lettore, ripeto, mai. Fortuna? Non ne sono sicuro, più probabile un’accorta gestione dell’aspetto “pulizia” di cui vi sto parlando.

Al prossimo appuntamento con la seconda parte dell’articolo.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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