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Nucleus e Nucleus+: il modo migliore per entrare nel mondo di Roon

La piattaforma software Roon può davvero cambiare il nostro modo di vivere e intendere la musica, meglio ancora se con i nuovi music server Nucleus e Nucleus+.

Roon, per chi ancora non lo sapesse, è un player software per OS X e Windows che supporta tutti i principali formati di file tra cui FLAC, ALAC, WAV, Ogg Vorbis e ovviamente DSD. Lo scopo di Roon non è solo quello di offrire la migliore esperienza di ascolto in termini qualitativi, ma anche fornire all’utente uno strumento per allargare i suoi orizzonti in ambito musicale, grazie a ciò che gli sviluppatori definiscono un’esperienza software unificata per scoprire le relazioni che intercorrono tra i contenuti della libreria audio e l’intero universo musicale.

Roon può interagire con i contenuti archiviati localmente sull’hard disk (o NAS), quelli presenti sul cloud e infine con Tidal, vedendo queste tre entità non come librerie separate, ma come una sorta di enorme contenitore musicale senza soluzione di continuità. Al termine del caricamento delle librerie, Roon esegue un puntiglioso lavoro di confronto tra i metadati associati alle tracce importate e quelli presenti nei suoi server, così da integrare le eventuali informazioni mancanti e creare quelle relazioni a cui si faceva riferimento prima.

La quantità di metadati forniti dal programma è enorme. Tracce dell’album con titoli e credits, la copertina, la critica, in lingua inglese, che illustra in modo molto esaustivo cosa c’è da sapere sul disco. Il testo in celeste è un link verso un’ulteriore pagina di approfondimento dove possono essere presenti le biografie degli artisti che hanno partecipato all’album, prossimi concerti (se disponibili), link sui social media, Wikipedia e altro ancora. È inoltre possibile iniziare l’esplorazione scegliendo ad esempio un artista, per poi lasciarsi trasportare da Roon in un intreccio infinito di informazioni.


Roon è costituito da tre elementi: il Core, ovvero il cervello, i Client e gli Endpoint, che possono essere dei DAC collegati a un computer, dei dispositivi con ingresso Ethernet (o Wi-Fi) e uscita audio in grado di svolgere funzioni autonome, oppure qualsiasi device AirPlay. Il Core gestisce la libreria e invia i dati digitali all’Endpoint.

Nucleus

Il Client costituisce invece l’interfaccia tra questi due elementi. Quando si ha una sola macchina (PC o MAC) che esegue Roon, non ci si rende conto di questa divisione di ruoli essendo essi racchiusi in una sola entità, ma se si aggiunge l’app Roon Remote al proprio tablet o smartphone (una sorta di telecomando disponibile per iOS e Android), la funzione di client diventa più chiara, essendo svolta da questi ultimi.

Roon non è ancora disponibile in italiano, ma lo sarà presto (entro giugno di quest’anno) grazie all’apporto di alcuni professionisti che stanno man mano traducendo l’interfaccia. Per quanto riguarda i costi, la prova di 15 è gratuita, mentre per la licenza valida un anno si spendono 119 euro, che diventano 499 euro per la licenza a vita. La licenza di Roon prevede un solo Core e un numero teoricamente illimitato di client ed endpoint che posso convivere nella stessa rete.

La parte posteriore del Nucleus

E ora veniamo alla parte hardware. I Nucleus e Nucleus+ sono music server sviluppati da Roon Labs ad-hoc per far girare Roon Core. Sono basati su piattaforma Intel NUC, non hanno ventole (sono quindi estremamente silenziosi) e integrano uscite USB e HDMI e un alimentatore lineare (quindi non switching), che garantisce prestazioni migliori a fronte della mancanza delle classiche interferenze generate dai power supply a impulsi.

I modelli sono due. Il Nucleus (1500 euro) monta un processore Intel Core i3, un SSD da 64 GB e 8 GB di RAM e gestisce fino a 5 zone compresa la principale e ha una capacità fino a 12.000 album (120.000 brani). Nucleus+ (2500 euro) monta invece un Intel Core i7, un SSD da 128 GB e sempre 8 GB di RAM e ha una capacità elaborativa tale da poter supportare 10 zone o più, qualsiasi elaborazione DSP e librerie che superano i 12.000 album. Entrambi, distribuiti in Italia da Audiogamma, integrano uno slot interno da 2,5” per aggiungere un ulteriore SSD (o HDD) e offrono come connessioni due porte USB 3.1, una Ethernet gigabit e una porta Thunderbolt 3.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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