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Affari vintage: ESB CDX-SB7

Nate a ridosso del periodo in cui il digitale iniziava a farsi strada in barba al vinile, la serie di diffusori CDX prodotta dalla mitica ESB, è ancora oggi in grado di impensierire seriamente esponenti parecchio più grandi e ipoteticamente maggiormente prestanti.

Eccoci quindi – tramite le ESB CDX-SB7 – a parlare nuovamente di vintage, quello serio però, in riferimento a quei dispositivi audio che hanno realmente fatto la storia dell’alta fedeltà di alta qualità, prodotti ed aziende il cui contributo – allora come oggi – continua a dare ampia soddisfazione ai loro possessori.

ESB – acronimo che sta per Electroacustic Systems Building – un marchio che qualsiasi appassionato conosce e riconosce come uno dei migliori nel suo campo.

Animata dalle fervide menti di Vincenzo Biasella cui si unì in seguito il mitico Ingegner Renato Giussani – entrambi molto avanzati in quel fenomeno noto come visione prospettica – ha prodotto alcune tra le migliori elettroacustiche mai apparse sul mercato italiano; attualmente è attiva nel comparto car-audio cui non manca di fornire il proprio elevatissimo know-how.


L’Ing. Renato Giussani: una foto mitica che qualsiasi appassionato conosce

 

Erano diffusori dotati di caratteristiche timbriche superbe, tecnicamente avanzati e per determinati versi futuristici – basti pensare alla serie DSR (Distributed Spectrum Radiation) che ebbe un successo incredibile, e non solo in Italia – perfettamente in grado di proporsi come alternativa all’imperante esterofilia che da sempre pervade questa passione, sebbene non siano poche le aziende italiane che danno la paga senza alcun problema a rinomati produttori esteri.

Il modello L-240: primo passo ESB nel mondo delle elettroacustiche (circa 1969)

 

All’inizio della produzione, tanto per dare un’idea circa le loro indubitabili qualità sonore, vi basti sapere che se la battevano ad armi pari con marchi del calibro di JBL e AR e che per un periodo produssero diffusori equipaggiati di driver FOSTEX professionali, la serie FX appunto.

ESB CDX-SB7: un diffusore incredibile

Ebbene si, fossero poste dietro ad una tenda che ne impedisce la vista – pur ad un ascolto distratto – sarebbe impossibile per chiunque dotato di un normale udito non rendersi conto della qualità eccezionalmente alta che questi diffusori vantano, malgrado in fin dei conti non fossero esemplari particolarmente costosi.

Esponenti di punta della serie CDX – che in ogni caso non era la top-of-the-line del marchio, ragione che li rende ancora più interessanti – hanno la caratteristica di utilizzare per il carico in bassa frequenza il sistema del reflex meccanico, alternativa al più noto reflex classico, quello che richiede un foro d’accordo per riemettere in ambiente l’onda generata posteriormente dall’altoparlante.

Una coppia di CDX-SB7 in splendida forma: notare l’unità UMA a forma di 8, un classico per ESB

 

In questo caso invece  si fa uso di un radiatore passivo – apparentemente identico a quello attivo ma privo del magnete, quello che gli inglesi chiamano drone cone – che emette per risonanza, circostanza che consente di ottenere un eccellente prestazione in basso.

Ed è certamente questa la caratteristica più evidente che caratterizza l’ascolto di questi diffusori: un basso granitico, solido, esteso e potente come esemplari moderni possono solo sognarsi, addirittura a prescindere dalla dimensione del woofer adottata.

La risposta in frequenza dichiarata copre la gamma compresa tra i 35Hz ed i 22KHz (+/- 3 dB) e strumentalmente parlando si tratta di un dato reale – non supposto a fini di marketing per fare sensazione – prova ne sia l’evidenza delle misurazioni effettuate a suo tempo dalla consorella AudioREVIEW che si espresse assai favorevolmente in merito a questi diffusori.

Tecnicamente parlando le ESB CDX-SB7 sono esemplari a tre vie, ove il comparto basso sfoggia due woofer da 10″ – di cui uno, come anticipato, passivo – un midrange a cono da 5″ ed un tweeter a cupola in seta da 2″ (la famosa unità UMA); gli altoparlanti erano prodotti su specifiche da CIARE – tranne il tweeter a marchio VIFA – ed erano di qualità eccellente.

L’unica nota leggermente stonata – visto che si parla di musica l’esempio è assolutamente calzante – potrebbe essere rappresentata dalla componentistica relativa al crossover, non proprio di lusso, ma è pur vero che il livello del diffusore non era elevatissimo, ragione per cui quello che c’è in definitiva appare congruo, e comunque funziona ottimamente.

ESB CDX-SB7: l’ascolto di un diffusore incredibile, altrettanto incredibile

Non potendo fare un’articolo eccessivamente lungo direi di passare alle inevitabili note d’ascolto, circostanza che mette immediatamente in luce quanto di buono questi diffusori possono offrire.

Ed è davvero tanto, credetemi, ad iniziare dal basso, come già descritto in possesso di qualità eccezionali in relazione a potenza ed estensione, letteralmente in grado di scuotere le pareti della sala d’ascolto con onde di bassa frequenza insolitamente possenti.

Sia chiaro che le ESB CDX-SB7 non di solo bassa frequenza sono fatte, anche il comparto medio alto si allinea alla prestazione con un contributo congruo per dettaglio ed estensione pur in un contesto di rara morbidezza – lo definirei carezzevole – in ogni caso assolutamente privo di asprezze o inopportune sottolineature.

Immagine ampia – sebbene inevitabilmente confinata all’interno della posizione dei due esemplari – con profondità variabile in funzione della prossimità più o meno accentuata con la parete posteriore; altezza giusta, non monumentale ma nemmeno raso terra.

Si tratta di un diffusore che si lascia ascoltare per ore, privo com’è della minima fatica d’ascolto, fornendo una presentazione notevolmente realistica degli esecutori, un aspetto non di poco conto, soprattutto considerando che il costo per una coppia era all’epoca di circa 1.500.000 di lire di listino, non troppo economico ma nemmeno impossibile.

Se quindi reperite una coppia di ESB CDX-SB7 in buone condizioni – la sospensione dei woofer e del mid potrebbe dare problemi essendo in foam, ma va considerato che con poca spesa si ripristina senza alcun problema – e soprattutto a prezzo umano, considerati certi eccessi visti in rete, fateci un pensiero ma principalmente ascoltatele, potreste aver trovato il vostro diffusore definitivo, pur a fronte del suo essere d’epoca, aspetto che a nostro avviso li rende ancora più attraenti.

Come al solito, ottimi ascolti!!! 

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