Primo blockbuster ad uscire dopo il lockdown, Tenet è sbarcato nelle nostre sale lo scorso 26 agosto. Un debutto superiore alle aspettative
Dopo un “tira e molla” durato quasi l’intera estate – periodo nel quale è stato posticipato ed anticipato svariate volte – lo scorso 26 agosto Tenet è finalmente approdato nelle sale italiane. Ed in quelle di altri 40 paesi. Il film, undicesima opera del talentuoso Christopher Nolan, assume una valenza assolutamente particolare, trattandosi del primo titolo di caratura elevata ad approdare nei cinema dopo lo stop forzato causato dall’epidemia di Covid-19. Visti i notevoli precedenti del regista – peraltro molto apprezzato e garanzia di incassi sempre molto generosi – il film rappresenta infatti il punto di ripartenza per un settore particolarmente prostrato dalla difficile situazione sanitaria mondiale.
Alla prova del primo week end di programmazione Tenet non ha deluso le aspettative, riuscendo anzi a superarle: si parla di 1 milione 984 mila euro di incasso nelle sole sale italiane – attive al momento per circa il 70% – con un numero di spettatori comodamente oltre le 200 mila unità. Numeri che se in periodo normale apparirebbero “nella media”, considerati il numero di strutture ridotte, il contingentamento dei posti e la riduzione nel numero totale di spettacoli imposti per motivi di sicurezza, superano in realtà ogni aspettativa. Warner Bros pronosticava un incasso totale di circa 25 milioni dopo il primo week end nei mercati in cui Tenet è stato distribuito inizialmente, arrivando invece ad accumularne ben 53. In pratica il doppio. Mancano nel computo, tuttavia, i mercati più “succosi” – USA (per lo meno Covid permettendo) e Cinese in primis – ove il film uscirà il prossimo 3 settembre. Senza considerare che, comunque, la corsa del film nelle sale risulterà più lunga del solito, date le restrizioni sanitarie e l’assenza di prodotto filmico sul medio periodo.
Film originale e decisamente più complesso rispetto quanto Nolan ci ha abituato fino ad ora (vedasi Inception), Tenet richiederà almeno un paio di visioni aggiuntive onde poterne apprezzare tutte le sfumature nonchè i diversi piani di lettura. Noi consigliamo di approcciarsi alla prima senza soffermarsi troppo sugli “spiegoni” copiosamente offerti durante lo svolgimento: pur trattandosi di concetti logici, l’osticità insita nella scarsa immediatezza con cui si assimilano rischia di far perdere il filo della narrazione principale. Meglio godersi il tutto “come viene, viene”, consci che in un’eventuale seconda visione, già sapendo dove si vuole andare a parare, molti nodi si dipaneranno gettando maggior chiarezza sull’intero svolgimento.
Dal punto di vista tecnico ci troviamo davanti l’ennesimo capolavoro cui è solito il regista, con riprese in 70 mm ed IMAX (per i fortunati che potranno visionarlo in sale compatibili), un montaggio che definire serrato sarebbe riduttivo e musiche davvero sublimi, tanto da non far rimpiangere l’imprescindibile Hans Zimmer, qui sostituito (causa precedenti impegni) dall’eccellente Ludwig Goransson. L’audio in se stesso fa del resto la parte del leone, caratterizzandosi per un mix fin troppo aggressivo, con punte di basse frequenze spesso (molto) esagerate.
Ci troviamo di fronte ad un caso similare a Blade Runner 2049, ove la gamma dinamica del mix risulta parecchio esasperata, forse anche troppo borderline in relazione il dimensionamento di certi impianti cinematografici. Non per nulla si sono registrate al riguardo lamentele in rete ed in alcune sale. Nel nostro cinema di riferimento, a fronte di un usuale livello audio 5.5 su processore Dolby CP650 per i casi “normali”, si è dovuto abbassare a livello 4.5. Nonostante questo in taluni frangenti la dinamica risultava ancora abnorme, tanto che sulle musiche all’incipit dei titoli di coda si è dovuti scendere a 4.0. Sarà interessante vedere cosa succederà nelle versioni home video – indicativamente da attendersi per inizio dicembre – se l’aggressività del mix permarrà intatta o verrà, viceversa, “limata” in qualche modo. Codifiche lossy a parte, naturalmente. Anche se vogliamo sperare, stante la caratura “pesante” del titolo, Warner vorrà accordare anche noi il DTS-HD Master Audio.
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