Investigazioni dell’incubo nella prima delle 8 avventure sviluppate da Supermassive Games. Il nostro Home Theater Test su Xbox One X
The Dark Pictures Anthology: Man of Medan è un survival horror esplorativo in terza persona sviluppato da Supermassive Games. Connotazione fortemente cinematografica dove il gamer nella modalità single player veste i panni di svariati personaggi dell’avventura.
Un percorso narrativo dove si è chiamati a compiere precise scelte, andando a condizionare l’andamento del racconto e formando al tempo stesso il carattere del soggetto e l’affinità coi compagni di ventura.
Man od Medan è il primo di 8 titoli che vanno a comporre l’antologia Dark Pictures in cui l’anfitrione di ogni singolo episodio è il cosiddetto ‘Curatore’ (Pip Torrens), voce narrante che in alcune situazioni entra in scena giudicando l’operato svolto e offrendo qualche consiglio sul da farsi.
Il prologo è ambientato nella seconda metà degli anni ’40 e consente di prendere rapidamente dimestichezza con i comandi e l’interazione tra scelte multiple nelle risposte all’interno delle conversazioni. Ci sono passaggi in cui occorre compiere un’azione in un brevissimo lasso di tempo sempre influendo sull’andamento dello script, imboccando uno dei possibili percorsi narrativi.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale un paio di soldati tornano sulla loro nave ubriachi: uno finisce in infermeria, l’altro in gattabuia. Il risveglio è da incubo con urla e colpi d’arma da fuoco, mentre la coppia che è riuscita a liberarsi incrocia solo cadaveri, eccetto una sfuggente e misteriosa figura che pare essere l’artefice del massacro.
La scena si sposta ai giorni nostri presso la Polinesia francese, dove un gruppo di facoltosi amici statunitensi si ritrova sull’imbarcazione Duke of Milan, governata dalla giovane Fliss (Ayisha Issa). Il desiderio è quello dell’esplorazione di una precisa area del fondale marino dove si è inabissato un bombardiere americano risalente alla Seconda Guerra Mondiale. I vacanzieri a caccia di relitti navali da esplorare dovranno vedersela con la furia della natura, sciacalli del mare ma soprattutto una grande nave fantasma che metterà ciascuno a confronto con le più intime paure.
Le decisioni dei personaggi e la crescita caratteriale di ciascuno sono elementi che condizionano le scelte successive. La parte esplorativa è oltremodo importante, quando avvicinandosi a determinati oggetti o soggetti è possibile ispezionarli alla scoperta di indizi più o meno importanti. Sempre a proposito di indizi ci sono anche le ‘Premonizioni’, quadri che osservati aprono una finestra sull’immediato futuro e la probabilità che qualcosa possa accadere coinvolgendo uno o più soggetti.
Non ci si trova in situazioni di particolare difficoltà dove s’impone la risoluzione di enigmi, il divertimento sta nell’assistere all’evoluzione degli eventi in funzione di scelte che vincolano lo sviluppo della storia. Presenti anche diversi quick time event a rendere più accattivante l’atmosfera. Curioso il momento in cui occorre mantenere la calma quando è il panico a rischiare di avere la meglio: in tale frangente occorre cadenzare il ritmo cardiaco che appare a video tramite controller.
Possibile anche la partecipazione online in coppia con un altro gamer, purché possieda copia del gioco. Attenzione anche ai toni delle voci, che potrebbero celare più di un significato cogliendo un approccio menzognero. Va da se che vivendo l’evento in cooperativa occorre condividere le informazioni e le proprie sensazioni.
Talvolta la tempistica dove occorre premere i tasti B, X o Y è talmente ridotta all’osso che si stenta a rispondere entro il limite, ciò è anche dovuto al torpore che può assalire nei lunghi minuti che separano un’interazione dalla successiva. Dal punto di vista della longevità il game offre molteplici soluzioni intermedie e punti finali di arrivo, stimolando a scoprire diverse evoluzioni dello script. Minore la parte più squisitamente action, mentre l’impostazione di base in locale oltre al single player offre l’opportunità di coinvolgere fino a 5 giocatori in contemporanea, assegnando a ciascuno un personaggio.
Comunque la si affronti trattasi di avventura auto conclusiva slegata da quelle future, anche se saranno comunque presenti richiami al passato e il filo conduttore tenuto dal ‘Curatore’.
Nel caso di Man of Medan si è scelta una scenografia perlopiù opprimente e claustrofobica per gli angusti spazi della nave, territorio di gioco dove il racconto va a svilupparsi. Il controllo dei movimenti col pad lascia pochi dubbi su una fluida manovrabilità, ambienti che nel complesso si assomigliano un po’ troppo peccando di scarsa identità. Il rischio è quello che si scada nel routinario con perdita di mordente, benché siano disseminati per i percorsi numerosi segreti e trofei (31) da recuperare.
Accedendo a un sotto menù sempre disponibile si ha sempre sotto controllo lo storico decisionale attraverso la cosiddetta ‘Bussola Morale’. Il ritmo tende in parte ad allentare la presa, così come gli elementi più grafici e disturbanti non sono sempre all’altezza delle aspettative, inutile sperare in brividi stile Resident Evil 7: Biohazard. Ricordando che il sample a nostra disposizione è liquido, i tempi di caricamento sono rapidissimi eccetto quando si riprende una partita ma anche quando se ne esce per tornare a menù principale.
VIDEO
Nel game vero e proprio Man of Medan ha aspect ratio 1.78:1, le cut scene stringono a 2.35:1. Il Panasonic OLED TX-55GZ1500E ci segnala una risoluzione 3840 x 2160/60Hz con tanto di HDR. Quanto al wide color gamut il vantaggio non sembra essere così significativo, dal momento che in numerosi passaggi la visione presenta frame con limitato livello di sfumature impedendo un più ampio senso di tridimensionalità.
Alcuni passaggi offrono solidità e ricchezza elementi anche in secondo piano, alcune inquadrature della barca e l’acqua che la circonda sono davvero notevoli, qualche punto luce palesa un’inferiore compressione dinamica, come la candela a fianco del ‘Curatore’. Il comparto immagini però ha momenti di evidente appesantimento: non si va oltre i 30 fps, con crolli anche sotto i 15 fps nelle transizioni più movimentate, inoltre la risoluzione massima viaggia attorno a 1600 x 900 pixel, il vero UHD resta un miraggio.
Ciò non aiuta a restituire una scena maggiormente coerente per esempio nelle immagini sott’acqua, dove come sempre le criticità saltano fuori proprio nelle sfumature, che in questo contesto vedono ammucchiarsi un alone sull’altro. Altalenante anche la fluidità con panoramiche che innescano scatti, qualche elemento in primissimo piano potrebbe anche presentare vistoso aliasing. Dal punto di vista dei particolari dei volti dei veri attori coinvolti nel morphing il risultato non è sempre elevato.
Pur avendo tra le mani il top delle game console la resa lascia spesso a desiderare, mangiandosi in parte l’entusiasmo che potrebbe solo crescere a fronte di un’avventura tutto sommato niente male. Non è possibile stabilire i nits dal menù opzioni, mentre c’è una più semplice schermata che invita a ‘centrare’ il livello di illuminazione del pannello su 3 teschi: quello di sinistra non si deve vedere, mentre quello centrale deve essere appena percettibile, chiaro quello a destra.
AUDIO
Il DTS lossy 5.1 canali sa il fatto suo. La localizzazione del game è interamente in italiano, i dialoghi hanno un buon carisma di base grazie al cartello doppiatori che ci ha messo del suo per rendere il contesto più accattivante. Il posizionamento degli elementi discreti è corretto e spesso sa come far sobbalzare sulla poltrona: anche solo un pesce barracuda che si pone di fronte al personaggio di cui si ha la temporanea soggettiva è accompagnato da effetti sonori di rilievo.
Ampio sostegno anche dai canali rear e dal subwoofer, a tratti con un profluvio di elementi degni di una colonna sonora cinematografica. Resta la riserva sulla sincronizzazione del labiale che in alcuni casi non è centrata, data l’ottimizzazione per l’originale inglese qui non disponibile.
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Man of Medan è un survival horror che potrebbe piacere agli amanti del genere, benché il livello d’interazione sia piuttosto limitato. Le scelte multiple e i diversi percorsi che si finisce per intraprendere dovrebbero mantenere elevato l’appeal nel tempo. Certo è che almeno su Xbox One X ci aspettavamo un risultato tecnico per le immagini non così limitato.
Il comparto audio è invece riuscito a coglierci di sorpresa regalando più di una piacevole scossa di adrenalina, sempre che ci si trovi nel miglior contesto possibile per un simile gioco: sala buia, impianto Home Theater col giusto volume e un grande schermo pronto a tendere agguati.
TESTATO CON: Tv Panasonic OLED TX-55GZ1500E, UHD player OPPO UDP-203 e Samsung UBD-K8500/ Sistema audio: Yamaha CX-A5100, sistema altoparlanti Yamaha Soavo-1, Soavo-2, Yamaha 8″ 3 vie x 4 a soffitto, centrale Jamo Center 200, 2 x subwoofer attivo Jamo E4. Configurazione ATMOS 7.2.4
DTS lossy 5.1 di spessore
HDR wide color gamut
Interamente localizzato in italiano
Livello di interazione non esaltante
Cali evidenti di frame rate, non oltre 30 fps
Longevità relativamente bassa
Distribuito da: Bandai Namco
Longevità: bassa, single player 5 ore circa
Anno di produzione: 2019
Genere: Survival Horror
Supporto: BD 25
Aspect Ratio: 1.78:1 / 2.35:1
Video: 1600p/30 fps HDR (Xbox One X)
Audio: Italiano
Sottotitoli: Italiano
© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.